1. Benvenuti a Sunset Bay

23 7 5
                                    

"Si mamma, sono quasi arrivata, non preoccuparti,ci sentiamo stasera" dissi terminando la chiamata

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

"Si mamma, sono quasi arrivata, non preoccuparti,ci sentiamo stasera" dissi terminando la chiamata.

Il sole splendeva alto nel Cielo mentre,assieme alla Valigia e alla mia tanto amata chitarra acustica, uscivo dal sottopassaggio della metropolitana di Sunset Bay, una città a circa 5 km dalla costa dell'oceano.

Una brezza fresca mi attraversava i capelli mentre con l'ausilio di Google Maps tentavo di Trovare la fermata dell'autobus N.71 che mi avrebbe portata poco distante dall'ingresso del campus estivo di Musica, arte e fotografia, un'occasione per molti di passare un'estate diversa, per pochi invece,di essere ammessi a college prestigiosi tramite una semplice lettera di Raccomandazione.

Scesi dall'autobus con il cuore che sembrava battermi all'impazzata, così come ogni arto, lo sentivo vivo ed in movimento dentro di me, come a voler dare vita ad una danza frenetica.

Percorsi il mezzo chilometro che mi separava dall'ingresso dell'accademia, scrutando il paesaggio attorno: case color pastello, illuminate dai raggi solari di una tipica giornata estiva, facevano da cornice a queste strade ordinate e pulite in cui autobus ricolmi di adolescenti pronti a passare una giornata in spiaggia e auto di adulti, costretti a lavoro, sfrecciavano rumorosi.

Lungo i marciapiedi Spaziosi, vagavano, proprio come me, altre decine di Adolescenti, con le loro valigie colorate e i loro preziosi strumenti in spalla; chiome di ogni colore e voci di ogni tipo si facevano sempre più vicine.

"BUONGIORNO RAGAZZI! COME STATE? E' ANNABETH COPPER CHE VI PARLA, LA RAPPRESENTANTE DEGLI STUDENTI DI QUESTA ACCADEMIA!" la voce di questa ragazza uscì forte e chiara dalle casse degli altoparlanti, posti sopra gli archi del cancello dell'entrata principale. Dopo solo questa frase, un boato di Applausi si fece spazio tra la folla, non permettendoci di sentire il resto del discorso che, preregistrato, continuava ad andare avanti, non curante del fatto che decine di Adolescenti facevano rumore per via del mix di emozione che prendeva spazio nei loro cuori.

"CI VEDIAMO NELL'AULA A567, NEL LATO OVEST DELL'ACCADEMIA, VI VERRANNO ASSEGNATE LE VOSTRE STANZE E VI VERRA' DATO TUTTO L'OCCORRENTE. SUVVIA, CHE ASPETTATE" all'udire di quest'ultima frase tutti partimmo di corsa, alla ricerca di quest'aula, nella speranza di ottenere le camere migliori, a quanto pare dotate di impianto di areazione e balcone; chi con le valigie grosse come autobus, chi con un semplice zaino, si faceva spazio tra la folla, entrando dal portone di ferro verniciato di blu che spezzava la parete di mattoni riempita di Graffiti, sicuramente realizzati dagli studenti.

"RAGAZZI, E' DI QUA, VENITE" urlò tra la folla una voce maschile, apparentemente affannata e, subito dopo, una sagoma dalla carnagione Olivastra cominciò a Sbracciarsi per farsi notare dal gregge di adolescenti incalliti che correvano da una parte all'altra dell'istituto, e io, decisi di seguirlo, come la luce di un faro nel pieno di una tempesta.

"Ciao" disse il ragazzo vedendomi correre nella sua direzione; da vicino la sua carnagione sembrava più scura, gli diedi una rapida occhiata, occhi blu come l'oceano ma dal taglio felino, capelli biondi perfettamente fissati all'indietro ed un'outfit impeccabile.

Euforia, il ritmo dell'amoreWhere stories live. Discover now