Erano tutti svegli a fare colazione e decisi, prima di sedermi anche io, di prendere il vassoio per Tisha e portarglielo, presi una porzione di pancake alla nutella, una tazza di latte caldo e qualche frutto prima di scendere le scale.
Per giorni quando entravamo a lasciarle il cibo non ci guardava nemmeno, stava in silenzio concentrata su qualcosa.
Mi spezzava il cuore vederla in quello stato.
Appena entrai però mi accorsi che la situazione era diversa, qualcosa era cambiato in quella notte perché mia figlia si avvicinò a me per prendere il vassoio "grazie mamma" sussurrò imbarazzata.
Appoggiò il vassoio sul tavolo che c'era e guardando a terra parlò di nuovo "sai, ho riflettuto molto, vorrei poter parlare con tutti voi più tardi se vi va" mi venne quasi da ridacchiare a vederla così, da quello che mi avevano raccontato gli altri non era mai stata tipo da imbarazzarsi.
Le sorrisi "certo, dopo verremo tutti assieme qui da te" mi fece un piccolo cenno di ringraziamento e tornò a mangiare.
Due ore dopo eravamo tutti e sei dentro con lei "mi dispiace per quello che vi ho detto, non posso dire di non averlo pensato o di aver mentito solo per ferirvi ma ho di certo usato il tono sbagliato, mi dispiace molto" si scusò.
Vidi che i miei fratelli erano basiti, non credo che avesse chiesto scusa spesso in tutti quegli anni.
Dopo qualche secondo imbarazzante di silenzio riprese a parlare "so che tutto quello che avete fatto in passato" si rivolse agli zii e alle zie "l'avete fatto credendo di fare il mio bene, non volevo fare l'ingrata, mi avete accolto qui e mi avete salvato la vita più volte, ma nel cercare di darmi libertà mi avete lasciata ad affrontare cose troppo grandi da sola e non posso dire che in tutti questi anni io non mi sia mai sentita sola" spiegò con calma.
Loro annuirono comprendendo e Tommaso le mise le mani sulle spalle "mi dispiace, avrei dovuto fare in modo di farti sentire di più come una figlia per noi perché lo sei, avrei dovuto impedire che ti focalizzassi solo sul voler fare il soldato, così ti sei persa moltissime cose buone della vita" la ragazza gli saltò tra le braccia abbracciandolo forte, dalla reazione che ebbe capii che nemmeno le manifestazioni pubbliche d'affetto fossero nel suo genere.
Poi si voltò verso Pietro e abbracciò anche lui "ti ringrazio, sei sempre stato quello che mi sosteneva di più, mi dispiace per come ti ho trattato" ricambiò l'abbraccio "non preoccuparti ragazzina, era normale nelle tue condizioni" la rassicurò.
Si voltò poi verso le zie "mi dispiace di non aver passato molto tempo con voi e le mie cugine, ho rifiutato il vostro stile di vita senza nemmeno provarci, mi dispiace" le sorrisero "rilassati, abbiamo tutto il tempo per recuperare e sarà molto divertente" appena sentirono quelle parole i miei fratelli si irrigidirono "ovviamente recupererete sperperando i nostri soldi giusto?" chiese Tommaso, la moglie gli sorrise civettuola "è per il bene di nostra nipote" e poi si avvicinò a lui e gli mise una mano sul petto "dovrò prendere nuovi completi, chissà perché finiscono sempre a pezzi sul pavimento della tua camera" a quelle parole mio fratello si illuminò "e va bene, ma quando tornerai dovrai farmi una sfilata personale ci siamo capiti?" le disse baciandole il collo.
Mi veniva da vomitare a quella vista, mia figlia era evidentemente d'accordo con me "ehi voi due, aspettate di essere soli almeno, che schifo" li prese in giro.
Arrossirono e si distanziarono ma sorrisero leggermente.
A quel punto Tisha si voltò verso di noi con la faccia di nuovo seria "mamma, papà, non posso dire che mi siate mancati in tutti questi anni, è come se non vi conoscessi affatto, ci sono stati momenti in cui mi sono sentita invidiosa del rapporto che i miei cugini avevano con i loro genitori perché voi non siete mai stati così con me, almeno per quello che posso ricordare, tuttavia" la speranza si riaccese dentro di me "eravate molto giovani e comprendo lo shock di avere un bambino a quell'età, quindi vorrei ascoltare una vostra spiegazione e vorrei provare, in futuro, a passare del tempo con voi per provare a risanare il nostro rapporto" terminò.
STAI LEGGENDO
SPERDUTA NELLA NEVE
ActionBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...