Capitolo 28

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Dylan

Mi sveglio avvolto da un buonissimo profumo.

Insolito.

Mi rigiro nel letto e lo sento stranamente caldo. Il cuscino sembra emanare un sentore di fragola e vaniglia.

Apro gli occhi assonnati e, nel torpore, intravedo l'altro stropicciato; le lenzuola sfatte.

Sbatto le palpebre un paio di volte, prima di mettere a fuoco. Mi tiro su a sedere all'istante "Annie!" Ogni dettaglio della notte trascorsa mi torna in mente: dal rientro a casa dopo la festa, al sesso pazzesco, alla doccia insieme in piena notte e poi di nuovo ...

«Buongiorno!» La vedo varcare l'uscio della mia stanza con un vassoio tra le mani e un sorriso radioso che le illumina il viso incantevole. I capelli biondi e fluenti le scendono come una cascata indisciplinata tra le spalle e la vita sottile, il corpo delizioso coperto solo dalle mutandine che indossava ieri e una mia camicia slacciata.

Si siede sul letto vicino a me, con le gambe piegate di lato e la schiena eretta, appoggiando il vassoio sul materasso, tra di noi.

«Da quanto sei sveglia?» Le chiedo, alzandomi seduto anch'io e compiacendomi del suo sguardo che segue lo scivolare delle lenzuola lungo il mio corpo nudo.

Distoglie in fretta gli occhi dai miei addominali «Ehm... da un po', non sapevo quali fossero i tuoi piani per oggi, così... ho pensato di prepararti la colazione per poter affrontare una nuova giornata».

Osservo le Crêpe Suzette, dall'aspetto invitante, disposte a scala circolare su un piatto e accompagnate da due bicchieri di succo d'arancia «Non avresti dovuto avere così tanta premura».

Assume un'espressione corrucciata «Perché no?»

«Perché sei mia ospite e non so quanto tu sia riuscita a trovare di là in dispensa».

Si stringe nelle spalle «Il necessario e cucinare per ricambiare la tua ospitalità è stato solo un piacere».

La guardo, pensando a quanto mi sembri inverosimile vivere questa situazione. La mattina mi alzo presto, cercando spesso di raccogliere i "pezzi" di mia madre andati in frantumi la sera precedente e quando mi sveglio con accanto Virginie è tutto così freddo e distante da non vedere l'ora che se ne vada. Mi viene l'istinto di accarezzarle il volto delicato e spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Grazie piccola Annie».

«Assaggia. Non so ancora cosa ti piace, ma...» la zittisco con un bacio improvviso, non perché non abbia voglia di sentirla parlare, ma per il bisogno incontenibile del contatto fisico che mi trasmette.

Rimane interdetta a guardarmi, con le gote arrossate.

«Va benissimo. Sono buone già dall'aspetto» Afferro un pezzo di Crêpe e lo porto alla bocca, leccandomi le labbra nel gustare il sapore eccezionale «Mmm... altro che buone, sono divine! Spiegami, come fa una ragazza così giovane a saper cucinare così bene?»

«È merito di mia nonna. Mi ha insegnato le sue gustose ricette sin da quando ero bambina».

«Deve essere proprio in gamba questa nonna».

Le brillano gli occhi al solo pensiero «È eccezionale. Il miglior esempio di virtù che potessi avere». Prende uno dei bicchieri di succo d'arancia e ne beve metà contenuto, per poi porgere l'altro a me.

«Spremuta d'arancia fresca, non chiedo di meglio la mattina».

Sorride di gioia «L'ho immaginato, vedendo il portafrutta con le arance e lo spremiagrumi nel ripiano della cucina»

"Con la neve nel Cuore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora