Era nervoso, sapeva perfettamente che Deirdre aveva ragione.
Stava cadendo nella trappola del nemico, ma non poteva fare altro.
−Se sai di star cadendo in una trappola, qual è il tuo piano?
Marrok lo osservava cercando di capire, percepiva in lui la tensione del momento, vedeva la postura rigida e lo sguardo meditabondo mentre camminava sbrigativo lungo il sentiero che lo avrebbe portato nella zona Nord-Ovest della foresta.
−Non lo so ancora. A quanto pare vogliono che mi allontani dal branco, probabilmente per attaccare. Se non lo faccio non usciranno mai allo scoperto. Chiama Rodrick, digli di raggiungermi il più velocemente possibile. Tu rimarrai qui, se la mia teoria dovesse rivelarsi esatta, voglio che il branco si possa difendere a dovere.
Il fulvo annuì, l'espressione seria non lasciava trasparire il nervosismo.
−Deirdre?
L'alpha gli lanciò una veloce occhiata.
−Potresti continuare a proteggerla per me?
−Certo, non preoccuparti.
Il beta stringeva i pugni lungo i fianchi, non avrebbe mai pensato che quel momento sarebbe giunto.
−Mi fido di te, Marrok.
Proprio in quel momento, mentre giungevano all'entrata della foresta, sull'altro lato della strada notarono la figura slanciata del medico che, salutandoli con un movimento veloce della mano, sorrideva sereno.
−Mi vuoi spiegare cosa ti è preso?!
−Non adesso Deirdre.
Il tono seccato dell'anziana la indignò.
−Non adesso? Hai mandato il mio compagno a morire!
Rosemary si voltò di scatto, gli occhi pieni di furia quasi al pari della ragazza.
−Credi che sia stato semplice per me mandarlo in quella trappola?! Sono vecchia, ma non stupida! Se non intervenisse subito, Enan potrebbe morire. È questo che vuoi? Vuoi che un bambino soffra in quel modo?
Deirdre alzò il mento orgogliosa, non poteva credere che quella donna che fino a poco tempo prima le aveva ricordato tanto Nineve, ora dimostrava una mente tanto ottusa e poco logica.
−Voglio bene a Enan, ma dovevamo studiare un piano. Cosa credi che succederà appena sarà uscito dalla città? Ci hai pensato!?
−Deirdre calmati, agitarti in questo modo non ti fa bene. Alasdair...
−'Alasdair dice', sì, lo so! Ma sinceramene Lilias, in questo momento non me ne frega un bel niente di quello che dice Alasdair!
La warg abbassò lo sguardo ferita, ma non incolpò la ragazza.
L'amore della sua vita stava rischiando la vita e poteva comprendere la sua paura.
Contorcendosi le mani, tornò con passo lento vicino a Cora che, talmente era sotto shock, osservava il litigio tra le due donne con sguardo vuoto, senza pronunciar parola.
Quando riportò gli occhi in quelli ambrati di Rose, li vide riempirsi di consapevolezza e di paura.
−Mio Dio.
−Dalla tua reazione la risposta mi pare ovvia: no. Capisco che il panico tira brutti scherzi, ma questo non doveva accadere. Sei abituata ad avere l'ultima parola, posso capire anche questo, ma in questa situazione dovevi farti da parte. Dovevi lasciarlo ragionare invece di bombardarlo di parole e paura come hai fatto.
Era glaciale.
Lo sguardo fermo sul viso di Rosemary lasciava trasparire tutto il risentimento che provava per lei in quell'attimo.
−Se dovesse succedergli qualcosa di grave, giuro sul cielo e sulla terra che non ti perdonerò mai. Perché è solo colpa tua se non ha avuto tempo di ragionare lucidamente.
Le parole le uscirono in sussurri, come se avesse paura che la rabbia esplodesse alzando di qualche tono la voce.
−Deirdre, ora stai esagerando. Calmati.
Lilias aveva ripreso coraggio, ma la frase non fece altro che farla diventare il nuovo bersaglio della giovane.
−Mi stai prendendo in giro!? Come avresti reagito tu se avessero spinto Adair a cadere in quella che è sicuramente una trappola? Avanti, dimmelo!
La warg al sentire il nome del marito sentì la gola stringersi e le lacrime riempirle gli occhi, ma questo non le impedì di ribattere a tono.
−Avrei mantenuto la calma. Ed è quello che devi fare anche tu, farti prendere dal panico non aiuta noi e non fa bene alla tua salute.
La giovane umana si ritrovò a tacere.
Aveva ragione: il suo comportamento non era di nessun aiuto.
−Lilias ha ragione, cara. Tutto questo non fa bene per i tuoi nervi.
Fulminò con lo sguardo la vecchia, dopo quello che aveva fatto non sopportava nemmeno l'idea che le rivolgesse la parola.
Ma seguì il consiglio di Lilias.
Inspirò ed espirò a fondo, rallentando il battito del suo cuore.
−Vieni. Siediti, non hai un bell'aspetto. Sei bianca come un lenzuolo.
Compiendo alcuni passi si rese conto di quanto fosse malferma, le gambe le tremavano, così come le mani.
La warg le diede una mano a sedersi accanto alla giovane madre e notando con quanta intensità le tremavano le mani, si assentò ricomparendo nel salotto alcuni attimi dopo con un bicchiere di acqua zuccherata in mano.
−Bevi lentamente.
La osservò accettare il bicchiere sussurrando un 'grazie' stanco, gli effetti di tutti quegli avvenimenti si potevano notare riflessi sulla sua figura.
Era leggermente dimagrita, il viso era più pallido del solito e sotto gli occhi erano comparse delle leggere ombre scure.
−Sei sicura di star bene?
Deirdre annuì prendendo un altro piccolo sorso d'acqua.
−Sì. È tutto ok.
Lilias lanciò uno sguardo significativo a Rosemary, che preoccupata si avvicinò alla ragazza, sfiorandole il viso.
−Non toccarmi!
Prontamente le schiaffeggiò la mano allontanando la sua carezza.
−Per favore. Non toccarmi.
La voce le era uscita stanca, quasi gentile.
Cora non accennava a muoversi, osservava la scena in silenzio, come se fosse in attesa di qualsiasi notizia che, con sollievo, le avrebbe permesso di sapere che il suo adorato Enan era finalmente al sicuro.
−Credo sia meglio chiamare il dottore, così potrà controllare sia Deirdre che Cora.
Lilias annuì e, sbrigativa, raccolse il telefono dal tavolo e digitò il numero del medico.