Cap16.3 - anche se -

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Al mio momento di indecisione si intromise il fato. La porta si spalancò di fronte a me, come Fede mi vide si fiondò fra le mie braccia.
Aveva ancora la coperta del letto addosso, il trucco completamente disfatto ed i capelli arruffati, non l'avevo mai vista così al naturale, come se qualcosa l'avesse stravolta al punto tale da non riuscire a rimettersi in sesto.
La strinsi forte come qualcosa che va protetta e mai lasciata andare. Percepii le sue lacrime sul mio collo e mi trattenni dal seguire quel gesto di compassione, dovetti sollevare gli occhi al soffitto cercando di controllare ogni particella del mio cervello collegata ai dotti lacrimali. Non piansi.
Sentivo le mani della mora afferrarmi sempre di più la schiena, come se i nostri corpi non collidessero già abbastanza.
Era imprudente attuare quel piano, ma il punto B era e doveva arrivare.
Mi staccai e la guardai fissa negli occhi.

-So tutto. Ma adesso ti dirò una cosa che forse non sai tu. Non mi arrendo. Anche a costo di lottare. Di lasciarti far pace con il passato come tu hai lasciato fare me. Non mi arrendo, perché ti amo troppo. Perché so che tu sei la fine di ogni singolo inizio che arriverà. Sei la meta, non importa se la strada è in discesa, curva o piena di buche, io non mi arrendo con te, come tu non ti sei arresa con me.- Le diedi un bacio sulla fronte. -Adesso vieni, togli questa coperta e sciacquati il viso, ti preparo qualcosa per cena.- Le levai la coperta di dosso e le feci segno di raggiungere il bagno. Stava per andare, si era anche già girata di spalle, ma si fermò.
-Abbracciami, per favore.- A quelle parole non seppi dir di no. L'abbracciai ancora, più forte di prima. Baciandole la nuca come si fa con un neonato, cercando di rubarle via pensieri inesistenti e paure inappropriate.
-Ti aspetto in cucina.- Le sussurrai quelle parole all'orecchio e mi distaccai del tutto facendo la forte.

Una volta in cucina trovai Wax, Mattia e Diego intenti a mangiare, mentre Iso, Madda, Megan e Gianmarco stavano combinato il delirio tra i fornelli.

-È easy, rompi e sbatti.- Iso cercava di spiegare a Gianmy come fare delle semplici uova strapazzate in un contesto che sembrava il palco di Sicilia cabaret, mancava Samu all'appello.
-Dai, so farlo anch'io.- Gianmarco le fece la linguaccia prendendo in mano la situazione.
-Amore, sei bravo in tutto, ma per quanto riguarda la cucina è meglio che ti fai da parte.- Meggy gli lasciò un bacio a mezza luna invitandolo a raggiungere gli altri ragazzi al tavolo e, togliendogli dalle mani le macerie di un uovo sbattuto decisamente male.
-Uova strapazzate per cena? Iso di solito ci fa colazione.- Mi intromisi nella conversazione facendo ridere Megan.
-Ah amore, ma che ddici.- Iso tirò fuori la lingua, un modo tutto suo per mandarmi a fanculo.
-Che è rimasto in dispensa?- Tornai seria pensando a cosa avrei potuto cucinare. Sicuramente non uova strapazzate.
-Pasta, panna, tonno, pesto.- Madda iniziò farmi l'elenco.
-Ma si, faccio un po' di pasta al pesto che non guasta mai.- La bionda mi passò il barattolo di pesto.
-Ne fai un po' anche per me?- Mi guardò sbattendo le palpebre come a volermi ruffianare.
-Va bene, passami anche le casarecce.- Svizzera obbedì.
Così presi una pentola e la riempì d'acqua per poi spostarla sopra ad uno dei fornelli non utilizzati, aggiunsi poco sale e aspettai di abbassare la pasta.
-Fede come sta?- Iso fece la domanda che aveva deciso di evitare Maddalena.
-Le ho detto di sciacquarsi il viso e di venire qui a mangiare.- Ammisi senza aggiungere altro.
-Bene, parli del diavolo.- Megan indicò Fede con lo sguardo.
-Ho messo su la pentola, aspetto che bolle.- L'avvolsi tra le mie braccia come a prendermene cura, non disse nulla, semplicemente si poggiò a me.
-Hai la febbre?- Meggy le toccò la fronte come a non sapere nulla di quello che era successo.
-No sto bene, grazie.- La mia mora smorzò un sorriso.
-Bene, io porto le uova al piccolo principe.- La riccia lasciò la scena dirigendosi al tavolo con due piatti in mano.
-Ci mette ancora un po' qui, vuoi che andiamo a fumare?- Fede mi fece cenno di sì con la testa, Maddalena si aggregò a noi senza invito, ormai faceva parte della relazione.
Una volta seduta accesi l'iqos, Fede non fumò, ritornò ad appoggiarsi su di me, come a non volersi distaccare dal mio corpo. Restammo in silenzio finché i ragazzi non uscirono fuori.

-Tutto ok Fe?- Diego si preoccupò per lei come un istante prima aveva fatto Meggy. Lei annuì ancora una volta.
-Che avete mangiato di buono?- Interrogai i ragazzi puntato gli occhi solo sopra ad uno.
-Wax ha cucinato la pasta al salmone.- Il moro elogiò il mio amico che non perse l'occasione per fare uno dei suoi soliti inchini.
-Non ti illudere, sa fare solo quella.- Smorzai la sua arroganza iniziando a ridere. Fede si sollevò guardandomi stupita.
-Ah allora sei viva?- Diego non perse l'occasione per tuffarsi in mezzo a noi ed iniziare a fare moine alla mia mora.
-Già, vado a vedere se l'acqua bolle.- Ma lei si alzò subito.
-Cavolo, non me la ricordavo così difficile.- Costatò il moro seguendo Fede con lo sguardo.
-Che ci vuoi fare fra, levaci mano.- Il rosso stava giocando la carta pesante del mazzo: un jolly.
-Fra, non mi conosci, non ci levo mano nemmeno sotto tortura.- Rieccolo: il ghigno.
-Buona fortuna.- Due semplici parole e mi alzai gettando via la sigaretta e raggiungendo Fede.

-Potevi restare.- Mi avvicinai a lei costatando che l'acqua aveva deciso di bollire.
-Non ne avevo voglia.- Si accozzò nuovamente mentre io gettavo la pasta all'interno della pentola.
-No?- Mi scotolai le mani per poi guardarla.
-No.- Le sorrisero gli occhi, finalmente si accendevano di qualcosa di buono.
-Poi mi sistemi i capelli?- La mia domanda spezzò la scena e il volto di Fede si fece paonazzo.
-Se proprio vuoi questo.- Le baciai la fronte ancora una volta.
-Chiami Madda per favore? Ho abbassato la pasta anche per lei.- Annuii e in men che non si dica erano di nuovo entrambe dentro.

-Il segreto della pasta al pesto è comprare il pesto.- Diedi una forchettata alla pasta strappando un sorriso alla mora e facendomi prendere letteralmente per scema da Madda.
-Ringrazia che ho fame, perché dopo questa freddura avrei dovuto alzarmi dal tavolo.- La bionda gettò sentenza.
-Addirittura.- Iso si riaggregò a noi.
-Amore lascia fare, intanto sta mangiando.- Presi esempio da Fede e lanciai un occhiataccia alla Svizzera. Iso rise illuminando la stanza.
-Fede mi fa i capelli dopo cena.- Lanciai lì la cosa aspettando che una delle due bionde cogliesse il segnale.
-Ma come? È da un mese che ti chiedo di tagliarmeli.- Madda iniziò a frignare.
-Vuoi davvero che io te li tagli?- La bionda piccola annuì. -D'accordo.-
-Allora anche io.- La bionda grande non poteva sfigurare non mettendosi in mezzo.
-Va bene.- Vidi Fede sorridere, per un momento pensai che era quello che mi bastava: vederla stare bene "anche se" non con me.

Il piano B era il seguente: lottare.
Avrei dovuto giocare una partita a poker contro Diego, in cui per altro ero senza ombra di dubbio in vantaggio: io sapevo chi era il mio avversario mentre lui stava giocando contro un "player" del tutto anonimo.
Avrei lasciato carta bianca a Fede, solo adesso avevo capito la sua situazione quando Valeria entrò in casa stravolgendo ogni cosa. Non volevo che lei si attaccasse a me solo a causa di ipotetici sensi di colpa, per questo avevo deciso di coinvolgere le ragazze nella nostra serata "sleepovers". Così avrei giocato pulito, ma non tanto da rischiare di perderla. Era una partita con una quota troppo alta, c'era in ballo la mia felicità e tutto l'amore che non avevo mai provato e mai ricevuto, c'era in ballo Fede, ma non come oggetto, come persona, la mia persona.

Scivola nelle mie Mani vuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora