Augustine

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Una struttura enorme, completamente fortificata e circondata da soldati armati.
Quella era la prigione del D.U.P.
Aveva un aspetto tetro, cupo.
Brividi di inquietudine mi percorsero l'intero corpo.
Scrutando l'area mi sentii persa: cosa avrei dovuto fare da quel momento in poi?
Se fossimo riusciti ad entrare, cosa sarebbe accaduto dopo?
E se non avessi più trovato mia sorella?
Erano così tante le domande che mi giravano per la testa, che persi la razionalità del momento.
Abbassai lo sguardo sulle mie mani cercando stupidamente di nasconderne il tremore.
Ma una mano forte si posò su una delle mie, e la strinse.
Ritornai coi piedi per terra.
Pensai di troncare quel contatto imbarazzante...ma non lo feci.
Il mio cervello era in tormento: quel ragazzo era dolce, carino, e mi trasmetteva sicurezza.
Alzai gli occhi per osservare il suo viso, su cui era inciso un sorriso.
< Andrà bene > mi disse dolcemente < non ti lascerò affrontare questo da sola. >.
Arrossii, annuendogli soltanto.

Girammo attorno alle mura, in modo discreto, fino a che non ci trovammo davanti ad una torretta.
Le nostre mani, che non si erano più separate, mettevano a dura prova la mia lucidità.
Non avevo mai avuto una reazione simile, ma soprattutto sapevo non fosse il momento adatto per pensieri "amorosi".
"Ingenua" era l'unica parola che mi descriveva.
< Entreremo da qui. > disse fermandosi e facendomi avvicinare a lui.
Sembrava un'idea così stupida, e non persi tempo nel farglielo notare < Ci sono guardie ovunque. Vuoi spiegarmi gentilmente come?! > dissi indicando ogni centimetro di struttura, giusto per enfatizzare le mie parole.
Senza batter ciglio prese il mio braccio, ancora in posizione di punta, e lo spostò verso l'alto < Dalla finestra sul tetto. > < Chi diavolo mette una finestra su un tetto?! > scossi la testa r ripresi il mio braccio.
Prima di aprir bocca gli feci notare infine il muro che ci separava da quell'unica entrata < E comunque, quello é un problema. >.
Si toccò il mento con fare pensieroso < Ottima osservazione, ma, in verità, potremmo passarci senza essere visti! >.
Scossi la testa e sorrisi ironicamente < Scusate l'ignoranza vostra signoría, ma...come?! > abbozzò un'espressione contorta < Voliamo sopra le mura e abbattiamo più persone possibili! > < Oh si! Ottimo modo per farsi beccare subito! > mise il broncio, proprio come un bimbo < Mi sento abbastanza inutile...allora...che idea avresti da proporre, principessa? > inconsciamente spezzai il nostro unico contatto fisico, portando una mano al viso per pensare velocemente a qualcosa.
< Potrei entrare facendo credere di essere una giovane interessata ad arruolarsi in quel gruppo di cacciatori di Conduit, guadagnarmi la fiducia di Augustine e studiare il loro sistema di sicurezza per far entrare anche te senza troppi problemi. > lo vidi annuire ad ogni mia parola < E poi potresti "far fuori" qualche tipo. > conclusi ammiccando ironicamente.

Guardai l'immenso e lugubre portone di acciaio che mi stazionava davanti.
Due guardie alle torrette riuscirono finalmente a intravidermi < EHI! TU! IDENTIFICATI! > urlò per farsi sentire la guardia destra < Il mio nome è Erika. Sono qua per incontrare il vostro capo, la vostra guida. Il mio obbiettivo è quello di unirmi a voi e aiutarvi nel vostro intento. > risposi lasciando perplessi i due uomini armati < Ho viaggiato chilometri per arrivare sino a qui. Lasciatemi tentare... > supplicai falsamente.
Nessuno dei due sembrò prestare attenzione alle mie parole < Non possiamo far passare chi non è del personale, quindi la prego di sparire! > concluse la guardia sinistra.
Rimasi immobile, pronta a riattacar bottone, ma una voce femminile interrupe quella conversazione < Lasciatela entrare. > un ticchettio leggero e aggrazziato si avvicinò lento.
Da una delle torrette spuntò una donna, ma non riuscì a squadrarla attentamente.
< Fatela passare. > ordinò ai due, che senza esitazione obbedirono.

Si udì il cigolío metallico dell'enorme porta che si apriva.
Seguì un forte polverone che si alzò da terra.

Dietro quelle porte stazionava la donna che mi aveva permesso di entrare.

Aveva una posa rigida, con le mani dietro la schiena.
Il suo sguardo sottile prestava attenzione alla mia figura.
Infine, aveva dei capelli rossi come il fuoco legati in modo molto accurato.

< La prego... > disse tendendo una mano verso di me < ...si accomodi nella mia modesta "reggia". > alle sue parole avanzai sorridente.
Le strinsi la mano < Persone come lei, sono le benvenute. Il mio nome, è Augustine. >

Angolo autrice: FINALMENTE. Ci sono riuscita! Miei piccoli umani sono così dispiaciuta. ODIATEMI. Lo capirò.
Cercherò di aggiornare prima tesori!
Alla prossima :3

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 30, 2016 ⏰

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