Four.

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Dicembre.

Esaurita. Ecco come mi sentivo. Non sopportavo più nessuno, non parlavo con nessuno, se non con Lupin, che, avendo pazienza con me, riusciva a consolarmi. Neville era come se adesso fosse figlio unico, quando gli passavo davanti ero come un fantasma, mai esistita. Nonostante ciò, nonna Augusta non ne era al corrente. Scelsi di non dirle niente, o si sarebbe preoccupata all'istante. Non sopportava quando io e Neville litigavamo, se lo avrebbe saputo, ci avrebbe mandato una strillettera d'urgenza. Avrei dovuto trovare un modo di parlare con Neville, specialmente durante le vacanze di Natale, cosi che lei non si sarebbe turbata, non si sarebbe fatta problemi. Erano le 15.00, eravamo tutti uniti ad astronomia, per fare una pergamena sul destino dell'Universo, una vera seccatura. Astronomia mi piaceva poco, infatti, non davo il massimo in quella materia, non curandomene niente. Poi, dalla porta dell'aula, vidi Laura entrare con un mucchio di libri in mano. "Ho fatto tardi, la professoressa mi ammazzerà!" Esclamò sotto voce, affannata e sedendosi. "Non farti vedere, fai come se nulla fosse" Replicai, alzando la testa dal noioso libro. "Fortuna che non l'hai trovata alla scrivania." Emanò Oliver, mentre scriveva sulla pergamena. "Devi smettere di fare ritardi continui, Laura." La rimproverò Percy, mentre sorrideva soddisfatto del suo essere autoritario. "Ma sta zitto, Percy." Lei non si fece mettere i piedi in testa, rispondendolo quasi ridendo. "Ho saputo che Sirius Black è stato avvistato." Raccontai. "Davvero?" Volle sapere Oliver, chiaramente sbalordito. "Sisi, ecco a te, ho portato un giornale della gazzetta del profeta." Glielo diedi e poi diedi attenzione al libro, mentre raccoglievo una pergamena nuova per dare inizio alle mie ricerche. La classe era silenziosa, questo perché la professoressa Sinistra era una donna molto severa, ma non c'era in classe, quindi continuammo a parlare. "Merlino.. mi fa una paura quest'uomo." Ribatté Oliver. "Qualcosa mi dice che è innocente, ma non so chiaramente per quale motivo." Espressi con tutta la sincerità. "io non so più da che parte stare." Laura affermò, aggrottai le ciglia. "Non sai se credere all'innocenza di Black?" Reclamai. " la gazzetta proferisce troppe cose. È difficile collegare i pezzi, non credi?" Spiegò lei guardandomi. "Già forse." Risposi semplicemente.

Ore — 18.00. Mi sdraiai su uno dei divanetti della sala comune grifondoro, in posizione fetale, mentre fissavo il vuoto, con lo sguardo frastornato e fra le nuvole. Oliver, era seduto sul bracciolo del divano, rideva e scherzava con Percy sui professori. Laura, essendo molto popolare, parlava con le sue compagne. Pensavo solo a Neville, a come stava, come passava il tempo senza di me.. mi interessava sapere tutto. Volevo le sue braccia avvolte intorno a me, mentre poi mi guardava con quegli occhietti felici. Non ce la facevo più, volevo che arrivasse subito il Natale, per trovare il modo di riavvicinarsi, quel silenzio era come fare rumore. Dava fastidio, irritava, faceva arrabbiare. Ero sull'orlo di piangere, di scoppiare a lacrimare davanti a tutti, ma non potevo. Mi sarei fatta prendere per stupida. Ero stanca continuamente, ebbi un forte calo di energie, madama Chips, infermiera della scuola di Hogwarts, dove andavo spesse volte per le ferite a causa del Quidditch, mi fece la ramanzina numerose volte, perché nonostante la mia fragilità, continuavo a sforzarmi di studiare e allenarmi. Come una cretina, non ero ancora soddisfatta dei miei successi, sapevo che per i professori bastava, ma io, volevo vedermi proprio sfinita, quando finalmente sarei stata abbastanza per me stessa. Sta sera, sarei dovuta andare da Lupin, ma non ce la facevo, ero distrutta, mi stavo disintegrando l'anima. Lupin in qualche modo, mi faceva da psicologo, mi faceva stare bene anche per poco, quindi andare da lui era come incontrare la salvezza. Mangiavo poco, e quando andavo da lui mi dava motivazione per mangiare di più. Mi spiego? Mangiavo solo se me lo chiedeva lui, forse perché mi rassicurava. Adesso però, era Neville che dovevo pensare, anche se, sperai che andasse tutto bene, per poi dare la mia attenzione a Lupin. Forse ero innamorata di lui, quando stavo con lui mi batteva forte il cuore, la notte lo sognavo, durante le lezioni lo pensavo, e quando stavo con lui, tutto ciò che facevo era guardarlo e poi arrossire. Era troppo magnifico, era un uomo ideale, con rispetto parlando, uno disposto forse a dare tutto per la sua donna. Mi disse che non era sposato, peccato, una moglie sarebbe stata fortunatissima ad averlo, anche se sarei morta se lo avrei visto con un altra, con la fede al dito. Sarei morta di gelosia, ma sapevo che tutto ciò era sbagliato, proibito, illegale. Mi avrebbero sbattuta fuori Hogwarts e lui direttamente ad Azkaban. Poi, per forza lui mi vedeva come una semplice studente in cerca di aiuto per riconciliarsi con il proprio fratellino, poi lui sicuramente vorrebbe una donna al suo fianco, non una ragazzina. Abbiamo mente diversa, caratteri diversi.. sarebbe stato troppo difficile.. e folle. Cose da pazzi. Poi, 16 anni di differenza, sarebbe stato troppo. Si, ho fatto anche il calcolo degli anni di differenza che avevo con lui, ma nulla, erano troppi. Cose da pazzi, ripetei fra me e me. Oliver si avvicinò sorridendo. "Abbiamo deciso di rimanere svegli fino a tardi dato che domani è sabato, rimarremo in sala comune fino a tardi. Ci stai?" Chiese tranquillamente, mentre mi alzai di scatto. Sarei dovuta andare da Lupin, volevo e dovevo vederlo. "Non posso." Ribattei. No, non sapevano mi incontravo con Lupin di sera per Neville, ne lui, ne Percy, ne Laura. "Ma come mai? Lo abbiamo sempre fatto. Hai sempre accettato." Oliver esternò chiaramente spazientito. "Questa volta sono stanca." Mi alzai e uscii dalla sala comune, ma incontrai Neville tenere una pianta magica, la Mimbulus Mimbletonia. Mi guardò male, cosa che non ha mai smesso di fare da quando si staccò da me. "Neville." Lui sbuffò al suono della mia voce che lo richiamava. "Non mi parli più." Lo fermai prendendogli il polso. "Lasciami." Aveva una faccia triste, lo lasciai, forse era meglio. Se ne andò via. Ogni giorno vivo con quel dubbio costante, perché? Non ce la facevo proprio ad aspettare il Natale, ma dovevo, o non avrei concluso nulla.

Forbidden - Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora