"Tutti i giorni son notti per me,
finché io non ti vedo,
e giorni luminosi son le notti
quando mi appari in sogno"
-William ShakespeareNYER MOORE
<<Cosa gli faranno una volta che lo troveranno?>> domando, appoggiando il mento al pugno <<A Kit Welch>>
Ayn sospira, fissando l’alba con aria assente.
<<Le regole parlano chiaro>> dice, dopo un po’ <<Un esiliato non può, per alcun motivo, avvicinarsi a Ouverture o alla comunità. Quest'uomo non solo lo ha fatto, ma ha anche ucciso un Elementatore e tentato di fare lo stesso con un Resiliente>>
<<Non possono ucciderlo…>>Mi rifiuto di credere che un uomo possa morire a causa mia.
Un uomo.
Come me.<<È pur sempre un uomo. Non sappiamo il motivo per cui l'abbia fatto…>>
<<È un assassino, Nyer. Ha ucciso Nicholas Mason, ha tentato di uccidere te e chissà a quante altre vite avrà posto fine>>
<<Ma lo hai fatto anche tu>> dico, e per un attimo l'ira prende il sopravvento.So che non dovrei parlare di queste cose con Ayn.
Sono consapevole di quanto lo feriscano.
Ma sono un egoista. Un ipocrita. E so pensare solo a me stesso.<<Non è vero? Quanti uomini hai ucciso, Ayn? So che conosci il numero esatto…>>
Mi rifiuto di guardarlo in viso.
Non riuscirei a farlo nemmeno se mi ci impegnassi.
Ma lui non mi risponde, se ne sta zitto per qualche secondo e nemmeno durante quegli attimi di completo silenzio mi rendo conto della mia crudeltà.<<Quattordici>> dice, infine <<Tredici watheani, e un illehano>>
<<Un illehano?>> ripeto, confuso <<Ma tu combattevi per Illelas…>>Infine mi volto a guardarlo.
Ha le mani tra i capelli, la testa china.
L'aria distrutta.Non sono un empatico.
E purtroppo si vede.
Perché invece di scusarmi, abbracciarlo, o dirgli che è un brav'uomo, continuo a rigirare il coltello nella piaga.<<Perché lo hai fatto?>>
<<Era un comando, Nyer>> sbotta, alzando la testa e fissandomi, con gli occhi castani colmi di lacrime e risentimento <<Non puoi rifiutarti di eseguire un ordine. Quell'uomo rubava. Cibo, armi…era stato promosso ad alti incarichi e se ne approfittava. Eravamo qualche centinaia nel nostro battaglione, e vivevamo nella povertà. Non so perché abbiano scelto me…>> ed è solo quando la sua voce si spezza, che mi rendo conto di aver esagerato <<Ero un volontario, forse hanno pensato che mi piacesse uccidere la gente…>>
<<Ayn…>><<Sai che ti dico, Nyer?>>
Si stacca dalla ringhiera, mettendosi dritto.
È più alto di me di diversi centimetri, ma il suo sguardo non incrocia il mio neppure per sbaglio.<<Hai ragione. Sono un mostro. Proprio come Welch. Meriterei di fare la sua stessa fine>> cammina a grandi falcate nel salotto, prendendo la sua giacca dall'appendiabiti <<Ma ci sto provando. Ci provo da tutta la vita. Per anni ho cercato di aiutare mia madre e mia sorella, sognavo di poter fermare mio padre. Ma ero solo un bambino, non potevo farci niente di più. Poi in guerra ho cercato di salvare vite innocenti. Ho ucciso uomini, sì, ma ho salvato bambini, donne, malati…>> i suoi occhi si serrano, e per la prima volta vedo una lacrima attraversare la sua guancia.
<<Sono tornato qua, speranzoso di ritrovarci la mia famiglia. Ma sono tutti spariti senza lasciare nessuna traccia! Mi sono unito alla comunità con un solo desiderio: quello di vivere, finalmente, in pace. Ti ho offerto un alloggio, ho cercato di lasciarmi andare, ma sono diventato Elementatore al posto tuo, ho tutte le aspettative addosso e tu sembri essere invidioso del ruolo che ti ho rubato! Sai che ti dico, Nyer? Che sarei davvero felice di lasciartelo, questo posto, vorrei solo vivere una vita normale, adesso…>> alza la voce <<Mi dispiace di non soddisfare le vostre aspettative! Ok? Non posso essere l'Elementatore perfetto per la comunità, non posso essere l'amico perfetto per te o l'uomo perfetto per Ivory! Ma ci sto provando, con tutto me stesso!>>
E detto questo, esce di casa, sbattendo la porta alle sue spalle.
E io cado sul divano.
Perché devo sempre fare a pezzi ogni persona che mi sta attorno?IVORY ANDERSON
Quasi tutte le stelle osservabili sono più vecchie dell’umanità in sé.
Ma anche loro, come gli esseri umani del resto, hanno una nascita e una morte.
Non è un segreto che le stelle più piccole vivano più a lungo.
È una strana combinazione, in realtà, ma sono quelle di dimensioni maggiore a durare solo pochi milioni di anni.
Ad un certo punto la stella esaurirà la fonte di energia che le permetteva di brillare, e si spegnerà.
È un concetto davvero complesso da spiegare, ma quello dello spegnimento è solo l’inizio della fine di una stella, che varia di avvenimenti a seconda della massa dell’astro.Stelle di massa minore, come anche il nostro Sole, attraversano spesso lo stadio delle stelle nane bianche, che sono solite a raffreddarsi con il passare del tempo, fino a spegnersi del tutto.
Per le stelle più massive, invece, l’ultimo atto è l’esplosione di una Supernova.
La quantità di energia deliberata è talmente alta che la stella diventa più luminosa della galassia stessa.
Sì, beh, questi sono gli appunti che ho preso anni fa sulla prima pagina del mio primo quaderno di Astronomia.La Torre Astronomica è diventata, ormai, casa mia, e sono grata alla comunità per avermi permesso di farne il mio non così piccolo covo.
È notte fonda, ormai, e la mia ronda di osservazione del firmamento è ormai giunta al termine, dovrei solo ritirarmi a dormire.
La maggior parte delle volte torno a casa per la notte, perché il pomeriggio se non sono occupata tendo a passarlo con la mia famiglia, ma ogni tanto preferisco addormentarmi alla luce delle stelle, e quassù la vista è meravigliosa.
Non c’è nessuno a parte me, alla Torre.Il mio studio è all’ultimo piano, e sotto di me sono quasi tutte stanze libere, se non alcuni uffici, ma io sono l’unica a passare la notte qui.
Per questo quando sento la porta d’ingresso al piano terra sbattere forte mi spavento.
E anche probabilmente non è la cosa giusta da fare, quando c’è un presunto infiltrato che si aggira per un edificio alle due di notte, apro la porta del mio studio e scendo le scale a chiocciola.
Si sentono dei passi, i gradini in pietra antica scricchiolano sotto il mio peso e mi aggrappo al corrimano per darmi coraggio.<<C’è qualcuno?>> chiedo, ad alta voce <<La torre non è aperta a visitatori>>
Ma poi sento dei colpi di tosse, qualche colpo sul muro, e percorro rapidamente gli ultimi scalini.
<<Ivy…>>Osservo l’uomo davanti a me mentre mi viene incontro barcollando un poco.
Ha le guance rosse, gli occhi aperti a malapena e i capelli spettinati.<<Ayn, che ti è successo?>> mi affretto a raggiungerlo, posandogli una mano sulla guancia <<Sei bollente…>>
Lo sento muoversi contro di me, una sua mano si posa sulla mia schiena e infila la testa nell'incavo del mio collo.
Dovrebbe essere un abbraccio questo?<<Ayn, sei ubriaco…>> concludo, e mi dò della stupida per non essermene accorta prima <<Puzzi di alcool, cosa hai combinato?>>
<<Ho bevuto tutto prima delle dieci, lo giuro>>
Scuoto la testa sconsolata, prendendolo per mano.
<<Vieni con me, sei al sicuro…>>
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RÊVERIE
Romance🖇 RÊVERIE 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘩𝘪 𝘴𝘪 𝘢𝘣𝘣𝘢𝘯𝘥𝘰𝘯𝘢 𝘢𝘭 𝘧𝘢𝘯𝘵𝘢𝘴𝘵𝘪𝘤𝘢𝘳𝘦 Nyer Moore è un ragazzo inglese dalla vita ordinaria. Trascorre i suoi giorni tra i libri e i sogni nella cittadina di Ouverture. Almeno finché incon...