Capitolo Sessanta: Il Sigillo Delle Sette Stelle

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“Dimmi Vex, che cosa intendi che sono destinato ad autodistruggermi?”
Chiede con estrema calma Raoh, sebbene le sue parole sono cariche di pathos.

“Cercherò di essere il più chiaro possibile…” Risponde Vex, appoggiandosi sopra una roccia. “Il tuo corpo ha raggiunto il limite umano della forza e potenza, sei all’apice delle tue possibilità.
Eppure hai acquisito una tale forza, che essa travalica anche le tue possibilità reali, è questo ti porta a essere sul punto di rottura.”

“Punto di rottura?” Chiede Raoh, mentre Fudo ascolta perplesso.

“Cercherò di farti un aforisma. Il tuo corpo è come un’otre, possente, resistente e capace di contenere un grande potere che in questo caso è l’acqua.
Ma ora questo potere è aumentato fino oltre i limiti concessi dal tuo corpo, possiedi più potere di quanto saresti portato naturalmente a possedere.
Ora possono succedere soltanto due cose, ovvero nel caso la tua otre sia scoperta, l’acqua in eccesso cadrà di fuori, come energia e potere perso.
Nel secondo caso, se la tua otre è coperta, il tuo potere cercherà una via di fuga, fino a fare esplodere l’otre che la contiene.”
Dichiara Vex, con una espressione che sentenzia un disastro inevitabile.

“Quindi mi stai dicendo, che sono diventato talmente forte da rischiare di esplodere?” Chiede Raoh, con una espressione insondabile in quel momento.

“Esatto…” Risponde grave Vex.

Ma la reazione del guerriero di Hokuto è inaspettata per i presenti, fatta eccezione per la principessa Nimoi.
Raoh comincia a ridere di gusto, una risata folle, di autocompiacimento.
Per il guerriero di Hokuto non esiste nulla di più divertente, nel sapere che ha raggiunto un tale potere, da rischiare di scoppiare.
D’altro canto, sarebbe veramente triste se il suo corpo non reggesse fino al compimento del suo sogno.

“Non capisco…” Dichiara Vex, osservando stranito il guerriero ridere.
“Ti ho appena detto che rischi di morire, e tu ti metti a ridere come se ti avessi detto una barzelletta?”

“Ovvio!” Risponde Raoh con un sorriso a trentadue denti. “Non posso fare a meno di ridere, e gioire nel sapere di aver raggiunto il mio apice!
Eppure non posso fare a meno di pensare che sarebbe una seccatura, se morissi a causa di ciò.” Dichiara infine Raoh, massaggiandosi il collo.

“Non c’è nulla che possiamo fare?” Chiede in apprensione la giovane Nimoi.

“Beh effettivamente ci sono un paio di cose che possiamo fare. La cosa più urgente è certamente applicare dei limitatori a Raoh, affinché il suo potere non lo distrugga da dentro.” Risponde Vex, con voce pacata.

“Limitatori? Di cosa parli?” Chiede Raoh, che non sembra convinto da quella affermazione.

“Nel mondo della lotta, si tratta di sigilli imposti a un guerriero per limitare o sigillare la forza.
Nel tuo caso si tratterebbe di sigilli che limiterebbero l’emissione della tua forza, in modo tale che essa non ti distrugga nel momento meno opportuno.”
Spiega Vex, con fare sempre annoiato e pacato. Sebbene il caso sia delicato.

“E sentiamo, dove dovremmo andare?” Chiede Raoh, che non sembra convinto della cosa.

“Si dia il caso che dovresti già conoscere questa tecnica, dato che l’hai vista imporre a suo tempo a una tua conoscenza….” Risponde Vex, con fare enigmatico.

Raoh a quelle parole prende a pensare, non riuscendo subito a capire le parole di Vex.
Poi come un lampo a ciel sereno, Raoh si ricorda delle sette cicatrici di Kenshiro, che erano state imposte da Shin.
Raoh si ricorda che esse non erano soltanto scenografiche, in quanto avevano un potere intrinseco.

“Le sette cicatrici di Kenshiro! Mi vuoi dire che è quella la risposta?”
Chiede Raoh, che fissa Vex in cerca di una risposta esauriente.

“Esatto…” Dichiara Vex, alzando lo sguardo verso Raoh. “Il suo nome esatto è Sigillo delle sette stelle di Hokuto! Una tecnica della Sacra scuola di Nanto, creata per fermare eventuali successori della dinastia di Hokuto, che hanno perso la via e il senno.”

Hokuto no ken: Raoh's Gaiden "Lemuria" Where stories live. Discover now