Capitolo 23 - Tra le Ombre del Desiderio

30 13 8
                                    

LUNA

Mi alzo per prendere dell'acqua, ma noto che lo sguardo di Jago è già fisso su di me. Non c'è scampo. Sento il suo sguardo che mi segue, ma cerco di ignorarlo mentre mi muovo per la cucina.

Dopo aver finito di mangiare, mi alzo ancora, prendo un po' di pane e lo metto sul tavolo, poi mi siedo di nuovo, osservando Jago che continua a mangiare. Non posso fare a meno di provocarlo un po'.

"Buona, eh?" dico, con un sorriso malizioso.

Lui alza lo sguardo, come se stesse misurando ogni parola che dico. "Siamo sicuri che poi non mi ritrovo avvelenato?" mi chiede, facendo un finto sorrisetto.

"Perché, hai paura?" rispondo, facendo finta di essere sorpresa. "Forse... Ma niente di grave."

"Però, no, dai... Sei riuscita a preparare qualcosa di mangiabile," dice, sorridendo soddisfatto.

"Mi sa che sei troppo gentile," rispondo, incrociando le braccia. "Se non avessi fatto un'opera d'arte, ti sarebbe toccata una giornata lunga davanti a te, credimi."

"Ah, lo so bene," dice, fingendo di preoccuparsi. "Per fortuna non sono un esperto di cucina... Ma a questo punto potrei anche pensare che stai cercando di farmi passare un brutto momento!"

"Sei un ingrato!" rispondo, ridacchiando. "Era tutto frutto delle mie mani magiche," dico, enfatizzando la parola "mani" in modo che il doppio senso sia evidente.

Lui alza un sopracciglio, e c'è un attimo di pausa. Poi, con un sorriso malizioso, dice: "Ah, mani magiche, eh? Beh, sono curioso... Spero che non sia solo in cucina che sai usarle."

Il tono cambia improvvisamente. Quella battuta che lancia è come una freccia lanciata nell'aria tra di noi. Un brivido attraversa la mia schiena e, per un momento, sento come se il tempo si fosse fermato. Spero che non abbia notato il mio respiro che si fa più veloce, ma so che è impossibile nascondere la reazione.

Poi il momento si sgonfia e, come se nulla fosse, entrambi ci ritroviamo sul divano, ognuno da una parte.

"Non mordo mica," dice Jago, con un tono che sembra voler rompere la tensione appena creata.

Lo guardo con un sorriso ironico. "E chi lo sa," rispondo, scherzando ma con un po' di quella stessa scintilla che avevo visto nei suoi occhi prima.

Dopo un attimo di silenzio, cerco un film da guardare, scorrendo tra le opzioni sullo schermo, ma sento che l'aria tra di noi è cambiata. C'è una leggera tensione, qualcosa che non posso ignorare.

"Va bene, ma niente horror," dico, ridendo. "Mi toccherà fare da scudo, altrimenti."

"Promesso," dice lui, ma c'è quel sorriso che tradisce qualcosa di più. Il silenzio si allunga, e non sono più così sicura che stiamo solo scegliendo un film.

Siamo seduti sul divano, ma il film ormai è diventato solo un sottofondo.

o sguardo di Jago non è mai stato così intenso, e mi accorgo che, nonostante io stia cercando di concentrarmi sul film, non riesco a fare a meno di sentirlo accanto a me, vicino, troppo vicino.

Dopo un altro silenzio imbarazzato, sono io a parlare per rompere la tensione. "Penso che alla fine il film ci stia annoiando entrambi," dico, con un sorriso incerto, sperando di alleggerire l'atmosfera.

"Davvero?" risponde lui, ma la sua voce è più bassa, più roca, come se avesse una sfumatura diversa, quasi intima. "Io non mi annoio mai quando sei qui."

Mi giro verso di lui, e in quel momento il nostro sguardo si incrocia. C'è qualcosa di nuovo nei suoi occhi, un'intensità che mi fa battere il cuore più forte. È un qualcosa che non riesco a definire, ma che mi fa capire che, in qualche modo, entrambi ci stiamo avvicinando a un punto di non ritorno.

"Non dovresti dire cose del genere," sussurro, ma la mia voce non è abbastanza forte da mascherare il battito del cuore che inizia a accelerare. Lo guardo ancora, con un sorriso che non riesce a nascondere l'incertezza che mi attraversa, ma allo stesso tempo c'è una parte di me che non vuole distogliere lo sguardo.

Jago si avvicina lentamente, in un movimento che sembra eterno, come se volesse essere sicuro di non spaventarmi. Poi, senza preavviso, prende il mio viso tra le mani con delicatezza e la sua bocca sfiora la mia, con una carezza leggera che mi lascia senza fiato. L'attimo è breve, ma incredibilmente intenso. I nostri respiri si mescolano e tutto il resto scompare. Non c'è più nessun film, nessun divano, nessun altro rumore, solo il calore delle sue labbra sulle mie.

Quando ci separiamo, è come se il tempo fosse rallentato. Lo guardo negli occhi, e so che nulla sarà più come prima.

"Ti avevo avvertita," dice lui, sussurrando.

"Tamara...?" sussurro quasi a me stessa, ma sento che il nome esce dalle labbra come una domanda, come un ricordo che mi torna senza preavviso. La voce mi trema un po', ma non voglio che sembri una scusa, non voglio sembrare insicura.

Lui si ferma per un attimo, il viso vicino al mio, ma non c'è esitazione nei suoi occhi, solo una luce che mi fa impazzire. "Tamara... è solo un capitolo chiuso," risponde con un sorriso che non riesce a mascherare la leggerezza con cui pronuncia quel nome, ma il suo sguardo si fa subito più intenso, più profondo. "Ora ci siamo solo io e te."

Le sue mani, leggere come una piuma, sfiorano delicatamente il mio braccio. Ogni tocco è come un piccolo incendio che si accende dentro di me, eppure, mentre le sue dita tracciano un percorso che sembra lento e misurato, una parte di me sente il bisogno di fermarsi, di mettere un freno. Non per paura, ma per quel qualcosa che ancora non riesco a comprendere.

"Senti, Jago..." cerco di dire, ma lui non mi lascia il tempo di continuare. Con un altro bacio rubato, più breve stavolta, mi fa tacere. Eppure è impossibile non notare come le sue mani scivolino lungo la mia pelle, con una delicatezza che non è mai stata sua. È come se volesse lasciare un segno, come se ogni sfioramento fosse una dichiarazione silenziosa.

Il bacio si fa più profondo, eppure, mentre sento le sue mani scivolare ancora sul mio corpo, c'è quel pensiero che non riesco a mettere da parte. Tamara... Perché? Perché adesso? Nonostante la sua presenza, il suo corpo che mi cerca, quella strana insicurezza non mi abbandona del tutto.

"Tamara..." riesco a ripetere, questa volta con un tono più deciso, più forte.

Lui si ferma, i suoi occhi trovano i miei. Un sorriso quasi incredulo si fa strada sul suo volto. "Lo so cosa stai pensando," dice, sussurrando mentre si avvicina ancora. "Ma nessuna paura, Luna. . ." Sussurra.

ll mondo intorno a noi sembra dissolversi, e l'unica cosa che riesco a percepire è la sua pelle contro la mia, il battito dei nostri cuori che si fonde.

Ogni bacio, ogni sussurro, mi fa dimenticare Tamara, ma mi lascia con una sensazione di confusione che non riesco a ignorare.

Cosa vuol dire tutto questo? Perchè così all'improvviso?

UNSPOKENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora