Capitolo 100- Guardati le spalle.

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Piangere è utile o no? Era la domanda che più spesso si insinuava nei miei pensieri come un serpente che striscia nella tana della preda, che, poverina, nom ha più scampo. Eh si, ero diventata la preda dei miei stessi pensieri, sottomessa a una mia creatura. Su questo riflettevo quando, la mattina, guardavo quel pallido sole sorgere pigrimante, come se avesse meglio da fare ma fosse obbligato. Quello era l'unico momento della giornata in cui nessuno doveva mai parlarmi o disturbarmi, esso era sacro e inviolabile. Scattavo in BM nel caso qualcuno mi avesse fatto distogliere lo sguardo da quel magico momento. Ma ce n'era un secondo. Di altrettanta magnificenza. Il tramonto era il secondo momento preferito, sempre sacro e inviolabile. Tutti mi guardavano, ma nessumo mi parlava. Ed è quello che si prova quando la gente dice che sei matto. Eh si, perchè il matto non va stuzzicato, non ca giudicato, non si parla con il matto, non si discute con il matto, tanto è solo un povero matto. Eppure i matti, come vengono definiti, hanno capito il senso della vita. Anche Pirandello lo diceva. Tutti abbiamo una o più maschere, tranne i matti. Loro mostrano il loro vero volto alla società che, non riuscendo a dare un etichetta a quel volto, lo iniziano ad ignorare e compatire. Ma infondo, anche quella del matto è una maschera no? Nel momento stesso in cui una persona mostra il suo vero volto senza maschera, la società lo deginisce 'matto' e quindi gli restituisce divisa, maschera e cartellino. Ma quindi che senso avrebbe cercare di essere ciò che si è e mostrarsi al mondo, se poi esso ci diatrigge e ci riduce ancora di più lo spazio a nostra disposizioni? Nessuno.
Allora me ne stavo lì, a guardare una cosa pura e libera dalla schiavitù umana. Ma quandi finiva? Quando il sole scompariva completamente o il sole era bello alto in cielo? Che succedeva? Mi sentivo pesante, come se avessi avuto uno stormo di uccelli colorati pronti a partire e una volta spiccato il volo, fossero stati rimpiazzati da gracchianti corvi neri e spenti. Perciò nessuno mi parlava in quei momenti. Capivano che quello per me era una valvola di sfogo.
Ma quel giorno fu diverso. Me ne stavo sul davanzale della mia camera, Zero era sotto con Sally, tutti dormivano nelle loro camere e Toby era mezzo nudo nel letto a fumarsi una sigaretta dopo averlo fatto per quasi tutta la notte.
Toby: come sei bella quando osservi il sole?
Io: oh eccolo amore. Sta sorgendo. Come può una palla di gas bollente appassionare così tanto l'uomo? Se ne sente il possessore, pensa di poterlo avere e poterlo studiare. Ma è così lontano... Così caldo... Così irraggiungibile. Eccolo ora è alto... I corvi sono entrati dentro me. Hai detto qualcosa?
Toby: che sei splendida.
Io: grazie amore mio. Spegni quella cosa, fa una puzza tremenda.
Toby: puzza o profumo?
Io: profumo purtroppo. Dai spegnilaaaaa.
Toby: non trovo il posacenere!
Io: spegni qua, mi manca tantissimo.
Toby: sai che non lo farò.
Io: allora dammi.
Toby: libera, tieni.
Mi passò quella sigaretta che ancora fumava, era quasi finita e profumata.
La spensi come al solito sul mio braccio e sentii un dolore così intenso quanto rilassante.
Toby: sei matta.
Io: probabile. Come lo era lei...
Toby: Jill?
Io: si... Lei era così forte e debole al tempo stesso, stronza e dolce, cattiba e buona, amichevole e meschina.
Dovrebbe smetterla di parlare di lei.
Io: e tu dovresti smetterla di origliare come un bambino piccolo! Entra idiota e dimmelo in faccia.
LJ: devi smetterla di parlare di lei. È MORTA! LEI, È MORTA! L'ABBIAMO UCCISA NOI E NIENTE MAI LA RIPORTERA DA NOI... DA ME!
Io: PENSI CHE IO NE PARLI PER SADISMO?! PER FARTI SOFFRIRE? PRIMA DI ESSERE QULLE CHE TI TROMBAVI ERA MIA AMICA PORCA PUTTANA! Lei era mia amica...
Una sola lacrima solcò il mio viso mentre stringevo i denti. Oh, non era di rabbia ne di tristezza. Era una di quelle lacrime malinconiche che non escono mai con altre lacrime. Solitarie e piene di rancore.
Io: era mia amica, prima di essere tua. Ricordalo, la prossima volta che vorrai venire in camera mia a criticarmi. Ora vattene.
LJ: Clock... io non...
Io: ho detto vattene.
Ero incazzatissima e probabilmente le urla si erano sentite in tutta casa, poiché si era formato un cerchio ri persona mezze addormentate e fin troppo stanche.
LJ: come vuoi.
Il ragazzo uscì a testa bassa dalla stanza, sollevando un alone di chiacchiericci vari.
Io: cosa cazzo avete da guardare? Andate a rompere i coglioni da un'altra parte. Impiccioni.
Mi avvicinai alla porta e la sbattei così forte che ruppi la maniglia. Questa cosa mi fece ancora più scattare i nervi e quindi iniziai a piangere, urlare e prendere a calci o pugni la porta. Iniziai anche a sanguinare dalle nocche.
Toby: calmati!
Non poteva avvicinarsi, sapeva che quando ero in quelle situazioni, dovevo cavarmela da sola.
Io: come potrei? LA MIA VITA VA A PUTTANE PER COLPA LORO! CHE MI INCOLPANO PER OGNI COSA IN QUESTA CASA! ORA NON POSSO NEANCHE PIÙ FARMI I CAZZI MIEI.
Sta un po' esagerndo.
Povera Clock.
Ma guarda tu questa...
Chissà quale inferno ha dentro.
Dovrebbe darsi una calmatina, non risolve nulla così.
Io: NESSUNO HA CHIESTO IL VOSTRO PARERE PENSIERI DI MERDA, ANDATEVENE HO DETTO!
Mi buttai sulla porta cin la schiena e scivolai, fino a toccare terra e rannicchiarmi con le ginocchia al petto. Piansi tutto ciò che una persona è in grado di piangere nella sua vita intera. Io impiegai a malapena dieci minuti.
Toby: so che non vuoi il mio aiuto ma... Io non voglio vederti così. Come la mettiamo?
Io: vattene anche tu allora. È diventata una moda lasciare Natalie. La povera piccola Natalie sa cavarsela benissimo da sola.
Toby: non conosco nessuna Natalie. Conosco Clockwork, spietata Creepypasta. È mia moglie, sai? Grande donna. Ha vent'anni eppure è così matura di mente! Stiamo per avere due splendidi bambini, proprio come lei.
Io: piacere... Io sono Natalie, una povera illusa.
Toby: oh no, tu sei Clockwork, non dimenticarlo mai. La cara e tettona Clockwork Rogers, a quanto pare.
Io: ahahah sempre le mie tette guardi!
Toby: impossibile non farci cadere l'occhio! Ha ragione Jeff.
Modestamente eheheh.
Io: VATTENE O TI CUCIO IL SORRISO.
Jeff: corro!
Sentimmo un pesante passo scattare e allontanarsi, seguito da un passo così leggero quanto impercettibile. Chiaramente di Jane.
Io: che ore sono?
Toby: le 6...
Io: vai a dormire, questa notte non lo hai fatto molto.
Toby: avevo di meglio da fare.
Mi guardò con quel sorrisetto pervertito che mi faceva ridere sempre. Mi carezzò con una mano i capelli e con l'altra il pancione.
Toby: degli splendidi bambini. Chissà come saranno? Jill e Spartaco... Poveretti ahah
Io: ehi! Spartaco è una grande figura antica e Jill... È più di una grande figura. Lei era una brava persona. Tanto da essere in paradiso. Era mia amica. Nostra, amica.
Toby: lo so. Ora andiamo a mangiare? Sei stanca e una tazza di caffé male non fa.
Io: thé?
Toby: e va bene.
Io: yeeeee. Waffles?
Toby: YEEEEEE.
Io: andiamo su bambinone!
Toby: mmm probabile.
Mi rialzai con uno slancio in avanti stile film di spie.
Quando fui in piedi feci fatica a credere a ciò che avevo appena fatto.
Toby: come cazzo...
Io: davvero, non lo so.
Toby: aspetta, quali poteri hai tu?
Io: vedo al buio e leggo nel pensiero.
Toby: penso abbiamo scoperto il tuo terzo potere. Per questo ti arrampichi sugli alberi come fossero scale! Sei agile come un gatto!
Io: awww amo i gatti! Vero Macchiolina?
Il gatto mi si strusciò sopra e fece duo o tre miagolate di consenso.
Io: bravissimo!
Cacciai una manciata di croccantini dalla tasca e glieli posai sul pavimento. Se li mangiò in due secondi netti.
Toby: scherzi vero?
Io: per le emergenze...
Toby: andiamo va.
Io: bravissimo Macchiolina!
Aiutai Toby a rialzarsi e uscimmo, io sempre con il gatto in braccio.
Jeff: Jane ha fatto i Waffles, sono ok?
Toby: scherzi vero?
Jeff: me lo aspettavo.
Io: non ho molta fame. Prendo solo il thé.
Zero: sorella, è di nuovo tanto che non mangi.
Io: ma non è vero.
LJ: non mangi dal 28. Ah ma non preoccuparti, non ho intenzione di giudicarti.
Jane: ma dove vai vestito così?
LJ: non so se hai notato che non c'è più niente in frigo. Vado un paese, do solo fastidio.
Io: Jack...
LJ: non preoccuparti.
Mi sorrise e mi prese il mentro tra pollice e indice facendomi l'occhiolino.
Volevo uccidermi in quel momento. Cosa cazzo avevo combinato con LJ?
Lo vidi allontanarsi e uscire prendendo la giacca e sbattendo la porta.
Toby: non ti azzardare. Non mi serve leggerti nel pensiero. Non, ti, azzardare.
Io: scusami, davvero.
Mi levai le ciabatte e presi dalla soglia gli stivaletti neri e corsi fuori, scalza sulla neve.
Io: mmm dove sei andato?
Feci un grande respiro e sentii il suo odore nell'aria, il suo profumo mi invase le narici completamente.
Io: Boss. Ti sento.
Forse ero semplicemente stata fortunata prima in camera e che fosse quello il mio vero terzo potere. Sentivo profumi lontani kilometri come se fossero tra le mie mani.
Sentivo il profumo dolce della casa di Maria, l'odore del sapone di marsiglia delle vecchie al fume, il pane sfornato sul momento e il suo profumo intenso.
Era vicino, ma si era evidentemente nascosto nel bosco, sentivo Boss mischiato all'odore di pino.
Io: ti sento piccolo topino. Ti ho fiutato. Sei mio, mi dispiace.
Mi infilai anche io nel mezzo del bosco e salii velocemente su un albero, passando di rami in rami.
Chi c'è? Chi mi segue?
LJ: fatti vedere! Non ho paura di te.
Feci una risata sadica che rimbombò per tutto il bosco facendo girare la testa di LJ all'impazzata.
Io: come? Non mi riconosci?
Mi buttai verso il terreno e causai un grande suono sordo.
LJ: perchè mi segui?
Si girò poiché era di spalle quando piombai a terra.
Io: e perchè mai?
LJ: che stai dicendo?
Io: oh quanto ti adoro quando fai l'ingenuo.
Non ero più in me stessa, come se il mio istinto animale represso in un angoletto del mio animo fosse esploso all'improvviso.
LJ: c-che cosa stai d-dicendo?
Io: in fondo, siamo soli no?
Stavo camminando verso di lui mentee indietreggiava sempre più, fino a sbattere su un tronco.
Dannati alberi, sembra che li mettano qui apposta. Come in Hunger Games!
Io: hai paura eh?
LJ: che cazzo fai?
Io: non posso guardare la mia preda ora? AHAHAHAHAH
Il mio tono era sempre più sadico.
