Timothée Pov
L'atmosfera quella sera era stupenda. Aurora aveva fatto veramente un ottimo lavoro con il giardino. L'unica cosa che un po' la rovinava era il mio malumore. Non riuscivo a capire perché non fossi sollevato dalla conversazione avuta. Poi quando quel Leonardo ha incominciato a ronzarle attorno come una mosca i miei nervi divennero ancora più tesi. Continuava ad abbracciarla, sollevarla, farla roteare e a ballare con lei. La osservai per tutta la sera. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Era veramente molto attraente. Durante la cena qualche sguardo era l'unica cosa che ci teneva in contatto. Qualche occhiata rubata, uno sfioramento avvenuto per sbaglio con le gambe sotto al tavolo. Nulla di più. Nulla di meno. Non mi ero mai sentito così per una ragazza.
Quella sera volevo darle l'acchiappa sogni ma nel momento in cui notai che fin troppi bicchieri di vino le avevano percorso la gola ci ripensai.
Più diventava brilla più la distanza tra noi diminuiva. Quando tutti finalmente se ne andarono, tentò di sistemare goffamente il giardino ma con scarsi risultati. Non si reggeva neanche in piedi, poi black out.
Le corsi incontro e la afferrai giusto in tempo prima che cadesse al suolo.
Non parlava e i suoi occhi erano chiusi.
Metterla a letto in quelle condizioni sarebbe stato pericoloso. E se poi non si fosse svegliata?
La sollevai e con grande fatica la condussi al bagno più vicino alla sua camera.
Aprì l'acqua della doccia ed entrai con lei sotto il getto per sorreggerla. Si svegliò ma di rimanere in piedi da sola non se ne parlava proprio. Una volta che si riprese, l'avvolsi con il primo asciugamano che trovai e la misi a sedere sulla tavolozza. Non sapendo dove tenesse i vestiti salii velocemente in camera mia e presi un cambio per entrambi. Dopo essermi infilato dei vestiti asciutti scesi.
Problema, come la spogliavo senza sembrare un maniaco?
Pian piano mentre la sorreggevo coprendola con l'asciugamano, si slacciò il vestito facendolo cadere a terra. La riavvolsi nuovamente con l'asciugamano, le infilai la maglietta da sopra di esso per non vedere nulla e poi glielo sfilai da sotto.
Pian piano la condussi al suo letto. Iniziò a farneticare in modo buffo nella sua lingua e la cosa mi fece rallegrare. Mi sedetti di fianco a lei sul bordo del letto aspettando che si addormentasse. Mi presi qualche minuto per osservarla. Ad un certo punto aprì leggermente gli occhi, mi sorrise e mi accarezzò i capelli.
Brividi. Mi tirai su dal letto e lasciai la stanza.
Non sapevo cosa mi stava succedendo e dovevo allontanarmene il più possibile. L'avrei evitata. Era l'unico modo. Non potevo rischiare di cadere nuovamente in quel baratro.Aurora Pov
La mattina successiva al mio compleanno non è che mi ricordassi un granché. O meglio, i ricordi erano molto vaghi. La cena, il ballo con Leonardo, quelli fatti con le mie amiche, il vino che continuava a dissetarmi e lo sguardo di Timothée che mi bruciava addosso per tutta la sera.
Mi svegliai nella mia camera, con una maglietta che non mi apparteneva. Sul comodino vi era un pacchettino. Mi appoggiai contro la tastiera del letto e dopo aver fatto un po' di mente locale lo aprii. Era un acchiappasogni.
Il problema però è che non era uno dei regali aperti durante la serata e poteva appartenere ad una sola persona. L'unico che non mi aveva dato nessun regalo. Da dopo il bacio le cose si erano fatte strane. Numerosi erano gli sguardi che mandavamo in rassegna l'un l'altro ma la tensione accresceva con essi.
La maglietta che stavo indossando possedeva il suo odore e non me la sarei mai voluta togliere ma continuare a fantasticare non sarebbe servito a nulla.
"Amici" era quello che ci eravamo detti e questo sarebbe stato.
Far calmare le acque sarebbe stata la scelta migliore. Quel ragazzo era arrivato a Crema da poco e per giunta sembrava nascondere qualcosa e questi erano tutti validi motivi per stargli alla larga.15 giugno 2020
Era il gran giorno. Timothée avrebbe cominciato le riprese, in una località non troppo lontana da casa di Aurora, la quale tra l'altro aveva promesso la settimana prima che l'avrebbe accompagnato e così fece.Aurora Pov
Era ormai passata una settimana dal bacio e con Timothée non ebbi particolari occasioni per parlarci. Lui evitava me e io evitavo lui.
Ci scambiavamo solamente saluti di circostanza e qualche parola durante i pasti in cui raramente si presentava, per non destare il sospetto dei miei genitori. In realtà Timothée aveva smesso di parlare un po' con tutti. Mio padre sembrava essere al corrente di qualcosa che a me non era dato sapere ma lo vidi sorvolare la questione e ciò non era da lui. Mio padre era sempre stato un uomo attento e interessato al benessere altrui. Vederlo osservare passivamente il comportamento di Timothée mi incuriosiva.
Entrambi stavano nascondendo qualcosa.
Durante colazione quella mattina il ragazzo non si presentò. Dopo aver indossato un vestitino corto a fiori salii al terzo piano.
Un bel respiro Aurora. Ce la puoi fare.
🇬🇧
Lo trovai sul balcone a fumare una sigaretta.
< sei pronto ad andare? > gli chiesi avvicinandomi a lui. Provai a incrociare il suo sguardo ma con scarsi risultati.
< di che parla il film? > provai ad insistere.
Nulla. Assolutamente nulla.
< veramente molto maturo Timothée. Sinceramente mi sono rotta il cazzo. Se non ti fai trovare in macchina tra cinque minuti, sul set ci arrivi da solo > feci per andarmene ma le sue dita fredde avvolte intorno al mio polso mi bloccarono sul posto.
Incrociai il suo sguardo. Nei suoi occhi c'era solo sofferenza. Due enormi solchi accerchiavano i suoi grandi occhi verdi che in quel momento sembravano urlare disperati. I miei occhi caddero sulla mano che ancora teneva il mio polso, lui la ritrasse immediatamente come se quel contatto l'avesse scottato.
< Timothée tutto bene? > una lacrima scese dal suo occhio sinistro. Distolse immediatamente lo sguardo ed accese un'altra sigaretta. Me ne porse una e silenziosamente me l'ha accese.
< grazie per l'acchiappa sogni > gli dissi attirando finalmente la sua attenzione.
Un leggero sorriso si dipinse sul suo volto.
Non sarei riuscita ad ottenere nulla in quel momento. L'unica cosa che potevo fare era alleggerire la tensione che aveva addosso.
< come si chiamerà il film? > chiesi spegnendo la sigaretta. Era ora di andare.
< Beautiful Boy > mi rispose con un sorriso amaro in volto, < andiamo? > continuò.
Annuii e uscimmo dalla casa.
Il viaggio in macchina durò all'incirca 20 minuti. Una volta arrivati con un cenno della mano scese dalla macchina.
< a che ora torno a prenderti? > gli urlai da dentro l'auto.
Tornò di corsa alla macchina < ti mando un messaggio...ah aspetta, non ho il tuo numero >
Ci scambiammo il contatto e se ne andò facendomi l'occhiolino.
Che strano ragazzo.
Cosa stava passando?
Cosa nascondevano i suoi meravigliosi occhi verdi?
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JUST A FOOL - Timothée Chalamet
Fanfiction5 giugno 2020: Per quanto l'idea di ospitare un aspirante attore ed ex tossico dipendente in casa sua per tutta l'estate non andasse molto a genio ad Aurora, la ragazza non ebbe altra scelta che adeguarsi. Il padre di Aurora, celibe scrittore di ori...