Capitolo 5

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Alle 07:15 mi squilla il telefono.

-Pronto?-

-Guerriera sono in anticipo, scendi che ti porto a fare colazione in un posto buonissimo-

-Leo prima di tutto buongiorno, secondo poi,la mattina non faccio colazione e infine...arrivo subito-

-Angels-assumendo il mio tono -Giorno anche a te; dai allora tu ti prendi un caffè-

-Peggio dei bambini piccoli-dico divertita ma ancora assonnata -Va bene arrivo-attacco, prendo lo zaino e scendo le scale.

Saluto Leo con un cenno della mano. Cazzo. È vestito come nel mio sogno:felpa rossa, jeans e scarpe da ginnastica. E...io sono un idiota. Senza rendermene conto,mi sono vestita anche io con le stesse cose che indossavo stanotte.  Jeans scuri,anfibi e maglietta con degli aironi neri. -Tutto bene guerriera?-domanda lui. -Eh?! Si si la mattina sono solo un pó...assente si- Capisce che gli sto mentendo, perche mi lancia un occhiata in tralice,ma non fa domande e io gliene sono grata. -Pronta per andare da Backery House ?- io sbuffo divertita -Okay ma...-gli punto l'indice contro -se facciamo tardi ti rompo un braccio, chiaro?- -Chiarissimo-dice lui ridacchiando.

-Mangia-esorto Leo -A scuola sono severi se si fa ritardo- -Ehi guerriera calma-finisce di mangiare mentre io bevo i residui del mio caffè bollente. Quando andiamo a pagare lui mi blocca. -Pago io- -No, io pago il mio caffè tu i tuoi pancake- Si, beh lui voleva essere gentile, ma non mi pace sentirmi di troppo. -No pago io per entrambi- Con un braccio riesce a fermarmi mentre con l'altro paga.  Il ragazzo dietro al bancone ci guarda divertito -Carina la tua ragazza eh-dice a lei mentre gli da il resto e lo scontrino. -Si è amabile, soprattutto di prima mattina-risponde lui ghignando. -Non sono la sua ragazza!-esclamo io arrossendo e nel frattempo loro ridono. Maschi. Si alleano sempre anche se non si conoscono.

Arriviamo a scuola con cinque minuti di ritardo, ovviamente. -Leo! È tardissimo-dico tirandolo per il braccio, fancedolo ridere. -Angels siamo arrivati tranquilla- Ci fermiamo davanti ai bidelli. -Tu,dovresti essere Leo-dice la collaboratrice scolastica squadrandolo da capo a piedi. -Seguimi in segreteria-e si avvia senza sapere se Leo la stia seguendo o meno. -Vai,ci vediamo in classe-gli dico. Lui mi sorride -Va bene guerriera, vado a rompere le palle alla segretaria- Ridacchio prima di girarmi e correre verso la mia aula.

-Scusi il ritardo professoressa-dico io con un pó di affanno. -Smith...visto che è la prima volta che fai tardi vai al tuo posto ma...che non si ripeterà più, intesi?-mi guarda con gli occhi ridotti a due fessure. Odia i ritardatari. Io annuisco e vado a sedermi al mio banco. Chris sta male, perciò mi tocca stare seduta da sola. -Ragazzi, oggi avremmo un nuovo compagno di classe-annuncia la prof tutta eccitata dopo una decina di minuti, facendo entrare la bidella e Leo. Lui mi saluta con un cenno della testa e i io gli sorrido. -Bene, come ti chiami? Parlaci di te. Io sono la professoressa di latino-dice con tono mielosa da classica stronza. Prima fa tutta la carina e poi si trasforma in un'arpia. -Salve. Io sono Leo e...è basta.  Non c'è niente d'importante da sapere su di me a parte che diventerò il suo incubo peggiore, prof-dice sorridendo. Scoppiano tutti a ridere (inclusa L'arpia), mentre io alzo gli occhi al cielo divertita. -Bene puoi andare a sederti vicino ad Angels-e mi indica con un cenno della mano. -Diventerete ottimi amici- -Uhm già ci conosciamo-dice lui venendo a sederti accanto a me. -Fantastico allora-esclama la professoressa in tono civettuolo. Mentre organizza la lezione, Leo mi chiede -È la brutta copia di Dolores Umbridge?-lo fisso sbigottita. Conosce Harry Potter? -Sapevo che non eri un babbano, me lo sentivo-dico facendolo ridere. So che tutti ci stanno guardando e anche se sono a disagio, fingo indifferenza come al solito. -Allora spiegami un pó perché tutti ci fissano tutor-dice lui dando voce ai miei pensieri. -Coglioni, tutti coglioni. Poi ti faccio conoscere le persone normali se così si possono definire- (cioè i miei pazzi amici aggiungo mentalmente) rispondo io facendolo ridacchiare. -Angels vieni qui- dice la professoressa. Io mi alzo e torturandomi il labbro inferiore, vado da lei -Si?- -Puoi far fare il tour della scuola a Leo?- -Ehm, si certo-menomale. Niente di grave. -Grazie, per oggi siete esonerati dalle lezioni- sorrido fintamente,sapendo che non faremo solo il giro della'Istituto. -Andiamo Leo- dico chinandomi verso di lui -Dove?- -Sono pronta a farti da guida scolastica-dico sarcastica. Poi, lui si alza e seguiti dai mormorii della classe, usciamo in corridoio. -Devo avvertiti su un paio di cosette-esclamo -Regola N.1 non rispondere mai alle provocazioni della comitiva, regola N.2 se ti metti con una della comitiva sei fottuto, regola N.3...non c'è una vera e proprio regola numero tre- -Mi stai dicendo che la comitiva è un gruppo di troie e stronzi che possono rovinarti la vita?- -Se vogliamo metterla così....si direi di si-rispondo. Gironzoliamo per i corridoi, io gli indico le cose più importanti (distributori di merendine e bagni) e chiacchieriamo un pó di tutto. -Dobbiamo tornare in classe-dico io dopo un pó. -Naaa- -Questo è solo il tuo prima giorno e già non vuoi venire a scuola?-dico divertita scuotendo la testa fintamente esasperata. -Non voglio rivedere Dolores Umbridge di nuovo- -Oh dei. Per l'Angelo! Un potterhead-conincio a fangirlare facendolo ridere. Ci mette 20 minuti per farmi calmare. -Scusa,è che...Harry Potter è stato il mio primo fandom-mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lui sorride prima di parlare. -Secondo me, a Hogwarts, ti esisterebbero in Grifondoro o Tassorosso- dice pensieroso e io ridacchio. Magari...Grifondoro è la mia casa preferita. -Hai letto i libri?-chiedo di punto in bianco. -L'unica saga che ho finito-ammette lui.  -Sicuramente tu saresti un Tassorosso- -Probabile anche se sono sexy più di Draco Malfoy-ma prima che io possa ribattere arriva un professore che ignorando le nostre giustificazioni,ci riporta in classe. -Prof stavamo guardando la scuola! È il primo giorno per Leo-dico ip per la millesimi volta. -Professore Non-So-Il-Suo-Nome-Perciò-La-Chiamerò-Capo stavo veramente osservando la scuola con Angels- -Come mi hai chiamato?-dice il prof sorpreso dalla sfacciataggine di Leo. Lui per terra risposta sorride -Salve prof-capo come stavo dicendo...-io gli do una gomitata nelle costole facendogli cenno di stare zitto. Scrolla le spalle innocentemene e mi guarda come a dire "volevo solo aiutarti" -Tornate subito in classe! Siete fortunati che non vi mando dal presiede- -Ma che abbiamo fatto?- chiediamo io e Leo nello stesso momento. Ci guarda malissimo e io alzando le mani, prendo Leo per un braccio e lo trascino verso la nostra aula. -Quello era il vicepresidente. Insegna inglese  professor White visto che è il suo cognome. Okay?-gli dico -Va bene. Prof capo White. Okay-annuisce e io lo guardo per un pó negli occhi. Sono color nocciola scuro. Sempre vivaci ma so che, sotto sotto, nascondono qualcosa di cui ancora non è pronto a parlarne...ma cosa? -Guerriera? Wooo ci sei?-mi chiede lui Scuotendomi con una mano la spalla. -Si,scusami, stavo pensando. Entriamo in classe-Apre la porta e solo ora, guardando l'orologio, mi accorgo che questa è la terza ora. Misa che io e Leo abbiamo perso la cognizione del tempo. -Uh eccovi finalmente. Stavamo giusto parlando di...- DRIN Suona la campanella e la prof sorridendo esasperata ci da il permesso di fare merenda. Mi giro per guardare Leo e...non c'è. Faccio vagare lo sguardo fino a trovarlo circondato dalle ragazza della comitiva con sguardo disperato. Ridacchio nel vedere che mi fissa e chiede aiuto mimando con le labbra. -Angels chi guardi?-mi domanda Martina. Bionda, occhi azzurri. Una ragazza dolcissima. Le sorrido e le dico -Vado a salvarlo. Torno subito- Prendo un respiro profondo poi mi avvio verso quel gruppetto e, chiedendo permesso, arrivo di fronte a Leo. -Ehi riccio vieni-gli dico porgendogli la mano. Aline, una ragazza della comitiva, mi guarda male. Indossa:jeans attillati, top bianco trasparente, coprispalle scuro, scarpe nere con tacco e rossetto rosso. -Lui è mio-dice con vocetta stridula. Sorrido fintamente. -Peccato. C'è un piccolo problema però. Leo è...- Cos'è Leo? Sei un genio Angels. Maledizione. Lui se ne esce di punto in bianco. -Già sono impegnato ma apprezzo l'interesse. La mia ragazza non è di questa città e Angels è mia amica, quindi...- -Cosa?- le chiede Aline. -Meriteresti sicuramente di meglio. Sul serio sei suo amico? Lei è...beh è lei. Guardala! Neanche si trucca. Quale ragazza di sedici anni non si trucca né sì veste carina? Diventa mio amico. Ti farei più felice e potremmo essere amici speciali...intendi? Se ci ripenserai (e spero vivamente di si) chiamami-detto ciò mi guarda ma io non le do il tempo di parlare. -Sai Aline...hai ragione-guardo Leo-Ha completamente ragione- Le ragazze della comitiva, sorridono trionfanti, ma quando stanno per prenderlo per mano,lui fa una cosa che stupisce tutti. -No. Non voglio venire. Aline (giusto?) Non mi interessi. Sinceramente siete tutte fidanzate, che gusto ci trovate a venire al letto con me? Dopo che lo abbiamo fatto? Ve ne tornate per fatti vostri? Non ha molto senso ehdice tranquillo appoggiandosi al muro. Anche lui è un ribelle. Wow non sono l unica ad essersi ribellata contro di loro. Quella volta...comunque. Jennifer,da ragione alle suo amiche, ma evita il mio sguardo. Siamo impazziti tutti, oggi? Fallo dice la vocina nella mia testa ed io, sfortunatamente, le do ascolto. Prendo la lametta avvolta in un pezzo di stoffa dallo zaino e me la metto in tasca. La prof, mi da il permesso di andare in bagno. Arrivata, mi rinchiudo nel terzo gabinetto e mi tiro su la manica della maglia. Senza esitare, affondo la parte tagliente nel mio polso pensando a quello che mi ha detto Aline. Ha ragione. Aveva ragione. Leo avrebbe semplicemente dovuto accettare quello che diceva la comitiva e basta. Dopo un bel pó di tagli sgorganti sangue,decido di smetterla. Metto via la lametta e mi tiro giù la manica. Alzandomi, mi dirigo verso la classe con un delizioso giramento di testa. Davanti ai miei occhi danzano alcune ombre nere."Brava, il piccolo errore mi ha dato ascolta. Continua così e saremo tutti felici" "Muori fottuto errore" "Balena" "Suicidati" "Depressa del Cazzo" Le voci dentro la mia testa, non smettono di parlarmi contro. Entro in classe, cercando di rimanere in piedi. Vedo il mio gruppo che si presenta a Leo mentre gli altri stanno dall'altra parte della stanza. Oddio. Ma quanto erano profondi quei tagli. Angels su, qualche altro passo e potrai sederti, mi ripeto mentalmente.

Un'ombra davanti agli occhi.

Cinque passi.

Le gambe tremano.

Tre passi.

Il battito del cuore nelle orecchie.

Leo che mi rimanere al volo prima che io possa sbattere.

Gli occhi che mi si chiudono da soli.

-Angels-Leo che mo guarda preoccupato.

Altre ombre.

Martina, Isabelle e Laura davanti a me.

La testa che batte.

Anche Emma e Tyler mi guardano.
Vieni con noi.

-Rimani con me-

Tenebre.

Luce.

E io sbatto le palpebre aggrappandomi alle braccia di qualcuno. Sei forte Angels. Puoi farcela. Il mio Angelo. L'unica vice che crede in me. Solo che non parla mai. Solo in occasioni simili. Piano piano, mi riprendo sempre arreggendomi a quelle braccia. -Oii Angels- Martina sorride mentre non-so-chi mi fa sedere su un banco. -Cherubino-la chiamo sempre così perché,somiglia ad un angelo. Il mio contrario. Io sono il diavolo e lei è l'acqua santa. Respiro profondamente e poggia la testa su un petto caldo. Delle mani vellutato mi accarezzano i capelli. -Non se ne è accorto nessuno tranne voi, vero?-chiedo. Odio stare al centro dell'attenzione. -No solo noi-risponde Tyler ed io annuisco. -Sto bene ragazzi, tranquilli. Sono solo stanca. Voi continuate a parlare di quello di cui stavate parlando prima- dico. Nel frattempo penso tra me e me. Brava ce l'hai fatta. Odio essere un autolesionista. Odio mangiare. Odio la comitiva. Odio la scuola. Odio i professori. Odio respirare. Odio svegliarmi ogni mattina. Odio essere un errore. Odio perdere il controllo di me stessa. Odio la mia vita. Odio me. Odio dover vivere. Con questi pensieri Morfeo mi rapisce e anche se non dovrei, mi addormento agitata.

-Guerriera. Ehi Angels. Su svegliati pigrona-una voce mi chiama. Una voce calda. Apro piano gli occhi e noto che sono ancora seduta sul banco. Mi stiracchio e ora scopro a chi stavo appoggiata. Leo. -Sei comodo-dico per sdrammatizzare un pó facendo ridacchiare le persone intorno a me. Sorrido falsamente e scendo dal banco, sedendomi sulla sedia. -Quanto ho dormito?- -Una decina di minuti-risponde Martina. Guardo verso la comitiva e, vedo che Jennifer, è seduta sulle ginocchia del suo ragazzo. -Leo posso chiederti una cosa?-domanda Emma. -Si, certo- -Perché chiami Angels guerriera?-io e lui ci guardiamo divertiti. -Ho visto che combatteva in palestra e invece che ad una principessa lei somiglia ad una combattente-rispose crollando le spalle. -Beh Leo, allora benvenuto nel gruppo degli sfigati--dice Tyler. -Non siete sfigati. Siete meglio voi che le troie e gli stronzi, eh-dice Leo, cosa che mi fa sorridere. -Non ce lo avevano mai detto. Grazie-dice Laura. -Però-continua Isabelle-prima di flirtare con Angels devi avere la nostra approvazione-Lui ride, seguito dagli altri mentre io arrossisco, alzando gli occhi al cielo.

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