Myra non aveva idea di ciò che le sarebbe accaduto. Pensava che quel thè maledetto fosse l'unica punizione al suo comportamento.
L'umile serva non aveva mai creduto nei sette dei, ma d'un tratto si ritrovò ad essere credente e ad invocarli uno ad uno. Dapprima la Madre, poi il Padre, la Vergine, il Fabbro, il Guerriero e la Vecchia. Non avrebbe mai creduto che di lì a poco avrebbe supplicato lo Sconosciuto di prenderla con sé.
Passò ore di agonia all'interno della cella, che puzzava di vomito e piscio, tanto fredda da gelarle il sangue. Non riusciva a vedere oltre il proprio naso e sentiva le urla degli altri prigionieri che venivano torturati. Rabbrividiva ogni volta che uno di questi si innalzava, svegliandola da quel sonno febbrile che la tormentava.
Intravide la luce fioca di una lanterna nel corridoio, questa si bloccò proprio difronte alla sua cella illuminando il viso di Larys Strong e di una guardia reale.
- Vi prego... Vi prego. - supplicò lei, ancora rannicchiata contro le gelide pareti di pietra. Aveva il volto sporco e segnato dal dolore. Ancora sentiva il sangue rappreso tra le sue cosce.
- Abbiamo quasi finito, domani è il grande giorno. E tu dovrai tornare al servizio del principe. -
Myra sentì una fitta provenire dal suo stomaco, ma rimase immobile. Speranzosa.
- Farò tutto ciò volete, vi prego. - tentò lei, cercando di impietosire i due uomini.
Larys Strong si appoggiò al suo bastone e guardò con un sorriso la giovane serva, burlandosi dei suoi dolori.
- La nostra regina è di buon cuore e ha deciso di non farti uccidere. Del resto, sei così leale che sarebbe una perdita per il palazzo. Ma non possiamo neppure permettere che tu racconti a tutti ciò che hai visto, capisci? -Myra avvertì un brivido di puro terrore percorrerle la schiena. Le parole di Larys Strong risuonavano nella sua testa come un oscuro presagio. Nonostante la promessa di clemenza, capiva che la sua sorte era tutt'altro che florida. Ogni parola pronunciata dall'uomo sembrava avvolta in un velo di minaccia, neppure troppo implicita.
- Non... non racconterò nulla. Ve lo giuro sui Sette Dei. Ve lo giuro! - balbettò, la voce rotta dal panico.
Larys si avvicinò alla cella, il sorriso che gli deformava il viso sembrava ancora più sinistro alla luce tremolante della lanterna. La guardia reale rimase in disparte, con la mano già pronta sull'elsa della spada, osservando la scena con uno sguardo impassibile.
- Non dubito dei tuoi giuramenti, Myra. Ma le promesse non bastano. - replicò Larys, il tono freddo come la pietra su cui Myra era rannicchiata. - Dobbiamo essere certi che tu rimanga silenziosa. Sempre. -
Myra sentì il cuore batterle forte nel petto, ogni colpo sembrava volerle sfondare il petto. Le gambe le tremavano tanto che a malapena riusciva a rimanere accovacciata. La mente cercava disperatamente una via di fuga, un modo per sfuggire a quell'incubo, ma ogni pensiero sembrava dissolversi nella paura.
Non voleva supplicare e piangere, ma fu più forte di lei. Il terrore di morire si impadronì del suo corpo. Aveva fame di vita, aveva il desiderio di passare ancora una notte con il suo Aegon.
L'uomo si fermò e la fissò intensamente. I suoi occhi sembravano alla ricerca di qualcosa. Poi, con un gesto lento si avvicinò ancora di più alle sbarre.
- Il thè che hai bevuto ti impedirà di avere figli, ora e in futuro. Non possiamo certo permettere altri scandali. -
Un singhiozzo sfuggì dalle labbra di Myra. Sentiva che ogni speranza si stava sgretolando, come sabbia tra le dita. La consapevolezza della sua impotenza era soffocante, come un macigno sul petto. Era pietrificata dalla paura, non sarebbe riuscita ad alzarsi neppure se lo avesse voluto.
- Domani, il principe avrà bisogno dei tuoi servizi. - continuò Larys, con un tono che lasciava intendere che il discorso era chiuso. - E tu sarai pronta. E silenziosa. -
Con queste parole, si voltò e si allontanò, la lanterna proiettava lunghe ombre minacciose sui muri della cella.
Mentre quello si allontanava, la guardia prese le chiavi ed entrò nella stanza. Myra trattenne il respiro e in un attimo si ritrovò fuori, spinta dalla guardia verso la stanza più tetra della fortezza rossa.Riconobbe l'odore di sangue e fuoco. La guardia, che era tre volte lei, la spinse contro un palo e la legò con forza.
L'angoscia la soffocava. Ogni respiro era un atto di volontà, ogni pensiero un vortice di disperazione. Sentì di nuovo le urla dei prigionieri nelle celle vicine, un coro di sofferenza che sembrava non avere fine. E tra quelle urla, Myra percepì il proprio silenzioso grido di terrore, un'eco senza voce che riecheggiava nell'oscurità della sua anima.
Aveva già sentito parlare delle torture che avvenivano nei sotterranei, ma mai avrebbe pensato che un giorno sarebbe toccato a lei.
D'un tratto si trovò la guardia contro di sé con una specie di pinza tra le mani.Lei urlò e lui ne approfittò, ficcando quella pinza nella sua bocca e bloccandole la lingua. Tentò di muoversi, di dimenarsi per quanto le era possibile ma non potè fare nulla.
Intravide un'altra figura che stava attizzando il fuoco e passò un secondo arnese ardente al suo seviziatore. Questo procedette con un movimento netto e d'un tratto un dolore profondo annebbiò tutti i sensi di Myra. Pregò lo Sconosciuto di portarla via con sé quando quella pinza rovente le staccò gran parte della lingua.
Il dolore fu indescrivibile e in men che non si dica si ritrovò priva di sensi, ancora legata a quel palo e con un solo pensiero, una sola parola che non sarebbe mai più stata in grado di pronunciare: Aegon.
STAI LEGGENDO
I'm the King - Aegon II Targaryen
FanfictionAegon II Targaryen ha compiuto tanti errori nella sua vita. È un personaggio spezzato, che non ha mai ricevuto amore nella sua vita e sa essere terribilmente crudele. Poco prima della dipartita del suo non tanto amato padre, Viserys I, conosce per c...