Muovendosi sulla poltroncina, Hermione strinse le mani e serrò le labbra in una linea sottile. Se non avesse già trovato il coraggio di partecipare a quel maledetto spettacolo, avrebbe già rinunciato e sarebbe tornata a casa, dichiarandosi temporaneamente pazza.

Ma secondo la grande proiezione magica sulla parete di fondo, rimanevano solo quattro consultazioni prima che arrivasse il suo turno. Alcune erano andate avanti anche per dieci o quindici minuti, mentre altre erano tornate solo dopo uno o due minuti. Alcune donne non erano tornate affatto, e Hermione non era sicura del perché il pensiero le lasciasse un'inquietante fitta allo stomaco.

Si ritrovò a chiedersi che cosa avrebbe detto a quel ragazzo. A chiedersi se avesse potuto vedere in anticipo l'elenco delle partecipanti, man mano il suo nome si spostava in cima alla lista, o se sarebbe rimasto perplesso e l'avrebbe derisa nel vederla.

Soprattutto ora che il suo rivale d'infanzia era salito in una delle più alte posizioni di potere nel mondo dei maghi.

Piantando i piedi sul pavimento per sedare il nervosismo che minacciava di manifestarsi attraverso un tremore delle ginocchia, Hermione fece un lungo respiro e inspirò lentamente. Era già lì, e ormai poteva più tirarsi indietro. Poteva solo fare del suo meglio.

Fortunatamente - o sfortunatamente, nel caso questo suggerisse qualcosa sul calo di pazienza di Malfoy - ognuna delle quattro donne successive tornò nel giro di pochi minuti. Una singhiozzava in modo incontrollato mentre veniva trascinata via dalla salda presa di una guardia, vestita con quella che lei aveva supposto essere la livrea ufficiale dell'Ordine di Nocturnus.

E prima che avesse la possibilità di decidere in un senso o nell'altro, Hermione vide il proprio nome lampeggiarle davanti dalla proiezione magica. Le sue mani erano sudate mentre le stringeva sulla gonna e si alzò dall'elegante poltroncina con lo schienale dritto su cui era seduta.

Per un breve istante, il suo sguardo sfiorò la porta che conduceva all'uscita del Maniero. Poteva fuggire nel parco e fare del suo meglio per dimenticare questa decisione infelice. Non avrebbe nemmeno dovuto dire a Harry del suo errore di giudizio.

Il pensiero era terribilmente allettante e fugace. Perché aveva riflettuto abbastanza a lungo su questo momento e non era sicura se Malfoy sarebbe stato disposto ad ascoltarla. Ma se non ci avesse provato e le cose in Francia avessero continuato a peggiorare, non si sarebbe perdonata l'indelicatezza di andarsene.

Tirando fuori ogni grammo di coraggio possibile, Hermione rafforzò la sua postura e fece un cenno alla guardia dal volto duro che la aspettava. Lui la condusse fuori dalla stanza e lei, a ogni battito sfacciato del cuore nel petto, si chiese cosa diavolo stesse facendo.

_______________________

La camminata verso la sala del trono fu più lunga di quanto Hermione avesse previsto... o forse erano solo i nervi che stavano mettendo a dura prova la sua sensibilità. Mentre i corridoi del Maniero dei Malfoy si snodavano come un labirinto dietro ogni angolo, si costrinse a mantenere il respiro regolare nel caso in cui avesse dovuto attraversare una stanza che avesse riconosciuto dalla sua ultima visita durante la guerra.

Ma nulla le sembrò familiare e Hermione si rese conto di quanto il Maniero fosse davvero enorme.

Alla fine la guardia al suo fianco si fermò, spingendo una elaborata porta blu notte con dettagli in argento intarsiato. Hermione avrebbe potuto alzare gli occhi al cielo di fronte al suo design complicato, se non fosse stato per il desiderio di correre che la attraversava a ogni passo.

Seguì la guardia nella stanza, con i piedi che si muovevano come se avessero una propria volontà, e quando alzò lo sguardo dal centro della stanza, Malfoy era davanti a lei. Era seduto a una scrivania ricoperta di carte, nonostante i due enormi troni che incombevano alla sua destra. Altre due persone stavano ai suoi lati.

NOCTURNUS (traduzione - In_Dreams)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora