Hatshepsut e Senemut

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Uadet Reneput. Giovane negli anni.

Di tutti gli appellativi regali che mi sono stati concessi come signora dell'alto e del basso Egitto, questo è quello con cui tu sempre ti rivolgi a me.

Che straordinaria menzogna, celano queste parole! Invecchio, inesorabilmente. E quando verrà Anubis a reclamarlo per la pesatura, non credo affatto che il mio cuore sarà più leggero di una piuma...

Eppure, di tutti, forse tu sei l'unico che veramente intende ciò che dice.

Giovane negli anni.

Vorrei esserlo Senemut, grande architetto delle mie fortune, vorrei davvero esserlo. Vorrei tornare indietro, a quando non ero che la gran sposa reale di Tutmosi II, mio marito e fratello. Quando ero una sciocca ragazzina che nulla sapeva del mondo. E che tu mi insegnasti a contemplare nelle sue meraviglie, al di là delle mura del palazzo e al di là degli incensi del tempio di Amon.

Giovane negli anni.

No, non crucciarti per la mia lettera e non pensare che sia solo per rivangare vecchi ricordi, ormai sepolti dalle sabbie del deserto. Ho scritto questa lettera per rendere il mio cuore più leggero, prima del giudizio, foss'anche di una sola oncia. Ho scritto per confessarti il mio segreto, che mi trafigge e mi tortura da molti anni, ormai.

Si tratta di Neferura.

Neferura, l'intelligente e vivace ragazza che tu hai istruito con passione in ogni arte. Neferura, l'intelligente e vivace ragazza che ormai mi è diventata indispensabile consigliera in ogni affare, senza la quale non sarei che una povera donna senza speranza, in balia delle ambizioni del figlio di quella cagna di Iside.

Neferura, mia figlia.

Ma anche tua.

Sì, Senemut, quell'unica notte di passione che ci concedemmo ebbe un frutto molto al di là delle nostre attese. Ho sempre temuto di dirtelo, non so per quale arcano timore. Ma era un peso che opprimeva il mio petto di cui ardevo di liberarmi ed in pari tempo non osavo.

Sei stato sempre come un'amorevole padre per lei, pur non rendendoti conto che non era la figlia di Tutmosi II... Ma a te non importava la sua purezza, vero? A te bastava che fosse figlia mia...

Per questo arderò nelle fiamme del tormento e del disonore al cospetto di Osiride, per aver insozzato il sangue degli dei...

Un'eterna sofferenza per un attimo di sincerità in questo mondo falso.

Ne vale la pena, mio amato, ne vale la pena.

AmoresWhere stories live. Discover now