Capitolo 123.

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Pov's Burak.

Esco dal bagno ancora con il nervosismo che mi pulsa addosso, i pensieri di questa lunga giornata si mescolano in testa e non vedo l'ora di rilassarmi un po'.
Norah è giù con Fanny,quando siamo rientrati l'ha completamente rapita.
Continuo a torturami il cervello.
Norah rientra in camera e l'aria cambia subito.
Le sue guance sono arrossate, gli occhi brillano leggermente, e capisco al volo che deve aver bevuto qualcosa.
Mi si avvicina con il suo abitino da notte di raso color bordeaux, il tessuto scivola sulle curve con una naturalezza che sembra fatta apposta per stuzzicarmi.
I suoi passi sono lenti e sensuali, quasi distratti mentre si sposta nella stanza, ma noto come il vestito le avvolge i fianchi e quel leggero ondeggiare dei movimenti.
Mi sforzo di mantenermi serio, ma è una tentazione continua.
Mi avvicino al letto, sedendomi sul bordo mentre la guardo sistemarsi. Non posso fare a meno di lanciargli un'occhiata curiosa, e quando si gira per un attimo, riesco a scorgere quel sorrisetto malizioso che si affaccia sul suo viso.

"Norah, hai bevuto un po' troppo, forse?"

Le chiedo con una punta di sarcasmo mentre la osservo ancora.
Lei si gira, lasciandosi cadere sul letto con fare distratto.

"Solo un pochino."

Risponde, lasciandosi andare a una risatina.

"Fanny ha insistito... per brindare a qualcosa, alla vita, o alla fortuna, chi lo sa."

Si passa una mano tra i capelli, e vedo che è rilassata, meno tesa rispetto al solito, e questo mi diverte.

"Ah, quindi è colpa di Fanny, eh?"

Le dico, avvicinandomi di più e facendole sentire la mia presenza.

"E non mi hai nemmeno invitato a brindare con voi?"

Norah ride, un suono sincero che raramente riesco a sentire così spontaneo, e si volta verso di me.

"Ma certo che eri invitato."

Risponde con una voce leggera.

"Solo che sei sempre impegnato a organizzare tutto.
E poi... magari ci saremmo lasciati andare a qualche brindisi di troppo..."

Aggiunge con un sorriso malizioso.
Mi piego verso di lei, colmando la distanza che ci separa, sentendo l'elettricità che sembra aumentare nell'aria.

"Ah sì?
E quanti brindisi hai fatto?"

Le chiedo, e lei mi guarda con quegli occhi sfuggenti, ma carichi di desiderio.

"Abbastanza per essere felice."

Dice, quasi sussurrando, come se fosse un segreto solo nostro.
Le mie mani la circondano lentamente, avvicinandola a me.

"E quanto felice, esattamente?"

Le sussurro all'orecchio, facendo scivolare le mie dita lungo la sua schiena.
Lei ride di nuovo, un suono basso e caldo.

"Felice abbastanza da voler restare così... e stare qui con te."

Risponde mentre le sue mani iniziano a scivolare sulle mie braccia, avvicinandosi a me senza esitare.
I suoi occhi brillano di quella luce che ho imparato a riconoscere,è il desiderio, quel qualcosa che si accende tra di noi senza bisogno di parole.
Le mie mani seguono il profilo delle sue spalle, scendendo fino a toccare le braccia sottili, sentendo la sua pelle calda sotto le dita.
Lei si lascia andare, si muove contro di me, e posso avvertire il suo respiro che diventa più rapido, il petto che si solleva e si abbassa a un ritmo leggermente accelerato.
La stringo a me, abbassandomi su di lei e posandole un bacio lento, pieno di tutta la passione che ho trattenuto durante la giornata.
Lei risponde subito, intrecciando le mani dietro al mio collo e attirandomi più vicino, fino a quando siamo l'uno contro l'altra, senza spazio tra noi.
Scivoliamo lentamente verso il centro del letto, e le mie mani si muovono lungo le sue gambe, scoprendo lentamente la pelle nuda sotto il raso del vestito.
Lei si inarca leggermente sotto di me, sospirando mentre le mie dita esplorano ogni centimetro della sua pelle.
La sua testa si abbandona sul cuscino e la sua bocca si socchiude, regalandomi un'espressione che mi fa perdere completamente il controllo.
Inizio a baciarle il collo, scendendo lungo le spalle e poi sul petto, mentre le sue mani mi accarezzano la schiena.
Lei si aggrappa a me, come se avesse paura di lasciarmi andare, e i nostri respiri si fondono in un ritmo condiviso, una sinfonia che parla solo di noi.
Sento il suo cuore battere forte sotto il palmo della mia mano, e quando ci troviamo completamente avvolti in questo momento, ogni pensiero si dissolve.
Le mani di Norah si muovono lungo la mia schiena, come se stesse cercando di scoprire ogni muscolo, ogni reazione che ho al suo tocco.
La sua intensità è disarmante, un equilibrio perfetto tra dolcezza e desiderio.
La tiro ancora più vicina, intrecciando le dita tra i suoi capelli mentre i nostri respiri si fondono. Ogni movimento, ogni sussurro è un linguaggio silenzioso che solo noi due riusciamo a comprendere.
Lascio che le mie mani si avventurino lungo i suoi fianchi, lentamente, prendendo tutto il tempo possibile per memorizzare ogni dettaglio.
Le sue dita scivolano lungo le mie braccia, e lei mi guarda negli occhi, con quel sorriso enigmatico che sembra sempre sapere qualcosa che io ancora non capisco.
C'è un'intensità nei suoi occhi, come se volesse dirmi qualcosa, ma senza bisogno di parole.
Mi piego su di lei e le sussurro all'orecchio.

"Questa notte è nostra.
Nessuno potrà portarti via, Norah."

Lei sorride, chiudendo gli occhi per un istante mentre le sue braccia mi stringono con più forza.
E così, continuiamo a perderci l'uno nell'altra, dimenticando il mondo esterno, i problemi e le tensioni, lasciando che solo la nostra presenza e il calore che ci unisce riempiano ogni pensiero.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora