Capitolo 33

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DECLAN

Dove diavolo è finita Caroline? Fuori albeggia, e lei non è ancora rientrata in casa. Dannazione, nemmeno un misero messaggio per avvisarmi che è ancora viva. Il sacco di pulci, per di più, mi ha teso agguati tutta la notte e mi sono pateticamente ritirato in camera prima del previsto. Ieri notte speravo di avere una chance, d'altronde tutte svengono appena mi immedesimo nei panni del cuoco provetto: sicuramente sono figlio di mio padre per un motivo.  Al momento sono veramente infuriato, tanto da camminare avanti e indietro per l'appartamento. Vado alla finestra della cucina, che dà sulla strada e nel frattempo, con la testa altrove, mi mangio l'unghia del pollice, finchè non noto un particolare che richiama la mia attenzione: vedo Caroline, un po' trafelata, uscire da un'auto costosa, molto costosa e decisamente sospetta. Affilo lo sguardo per mettere meglio a fuoco e poi... colpo di scena: dal posto del guidatore esce quel famigerato che mi sta soffiando la ragazza da sotto il naso e d'un tratto nella mia mente si forma il piano perfetto per sabotarlo e un sorriso che non promette nulla di buono mi affiora in viso. Vado a prendere la macchina fotografica ancora custodita tra i tanti scatoloni.

ALEXANDER

Ho le braccia avvolte attorno a qualcosa di piccolo, morbido e profumato. Piano piano mi sveglio e, ancora ad occhi chiusi cerco di stiracchiarmi, ma un gemito dolce e un braccio imprigionato me lo impediscono. Bene, ora sono totalmente sveglio, e pure Alex me lo conferma. " Buongiorno anche a te, appendice, vedo che sei in buona salute " penso. Sputacchio silenziosamente un po' di capelli di Caroline, o finirò per soffocarmi. Ricordo benissimo quando ieri si è addormentata sul divano accoccolata come una gattina, come l' ho presa in braccio e adagiata sul letto per poi abbracciarla e addormentarmi io stesso. Ma se ieri sera siamo andati a letto a cucchiaio, stamattina le posizioni sono un po' diverse: Caroline ha una gamba mollemente appoggiata sul mio fianco, il braccio destro adagiato sul mio petto e il capo abbandonato sulla mia spalla. Io, d'altro canto, sono disteso sulla schiena e il braccio destro, ormai informicolato, è avvolto sul fianco della ragazza, mentre con la mano sinistra avvolgo dolcemente il suo ginocchio. La scena è tenera, e per un attimo penso a quanto sarebbe bello svegliarsi così ogni mattina. 

Poi il mio lato più primitivo si impossessa di me e, maliziosamente, strofino il bacino contro quello di lei, ripetutamente, finchè Caroline socchiude gli occhi, ancora assonnati, ma decisamente deliziati dall'eccitante sfregamento delle nostre parti basse ed emette un gemito assolutamente invitante. Lentamente mi avvicino e la bacio appena sotto il mento, mordicchiandola leggermente. Lei getta la testa indietro e ansima leggermente: non l'avevo mai vista abbandonarsi così. In un impeto di improvvisa gelosia, mi chiedo in quanti l'abbiano vista così vulnerabile e la mia mano va verso il suo pube, come a reclamarne il possesso. Pur avendo i jeans ancora addosso, posso avvertire il suo calore e quasi vado in corto circuito. Caroline, troppo presto, si allontana e mi appoggia le piccole mani sul petto e uno sguardo chiaramente combattuto tra fermarmi definitivamente o proseguire. Prendo in mano la situazione, per farla andare ovviamente a mio favore: afferro delicatamente le sue mani e le accarezzo, per poi passare ai polsi, agli avambracci. Lei chiude gli occhi, poi li sbarra improvvisamente e con un grido soffocato << Lo stage! Che ore sono? >> Sfortunatamente ha ragione e, un po' per l'esasperazione e per l'erezione che mi ritrovo ancora una volta senza sollievo, appoggio la testa sul suo petto, pericolosamente vicino al suo seno e ridacchio. << Guarda fuori, è solo l'alba, abbiamo un po' di tempo per prepararci >> le dico in un mormorio soffocato, poi le do un bacio appena sopra il seno. Lei rabbrividisce, poi sembra riprendersi, nemmeno di mattina la sua parlantina accesa sembra placarsi << Bene allora, mr Rimorchio, preparami la colazione e vediamo come sei in cucina >> la guardo divertito. Anche appena sveglia, con i capelli un po' arruffati e un sorriso genuino ad illuminarle il viso è bellissima. Mi alzo dal letto e vedo che mi sta guardando << Però dovrai farmi da assistente >> le porgo la mano per farla alzare e lei la prende. La stringo e la tiro su poi le metto una mano alla base della schiena, un po' per guidarla, un po' perchè non riesco a tenere le mani al loro posto. 

CAROLINE

Ho dormito con Alexander nel suo letto e ora stiamo per fare colazione, e io riesco a pensare solamente al suo petto nudo tatuato, possente, ampio, bellissimo... << Caroline, ti ho fatto una domanda >> Alexander mi guarda divertito e per un attimo temo che mi abbia scoperta << tè o caffè? >> appoggio una mano sulla guancia un po' accaldata e con un sorrisino timido gli rispondo << che ne diresti di un po' di latte? >> ride di gusto ed è, se possibile, ancora più bello. Inoltre quando lo fa, gli addominali si contraggono e... << ho capito angioletto, vado a mettermi una maglia così ragioni a mente lucida, poi ti prepariamo il latte, come ai bambini, ok? >> la voglia di sotterrarmi è molta. Vado verso il frigo e prendo il latte mentre Alexander va a coprirsi quel corpo perfetto. 

Mentre mi allungo per aprire l'anta dello scaffale e prendere i cereali, due mani mi sollevano all'altezza della vita e afferro i cereali senza problemi << Non c'è di che, milady >> mi giro e gli do un bacino riconoscente sulla guancia, poi mi dirigo svelta verso il tavolo della cucina per posare il tutto. Preparare la colazione è un gesto che mi ha sempre rilassata e un silenzio assolutamente privo di imbarazzo ci circonda. Mentre mangiamo, i nostri sguardi si incontrano e dopo la sesta volta quasi mi strozzo con i cereali per la risata che mi sale << Smettila di guardarmi >> << Scusa, ma non posso farne a meno, sembri a digiuno da giorni >> mi dice lui continuando a fissarmi. << Ringrazia il fatto che ci sia la colazione e questo tavolo a dividerci, perchè altrimenti non  avresti scampo >> continua, mentre stavolta mi sale seriamente un colpo di tosse, perchè i cereali mi vanno di traverso. Lui fa per alzarsi e aiutarmi ma io stendo un braccio e con la mano gli faccio gesto di star fermo al suo posto. Lui mi guarda attento e pronto a scattare. Sento gli occhi lacrimare ma ormai è passato. Ancora tossicchiando gli dico << Non dovresti fare certe considerazioni mentre una persona mangia >> lui sorride e presto ci troviamo a ridere come pagliacci.

***

Alexander mi apre la portella dell'auto e salgo. Lui è ancora vestito comodo, ha solamente sostituito i pantaloni grigi della tuta con dei jeans. Durante il tragitto appoggio delicatamente la testa sulla sua spalla cercando di non disturbare la guida. Lui, in risposta, mi bacia dolcemente i capelli. 

<< Allora, come faremo oggi al cantiere? Se mi viene voglia di saltarti addosso? >> rido << Dovrai stare solamente un'ora come supervisore, il tempo passa in fretta >> sospira melodrammatico << ... Allora vorrà dire che se ti ritrovi rinchiusa nello sgabuzzino delle scope con me darò la colpa al tempo che non passa mai >> 

Arriviamo davanti casa e gli do un bacio a fior di labbra, poi esco. Sento il rumore di una portella che viene chiusa e mi ritrovo le braccia di Alexander attorno che mi sussurra << Ultimo strappo alla regola, ti do un bacio come si deve poi sarò un prete con te in pubblico >> Fortuna che siamo dietro un albero, dare spettacolo ai miei vicini sarebbe stato imbarazzante. Ci baciamo e la passione scoppia, poi, troppo in fretta ci stacchiamo << A dopo Alexander >> ed entro in casa ancora più che frastornata. Declan, fortunatamente sta ancora dormendo sul divano con accanto una macchinetta fotografica: strano, ma non mi pongo troppe domande, è stato meglio così, non avrei saputo dargli spiegazioni. Dante sembra elettrico da quanto è arruffato il suo pelo e soffia contro il mio povero coinquilino. Lo accarezzo, ma non si tranquillizza più di tanto. Guardo l' orologio: Amelia mi verrà a prendere tra quaranta minuti e sono ancora in queste condizioni. Corro a prepararmi.

DECLAN

Le foto sono venute bene, nitide, peccato che ad un certo punto non li abbia più visti, complice il fatto che ho dovuto cercare la macchinetta. Si vede solo quando Alexander scende dall' auto e Caroline è ben visibile nell'inquadratura. Un paio di settimane per accumulare le foto e sono a posto. Fingo di dormire sul divano e... missione praticamente compiuta.

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