Capitolo3: La nuova vita di Axel

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Il giorno seguente, Axel si svegliò nel suo nuovo rifugio, la casa di Erika. La luce del mattino filtrava attraverso le tende sottili, creando disegni danzanti sulle pareti. Axel si stiracchiò e guardò intorno a sé. La sua nuova casa era molto diversa dalla strada, ma si sentiva così sicuro e amato che il cambiamento sembrava quasi naturale.

Erika lo guardò mentre si stiracchiava, sorridendo. "Buongiorno, Axel," disse dolcemente, accarezzandolo con mano leggera. Il suo tono caldo e affettuoso fece sentire Axel subito al sicuro. Si alzò e si diresse verso la cucina, dove il profumo di caffè e biscotti freschi aleggiava nell'aria.

La casa era piena di suoni nuovi: il ticchettio dell'orologio, il fruscio del vento tra le foglie degli alberi fuori dalla finestra, e il dolce mormorio delle voci di Erika e delle altre persone che vivevano lì. Axel si sentiva parte di tutto questo, come se finalmente avesse trovato il suo posto nel mondo.

Mentre esplorava la casa, Axel incontrò altri membri della famiglia. C'era la mamma di Erika, che lo guardò con occhi pieni di affetto. "Benvenuto anche da parte mia, Axel," disse con un sorriso gentile. Poi c'era anche un altro gatto, un compagno che Axel doveva ancora conoscere, ma che sembrava essere molto tranquillo e rispettoso. Non c'erano segni di rivalità, solo una curiosità reciproca.

Dopo un po', Erika e la sua mamma lo portarono in giardino. Axel era emozionato. Il giardino era grande e verde, con fiori colorati e un piccolo laghetto dove le anatre si godevano il sole. Era il posto perfetto per un gatto curioso come lui. Erika si sedette su una panchina e Axel, dopo aver osservato a lungo il giardino, si avvicinò timidamente.

"Questo è il tuo posto, Axel," disse Erika, accarezzandolo mentre lui si sedeva vicino a lei. "Ogni angolo di questa casa è pieno di amore, e tu fai già parte di questa famiglia."

Axel guardò le sue mani morbide e le sue parole piene di affetto. Era davvero felice. Non c'era niente che gli mancasse. Sentiva di poter essere sé stesso, senza preoccupazioni, in un luogo dove l'amore era sempre presente.

Quella sera, mentre il sole tramontava e il cielo diventava di un rosso intenso, Axel si accoccolò accanto a Erika sul divano. Non c'era bisogno di altro. Il calore del suo corpo, la tranquillità della casa e l'amore che riceveva gli facevano sentire che, da quel momento in poi, sarebbe stato sempre al sicuro.

"Grazie, Erika," pensò Axel mentre chiudeva gli occhi. "Grazie per avermi dato una casa."

E mentre il mondo fuori si quietava, Axel sapeva che non c'era posto più bello di questo per continuare il suo viaggio.

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