Eccomi Clock, ti sono mancata? Ah è vero, non puoi rispondermi più ora. Senza passare per pazza, ovviamete.
Io: non sono matta!
E io non sono scomparsa buffa la vita eh? Beh, ci sono semplicemente perchè il tuo istinto animale sono io. Non ricordi?
Guardai LJ spaventata e iniziai ad indietreggiare, cadendo a terra dopo essere inciampata su un rametto.
Io: vattene vattene! Io non sono così!
Si che sei così, perciò sono qui.
LJ: tutto ok?
Io: LJ, non sono così. Va via ti prego... Non mi controllo!
Perchè non ci divertiamo un po' con lui?
Ero ormai in lacrime. Non volevo far del male a colui che reputavo mio fratello.
Io: TI PREGO! VIA! NON CREDO DI PO- lei ti ha avvisato. Ora sei mio.
Da quel che mi disse in seguito il mio occhil era diventato bianco e sadico.
LJ: voglio parlare con Clock, non con te! Vattene, voglio lei!
Io: ahahahahah, lei ora non c'è. Ma io posso farti divertire molto meglio di lei... Che ne dici eh Jack?
LJ: lei non è così! Smettila!
Io: e se la uccidessi?
LJ: non moriresti anche tu?
Io: si, ma almeno voi soffrireste come cani. Per sempre.
Toby: non ti azzardare.
Sentii un qualcosa colpire la mia testa e vidi buio.
Mi risvegliai subito assaporando tutti gli odori.
LJ: Clock?
Io: no, nonna. Chi divrebbe essere?
Toby: lunga storia...
Io: Toby cazzo! Mi hai fatto maleee. Madonna che botta, come sto?
Toby: emmmm
Io: Toby. Cazzo hai fatto?!
LJ: niente..
Io: ditemelo!
Toby: diciamo che il tuo orologio... Tieni.
Mi passò il mio orlogio integro, ma non nel mio occhio.
Io: specchio.
LJ: aspe che lo cago.
Io: gne. Farò come gli orecchini, andrò a tentativi.
Misi l'orologio in mano dal verso giusto, in modo che fosse leggibile, e lo infilai nella mia cavità oculare vuota.
LJ: disgustosa.
Io: scusami. Ero uscita per salvarti ma... Gli udori si sono mescolati all'impazzata e il mio istinto animale ha ireso la meglio.
Toby: è passato. Tieni, i tuoi stivaletti. Quando non vi ho visto rientrare subito, sono uscito a cercarvi e ho trovato le scarpe e metà dei vestiti di Clock. Sono corso appena ho distinto le vostre voci.
LJ: pensavo mi stuprasse ad un certo punto.
Io: che?! Bleah!
LJ:.........
Io: Cioé non bleah tu, tu sei tutt'altro che bleah anzi sei proprio wowo, ma non fraintendere, non volevo dire che mi ti scoperei, cioé lo farei ma sei mio fratello e io... Che stavo dicendo?
LJ: lascia stare ahahah
Toby: sono offeso.
Io: oh dei, che ore sono?
Toby: le 7.
Io: mmm ho sete.
LJ: fame no? Mi accompagnate a prendere il pane e a fare la spesa? Tanto i vestiti ce li avete.
Io: è una tuta... Ma pff, sti cazzi.
Toby: grande amore mio. Si veniamo.
LJ: su di te non ho dubbi, ti sentiamo tutti. Ahahahahahahahahahahah
Io: AHAHAHAHAH
Toby: fanculo. A tutti e due.
Io: andiamo.
E se tornassi proprio ora? E se te li facessi uccidere? Guardati le spalle da me, Clock. Ho bisogno della mia vendetta.
Io: cosa ti ho fatto?!
Mi hai uccisa. Ma sono ancora qua, a perseguitare i tuoi amici. Sai, non pensi e non dormi. Com potrei colpirti? Bin bin bin! Perchè non cominciare da loro due? Coloro che porti in grembo?
Potei avvertire la mia mano afferrare il coltello dallo stivale e impugnarla con entrambe metendolo davanti alla pancia.
Io: vi prego, aiutatemi.

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