Il fuoco. Le urla. Un uccello dalle ali annerite cerca di volare oltre le mura ma le mura non ci sono più. Sono solo resti. Ossa nere. Un cranio nero la guarda negli occhi. "Scappa." Sussurra ma è un grido.
"Non sei degna di questa sorte." Una voce la schernisce. È quella di Anika. Un quadro di lei e Kali, in immacolati abiti da spose. Gli abiti diventano lentamente neri come se una muffa li ricoprisse.
Kali sorride ancora ma nella sua guancia una lacrima crea un solco che diventa un taglio che si apre e mostra il mondo dietro il quadro. Una foresta e una bacchetta di cristalli rosa. "Alki Muraki" gridava la bacchetta e la foresta diventava un muro intorno ad essa.
"Non sei sola." La voce era rassicurante. "Proteggilo, se puoi"
Era Kali. Lei le stava parlando. L'avrebbe guidata. Non era sola.
Si svegliò e trovò due occhi color acquamarina a pochi centimetri dal suo.
"Principessa, sembravate intrappolata in un incubo." Lo sguardo era sinceramente preoccupato. La mano posata sul suo braccio si ritrasse.
"Sembrava più una premonizione." Soppesò gli sprazzi di sogno che lentamente sfumavano dalla sua memoria. "Ho sentito la voce di Kali. Ed è strano che l'abbia riconosciuta perché non l'avevo mai sentita prima."
"Cosa diceva?" Coren si sedette sul pavimento.
"Una formula. Alki Muraki."
"Non l'ho mai sentita."
"Credi che Kali mi abbia davvero parlato?" la principessa era incerta.
"Credo che tu fossi solo molto stanca, Kalipso." Sentirlo ancora pronunciare il suo nome aveva un effetto strano. Era un sentimento nostalgico e nuovo al tempo stesso.
Mangiarono del pane poi si organizzarono per la partenza. Dovevano cercare una mappa, armi e delle provviste.
I vestiti puliti erano stati un sollievo ma gli strati di sporcizia sulla pelle le davano ancora prurito.
"Cielo, non so cosa darei per un bagno prima di partire." Si lasciò sfuggire lei.
"Potremmo andare ai bagni pubblici." Propose Coren.
"Cosa sono?" chiese lei.
"Sono grandi vasche piene d'acqua che esistevano nel passato e che sono sempre esistite nel regno di Honjin. Tutti possono andare gratuitamente a lavarsi. Credo siano state create per migliorare l'igiene e evitare malattie." Spiegò pazientemente il giovane.
"Credo di averne vagamente sentito parlare. Possiamo andarci?" chiese con gli occhi che le brillavano dalla curiosità.
"Credo che un bel bagno faccia bene a entrambi." Coren sorrise.
Uscirono in strada. Era da poco passata l'alba, c'erano tantissime persone in giro. Sentì qualcuno raccontare della propria serata, lamentarsi del caldo dei giorni precedenti, ridere di battute di cattivo gusto. Vortice era una cittadina piena di vita.
Si creò un corridoio di persone. Kalipso vide che il motivo era il passaggio di un insetto dai colori metallici, grande come una scarpa e piatto. Era uno scorabeone. Poteva sentire il suo zampettare e il sibilo del suo richiamo anche nel vociare della strada. Aveva una corazza scintillante, verde e argentata, che copriva il pungiglione velenoso. Gli scorabeoni erano tra animali più pericolosi al mondo ma la gente del Deserto li venerava al punto, non solo da non averne paura, ma persino da cedere loro il passaggio invece di ucciderli. Erano talmente importanti che erano rappresentati nella bandiera del Deserto, insieme al serpente.
I bagni pubblici erano un edificio a un piano, decorato come le case dei mercanti. Aveva un patio all'ingresso e all'interno due grandi porte separavano uomini e donne.
STAI LEGGENDO
La principessa delle Rovine
Fantasy*** Nuovi capitoli ogni mercoledì *** Nuova Trama: Kalipso ha passato gli ultimi 5 anni rinchiusa nei sotterranei del suo castello. Il prezzo della sua libertà è stato perdere la sua casa e i suoi cari. Potrebbe decidere di scappare e vivere seren...