Sono nella sala ristoro dell'albergo pronta a consumare la mia amata colazione a base di fette biscottate con la marmellata e un bel bicchiere di caffè latte freddo. Alla mia destra mia madre legge qualcosa sul suo cellulare, molto probabilmente qualche nuova ricetta con cui deliziarci appena troveremo casa a Napoli, ma di mio padre neanche l'ombra.
<<Allora, come procede con lo spagnolo?>>
Mi chiede poggiando lo smartphone sul tavolo, guardandomi con aria serena. Ho iniziato a studiare lingue tramite una sorta di università telematica un anno fa e, per quanto alcune lingue si rivelino abbastanza complicate, devo ammettere che come percorso non mi sta dispiacendo e poi potrebbero sempre servirmi in futuro.
<<Abbastanza bene>>
Rispondo prima di sorseggiare un po' di latte.
<<Ti sta piacendo come lingua?>>
Continua lei mordendo la sua brioche.
<<Sicuramente più del tedesco>>
Rido divertita poggiando il bicchiere accanto al piatto e in quel momento sentiamo delle risate provenire dal tavolo di fronte a noi, dove di solito tutta la squadra si siede a fare colazione. Alzo lo sguardo e noto mio padre salutare ad uno ad uno i calciatori. "Siamo pronti Mister!", afferma qualcuno dei ragazzi salutando mio padre e, solo dopo aver salutato tutti, quest'ultimo si avvicina al nostro tavolo.
<<Ecco le mie donne!>>
Poggia le mani sulle mie spalle e mi lascia un bacio sulla testa poi fa lo stesso con mia madre.
Si accomoda alla mia sinistra e stiracchia le gambe sotto al tavolo.
<<Com'è organizzata la giornata oggi?>>
Domanda mia madre finendo di mangiare la sua brioche.
<<Tra qualche minuto andiamo al campo, oggi doppia seduta di allenamento, una stamattina e una oggi...>>
Prima di proseguire con il discorso si volta a guardarmi.
<<Tesoro perché non vieni anche tu? Potresti seguire gli allenamenti da bordo campo invece di stare chiusa in camera>>
Propone speranzoso poggiando una mano sul tavolo. È da quando siamo in ritiro, compreso quello a Dimaro, che passo il mio tempo o in camera o su qualche divanetto dell'albergo con le cuffie nelle orecchie.
<<Papà...lo sai che mi scoccio e poi non conosco nessuno>>
Lui mi guarda come se avessi appena detto un'assurdità e ribatte.
<<Eh ci credo, non vieni mai al campo con me perciò non conosci nessuno...sarebbe anche un modo per svagarti un po'>>
Si gira verso mia madre alla ricerca di un po' di approvazione da parte sua.
<<Tuo padre ha ragione, vai con lui tanto se ti scocci puoi sempre tornare in hotel>>
Appena sento le sue parole sospiro e passo lo sguardo da una all'altro.
<<Eh va bene...>>
Dico arrendevole poggiando la schiena allo schienale della sedia.Finita la colazione, come deciso in precedenza, raggiungo il campo con mio padre. In queste settimane non ho parlato quasi mai con nessuno, fatta eccezione per sporadici saluti tra i corridoi scambiati con alcuni dei calciatori. A giudicare da come ne parla papà sembrano tutti bravissimi ragazzi. Elogia sempre le loro qualità in campo e la loro voglia di fare, cosa che forse stavolta potrò constatare con i miei occhi.
Mi siedo a bordo campo, sui sedili della panchina e inizio a guardarmi intorno. Alcuni tifosi iniziano ad occupare dei posti sulle gradinate ai lati del campo per assistere all'allenamento mattutino e io, nonostante sia la figlia del mister e frequenti questi ambienti da anni, mi sento quasi un pesce fuor d'acqua.
<<Tutto bene tesoro?>>
Domanda mio padre mentre sistema il berretto sul suo capo.
<<Si...>>
Mento passando lo sguardo da lui al prato del campo.
<<Se hai bisogno di qualcosa puoi chiedere a lui...>>
Indica un punto alle mie spalle, così mi giro verso la direzione da lui indica e vedo un uomo con in mano una macchinetta del caffè e un pacco di bicchierini di carta sotto al braccio.
<<Lui è Tommaso Starace, magazziniere della squadra...>>
Mi inizia a spiegare mentre l'uomo in questione fa il giro tra i vari membri della società distribuendo caffè.
<<...e si, fa un caffè eccezionale>>
Ridacchia portando le mani sui fianchi e in quel momento il soggetto della nostra conversazione si avvicina a noi.
<<Buongiorno mister! Gradite un po' di caffè?>>
Domanda subito a mio padre prendendo uno dei bicchierini.
<<Facciamo due, così lo assaggia anche mia figlia>>
A quelle parole Starace punta lo sguardo su di me, mi scruta per alcuni secondi poi versa il caffè nei bicchierini.
<<Complimenti, proprio una bella ragazza>>
Si complimenta prima di porgermi uno dei bicchierini.
<Grazie...>>
Rispondo in imbarazzo mentre il calore del caffè riscalda la mia mano.*********
Eccoci qua, cosa ve ne pare di questo primo capitolo?

STAI LEGGENDO
PENSAMI - Giovanni Simeone
FanfictionEssere la figlia di uno degli allenatori più ricercati in Italia vuol dire cambiare città con una certa rapidità, ma questo Valentina lo sa bene. Suo padre, Antonio Conte, ha da poco intrapreso un nuovo percorso con una nuova squadra, il Napoli e l...