CAPITOLO 3 La meta

403 12 0
                                    

Eccolo, un edificio mascherato dall'insegna "Deposito armi pesanti", era quello il mio luogo. All'entrata diedi il mio nome e chiesi di Luke.

"Hedwig! Giuro che pensavo non ci riuscissi, come sei arrivata fin qui?" risposi "Ciao Luke! ho preso il treno, ovvio" lui scoppiò a ridere e non mi chiese i dettagli, mi invitò dentro e mi fece vedere il mio aereo: sarei partita domani alle 11.00.

Con i soldi ricevuti da Hugo andai a comprare qualcosa da mangiare, entrai in un bar. Mentre un cameriere mi serviva fissavo fuori dalla finestra e pensavo al giorno seguente: in aria, tra le nuvole, verso gli Stati Uniti d'America.

Improvvisamente ci fu un urlo, una donna e un bambino furono sbattuti fuori da una casa, proprio lí vicino al bar, si vedeva un poliziotto tedesco a fare ciò, la donna cadde a terra con il bambino.
Senza pensarci nemmeno un secondo mi precipitai fuori e mi chinai sulle due persone, presi il bambino piccolo in braccio e guardai una ferita che la donna aveva in testa, la coprii con un pezzo di stoffa preso dalla mia maglietta vecchia e bloccai il sangue.
Le tolsi il braccio da dietro la schiena e in quell'istante notai la stella di davide.

Inizialmente non diedi importanza alla religione, era ferita, ma me ne sarei presto pentita.
Il tedesco uscí di casa e mi vide a prestare soccorso. Mi si avvicinò e mi diede uni spintone. "Sei matto?!" gli dissi "Non ti intromettere!" urlò.
Ma non mi diedi per vinta: avevo imparato da mia madre a curare ferite e soccorrere malati, lei era infermiera, allora mi feci avanti :" Signore, quella donna deve essere curata, non può trattare in questo modo un essere umano." Lui si girò ancor più irritato, era biondo con occhi azzurri (tipico tedesco) e il suo sguardo mi fulminò "È un'ebrea!" Urlò nuovamente, ed io ripetei :" È un essere umano!" scandendo bene le parole.
Il poliziotto mi si avvicinò, mi strinse il braccio e disse "Vieni con me." .
E mi portarono via mentre l'ebrea subiva un altro uomo.

La sua stretta era dura e ferma, "Mi fa male!" gli feci notare, lui non ci fece caso. Arrivammo a fianco alla sua macchina, mi prese lo zaino e frugò dentro. "Non hai documenti" concluse.
Merda. "Dov'è il problema?" chiesi fingendomi innocente. "Aiuti un'ebrea e sei senza documenti.". Ero bionda con gli occhi azzurri, sicuramente non ebrea, ma il fatto che la aiutassi...
secondo le loro regole ero colpevole di un reato.
Ma NON potevo lasciare che il nazismo conquistasse il mondo!

___________________________
Grazie mille per leggere la storia♥️

Il braccio sinistro di HitlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora