presagi color sangue

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Le prime ad arrivare furono Esme ed Elentya, poco dopo arrivarono Tigrerra ed Evan seguiti da Zero.
La casa era enorme, situata in una radura della foresta. Dopo che entrarono Esme chiese ad Evan se avessero una stanza in cui lei ed Elentya potessero parlare tranquillamente e lui le condusse in biblioteca. Esme rimase incantata, non pensava che nella loro casa ci fosse una biblioteca. La stanza era spaziosa e colma di librerie, che a loro volta straripavano di libri, al centro erano disposti un tavolino di cristallo e delle sedie argentee.

-fate come se foste a casa vostra principessa -

-dammi del tu, non sono una principessa sono tua amica-

E gli sorrise dolcemente

-vabbene...f-fai come se fossi a casa tua...-

Evan era leggermente arrossito,

-Ti ringrazio-

Accennò un sorriso e uscì dalla stanza lasciandole sole.
Dato che Esme non parlava Elentya decise di interrompere quel silenzio,

-cosa volevate chiedermi principessa?-

Esme spostò lo sguardo per un momento su di lei, per poi accendere una ad una le candele sul tavolo, erano a forma di fiori di loto, ed Esme li stava apprezzando moltissimo.

-Elentya tu sei un'Oscura, essendo nata da due stregoni, non possiedi poteri tranne una dote che avete solo voi. Sapete prevedere il futuro attraverso le carte e attraverso il palmo della mano. Vorrei che tu facessi una di queste due cose.-

Concluse fredda.

Elentya era sbalordita, l'essere leggendario per non dire il più potente le aveva chiesto di leggere il suo futuro.

-Ne sarei onorata. Preferite le carte o il palmo?-

-Le carte-

Elentya frugò nel vestito bianco, estraendone un piccolo mazzetto di carte. Le mischiò e le depose sul tavolo,

-Principessa toccate la prima carta del mazzo -

Esme allungò un dito e lo fece scivolare sulla prima carta del mazzo.
Elentya prese di nuovo le carte e riniziò a mischiarle. Poi depose il mazzo al centro del tavolo in mezzo alle candele,

-pescate sei carte, quelle che pensate vi attirino di più e mostratemele in mano vostra-

Esme prese d'istinto la prima carta del mazzo e la mise fra lei e l'altra ragazza. Poi la seconda e la terza, fino ad arrivare alla sesta, ogni carta l'attirava davvero, ne rimase colpita.

-porgetemele-

La ragazza si allungò di nuovo e porse le carte ad Elentya, che prese la prima e la guardó. Rimase ad esaminarla per qualche secondo per poi controllare tutte le altre carte, la sua espressione non mutava mai, ma alla vista della maggior parte delle carte si poteva notare che i suoi occhi si ghiacciavano. Ricompose il mazzetto e ne prese la prima carta mettendola sul tavolo davanti ad Esme, la carta raffigurava una rosa color sangue, Elentya fece un profondo respiro

-la rosa color sangue, chi pesca quella carta è condannato a lasciarsi una scia di morte ovunque egli camminerà -

Mostrò la seconda carta, questa ritraeva una landa desolata coperta di ghiaccio con dei fiocchi di neve che stavano per toccare il suolo.

-questa carta mostra un luogo in cui un giorno ti troverai-

Elentya teneva le carte in mano a formare un mazzo ma tenendo ben visibili le carte.
Quindi prese la terza carta e la girò mostrandola a Esme, raffigurava una tigre bianca con le zanne snudate, aveva un occhio verde acqua e l'altro color argento fuso.

-questa carta può avere un solo significato. Tu regnerai. -

Mostrò la quarta carta e si voltò verso Esme,

-questa è la prima volta che una persona scelga queste due carte insieme-

La carta era uguale alla prima solo che questa rosa era nera come la pece.
Tutte le carte erano disegnate a mano ed erano meravigliose in ogni minimo dettaglio.

-la rosa nera è simbolo di immortalità, ma anche di guerre -

Poi prese l'ultima carta,

-dov'è l'altra carta? Dovevano essere sei ma ne abbiamo già viste quattro ed io ho solo la quinta in mano, ne manca una Principessa-

Esme la guardò perplessa,

-ma non può esserti caduta è impossibile-

-Principessa mi dispiace... sono mortificata...-

Abbassò lo sguardo sul pavimento,

-Elentya anche se manca una carta vorrei vedere la quinta-

La ragazza fece come chiesto e mostrò la quinta carta

-Ma cosa...-

Elentya era rimasta impietrita, il suo volto bianco, gli occhi sgranati. Dopo un istante sbatté le palpebre

-le due carte si sono fuse, formandone solo una e delle due una non sapevo nemmeno di averla nel mazzo ovvero non esisteva.-

Esme fissò la carta, essa raffigurava una spada dalla lama spessa e lucente, ai lati dell'impugnatura senza toccarla c'erano due ali, una simile a quella di un angelo, con delle piume bianche e soffici persino alla vista, e l'altra tutta nera corvina simile a quella di un drago.

-io non ho mai avuto una carta con delle ali, ed anche se avevo già quella della spada ora la spada è cambiata-

Esme non batteva ciglio osservava accuratamente tutte le carte, soffermandosi sempre sull'ultima

-perciò non puoi sapere il significato di quella carta vero Elentya?-

La ragazza puntò il suo sguardo su di lei,

-Principessa se vuole posso provare a leggerla comunque-

-in tal caso procedi-

-la spada è segno di vittoria in campo di battaglia, mentre le ali non saprei, potrebbero significare sia fedeltà che purezza d'animo o almeno sarebbe potuto significare quest'ultimo se non fosse che un'ala è angelica e l'altra demoniaca-

Esme sbatté le palpebre e si girò in direzione della ragazza

Una cacciatrice dagli occhi di smeraldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora