CAPITOLO 9

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Charles Leclerc ha una voce stupenda, come i suoi occhi. Per questo, quando mi parla al tramontar del sole, mi sembra di essere in paradiso. E quando mi girai verso di lui, mi accorsi che mi stava già fissando.

<<già>> risposi.

<<sai da piccolo amavo il tramonto, andavo sempre a guardarlo con mio padre>> stavo per rispondere ma sentimmo un rumore sordo.

Oh no, l'ascensore no. Guardai Charles, spaventato quanto me.

<<cazzo>> mi guardai in torno cercando qualcosa per poter uscire, un pulsante allarme o cose così. Ma non c'era niente, <<come è possibile che in una città all' avanguardia come Miami, non ci sia un pollante d'allarme in caso di blocco delle ascensore?>> dissi sedendomi a terra e prendendo il telefono.

Charles si sedette accanto a me <<adesso arriverà qualcuno, siamo a Miami, vedrai>> disse provando a rassicurarmi.

Io presi il telefono, scattai una foto al tramonto e postai una storia su instagram scrivendo "bloccata in ascensore, ma almeno una vista stupenda" e misi l'emoji con il sole e con la macchina rossa di F1. Mi girai verso di lui :<<vuoi che ti tagghi?>>

<<oh si, a proposito, accetta la mia richiesta, è li da 1 mese ormai>>

Sorrisi, lui riprese a parlare <<possiamo parlare?>> d'un tratto divenne serio.

<<stiamo parlando>> dissi guardandolo.

<<sai cosa intendo dire>>

Sospirai.

<<ti ho già detto che non ti deve interessare Charles, è la mia vita ed è stato tempo fa, quindi evita, ok?>> dissi.

Stavo iniziando ad arrabbiarmi, cosí mi alzai. A lui non deve importare della mia vita, lo conosco ormai da quasi 2 mesi e posso dire con certezza che non saprebbe come aiutarmi. In più, come se tutto il resto non fosse abbastanza, se parlassi di quella persona, probabilmente Charles entrerebbe nei guai, e questo non voglio che accada.

Si alzò anche lui. <<perché? Parlarne con qualcuno potrebbe aiutarti, potrebb->>

<<pensi che non ci abbia provato?>> dissi alzando la voce <<ne ho parlato. Si, lho fatto con 1 psicologo, mio padre e una mia amica, è cambiato qualcosa? No. È successo lo stesso, non si può cancellare>> mi voltai verso il cielo, dandogli le spalle.

<<non ti sto dicendo di cancellare, so che non possiamo farlo, anche io vorrei cancellare la morte di Jules, ma non possiamo>> Mi cinsele spalle con le sue mani, io sussultai <<non ti sto dicendo di dimenticare, Wendy, ti sto dicendo di parlarne, con me>>

Mi voltò verso di lui, eravamo vicini, molto, molto, vicini.

<<non posso farlo>> dissi con le lacrime agli occhi.

<<perché no?>>

<<perché->> La suoneria del mio telefono interruppe. Menomale, stavo per fare una cazzata abissale. Non posso dirgli che chi ha fatto quel che ha fatto, è una persona che lui conosce. No, probabilmente sono anche amici.

Risposi al telefono <<pronto?>>

<<hei pulce, tutto bene? Ho visto la storia>> la voce di Robert mi invase le orecchie.

<<si Rob, tutto bene, siamo qui solo da 10 minuti, per ora la claustrofobia non si sente>> dissi. Lui rise e Charles, davanti a me, fece un piccolo sorriso.

<<menomale. Hai usato il plurale nella storia, sei con qualcuno?>> domandò.

<<si, sono con>> tossì <<sono con Charles>>

<<oh, bene, almeno non sei da sola. Mi lo fai salutare?>>

Feci una faccia stranita, non lo conosceva neanche, perché voleva salutarlo?

<<si ora te lo passo>> dissi. Porsi il telefono a Charles e anche lui mi guardò stranito.

<<Sono Charles>> disse per fare capire che gli avessi passato il telefono a Robert. Poi, iniziò ad annuire e dire <<si>> <<certamente>> <<certo Signore>> ed infine <<arrivederci>>. Charles aveva una faccia abbastanza strana, chissà di coos'hanno parlato, spero non di me, insomma sono qui davanti. Robert ne sarebbe capace, da quando mio papà è deceduto, e mia mamma è in quel centro di ricovero, Robert si è occupato di me e mi ha fatta diventare quella che sono ora. Situazione famigliare indecente, lo so, ma non posso farci niente se mio papà è morto in un incidente d'auto e mia mamma è uscita fuori di testa.

<<che ti ha detto? Perché quella faccia?>> chiesi a lui.

<<niente, stai tranquilla>> disse avvicinandosi alla porta.

<<Tutto bene lì dentro? Ho chiamato i soccorsi>> disse una voce da fuori, chissà chi era. Magari Carlos, anche se non sembrava, o una persona sconosciuta che si era accorta di noi.

<<si Mate, tutto bene, tiraci fuori da qui, grazie>> disse. Allora lui lo conosce, "mate", significa compagno, ciò significa che è un pilota, come lui.

Dopo poco tempo arrivarono i soccorsi, ci vollero 5 minuti per aprile l'ascensore e quando si aprì finalmente potemmo uscire.

La porta era aperta, ore bisognava uscire.

<< esci prima tu>> dice Charles.

<<no, esci prima tu, così poi mi dai una mano>> risposi.

<<no, esci prima tu, se cadesse l'ascensore, tu cadresti insieme ad esso>>

Lo guardai <<come sei melodrammatico>> dissi alzando gli occhi al cielo <<e comunque, se cadesse l'ascensore, cadresti anche tu, forza, muoviti>>

Lui sospirò, e mi guardò <<vai prima tu, c'è Max che ti può prendere, oltre ai soccorsi. Va, mi fido di lui>>

<<Stammi dietro però, ok? >> dissi, è così uscí per prima io. Una forte mano prese la mia e con il suo aiuto riuscì a tirarmi fuori dall'ascensore.

<<Grazie>> dissi per poi alzare gli occhi. Non appena lo feci, però, mi mancò il respiro, vedendo la persona che avevo davanti.

SPAZIO AUTRICE
buongiorno welcome, come state? spero bene.
Qui un nuovo capitolo per voi, in questi giorni sono abbastanza impegnata e non riesco a scrivere molto, ma mi farò perdonare, lo giuro.
XOXO

Wish-Us in Red- Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora