Anime legate - capitolo 5

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CAPITOLO 5

Non poteva essere. Non doveva essere. Era semplicemente impossibile, impedito da ogni regola logica! Maka si voltò di scatto verso sinistra, scuotendo la testa sconcertata quando vide nell'angolo una figura inconfondibile che per lungo tempo aveva popolato i suoi incubi, ricordandole quanto era stata debole e quando la ferita al petto di Soul fosse stata tutta colpa sua.
-No...- mormorò con voce strozzata, portandosi una mano alla bocca.
Il demone del sangue nero la squadrò con i suoi grandi occhi malvagi dalle pupille gialle, facendo un inchino derisorio.
-Che succede?- le chiese facendo un sorriso e mettendo in mostra la sua enorme bocca dotata di denti acuminati come lame. -Non sei contenta di potermi finalmente incontrare di persona?-
Era come l'aveva sempre immaginato nella sua mente quando Soul aveva rischiato più di una volta di cadere preda della follia. Una specie di orrido folletto rossastro con due corna ricurve sulla testa pelata, le orecchie lunghe e il naso grosso sotto due occhi malvagi cerchiati di nero. Indossava persino un completo nero la cui giacca era chiusa con dei bottoni scintillanti che riflettevano la luce delle candele proprio come le scarpe eleganti che portava ai piedi.
Stava schioccando a tempo le lunghe e sottili dita con le unghie laccate di nero, muovendosi in quella che a parere del demone doveva essere una specie di danza, ma che a Maka sembravano solo i movimenti scoordinati di un ubriaco che non riusciva a reggersi in piedi. Probabilmente ad altri una figura simile avrebbe fatto solo ridere, ma la Meister era completamente shockata. Fino a quell'istante aveva creduto che il Demone fosse solo una specie di personificazione del sangue nero che dilaniava Soul dall'interno ogni volta che sfruttava in maniera eccessiva i suoi poteri di arma, ma nemmeno nel suo peggiore degli incubi aveva mai pensato alla più remota possibilità che potesse materializzarsi nella realtà.
Com'era potuta accadere una catastrofe simile?
-Tu non sei reale- sbottò. Una constatazione che voleva essere più una rassicurazione per sé stessa che altro, e che venne accolta dal demone con una risata maligna. Quest'ultimo scrollo le spalle come se non comprendesse l'atteggiamento della ragazza, e si voltò rivolgendosi a Soul che continuava a suonare. -Vuoi spiegarglielo tu che non sono frutto della sua immaginazione, amico mio?- gli disse.
Maka stava per gridargli che era solo un maledetto ammasso di sangue nero parlante, ma venne bloccata dalla voce di Soul. -Ma come Maka, non ci sei ancora arrivata? E dire che tra noi due di solito vieni reputata la più intelligente!-
La Meister incrociò lo sguardo del ragazzo, e quando questi aprì gli occhi tutto ciò che vi lesse fu solo una profonda, oscura follia. Fu uno dei pochi momenti in cui restò completamente senza parole, paralizzata da ciò che stava accadendo.
Attorno alla sua buki stavano iniziando a comparire dei lampi neri che lentamente lo avvolgevano in spire, ma i suoi occhi rosso fuoco continuavano a brillare più di una stella.
-Soul, sei pazzo?! Si può sapere che hai fatto?- gridò Maka.
Soul non sembrò nemmeno ascoltarla, ma esibì un ghigno che la sua maestra d'armi aveva visto solo poche volte. E non erano stati certo bei momenti.
-E mi chiedi anche cosa ho fatto?- si sentì ribattere. -Non avevo intenzione di rimanere una schiappa a vita costretto a limitare il mio potere! Per essere fico ho bisogno di tutta la mia forza, e se per poterla utilizzare devo pagare un piccolo prezzo sono più che lieto di farlo!-
"Non è possibile, è completamente divorato dalla follia!" pensò Maka, lasciandosi prendere per un attimo dallo sconforto. Eppure... "Al diavolo, non lascerò certo che quello stupido si faccia ammazzare!"
Anche se non aveva armi da poter usare, non doveva dimenticare che era molto portata al corpo a corpo. Si lanciò a tutta velocità contro il demone, spiccò un salto e si preparò a colpirlo con un calcio nel bel mezzo di quella sua testa deforme, ma prima che potesse solo avvicinarsi i lampi che circondavano Soul la investirono in pieno mandarla a sbattere contro la parete.
-Dannazione idiota, se proprio non vuoi collaborare cerca almeno di non ostacolarmi!- sibilò la ragazza nella sua direzione, passandosi la mano sulla bocca per asciugare il sangue che stava uscendo dal labbro spaccato. -Ti rendi conto che...- iniziò, preparandosi a sferrare un altro colpo, -continuando così finirai per diventare come un kishin? Sarai ciò contro cui abbiamo sempre lottato!-
Tentò di sferrare un pugno al demone da dietro, ma anche questa volta venne respinta dai lampi. Cosa sarebbe successo se davvero Soul fosse diventato una specie di kishin, un dio della follia? Lo Shinigami sarebbe stato costretto ad ucciderlo con una delle sue Death Schythe? E se fosse stato suo padre a doverlo fare? Non sarebbe più riuscita nemmeno a guardarlo negli occhi sapendo ciò di cui si era macchiato.
"Devo impedirlo ad ogni costo!" si impose, allontanandosi a distanza di sicurezza.
-Soul!- gridò, stringendo una mano attorno al braccio sinistro coprendo una ferita. -Credi davvero che non saremmo potuti diventare più forti di così?-
Passò qualche istante, durante il quale gli unici suoni erano la musica esasperata di Soul e la risatina sommessa del demone, che non faceva altro che divertirsi osservando le sofferenze degli altri.
-Abbiamo solo bisogno di tempo, non devi utilizzare scappatoie come questa! Insieme diventeremo invincibili, te lo giuro!- continuò la Meister, avvicinandosi di qualche passo al pianoforte.
Soul smise per un attimo di suonare, sollevando la testa e lanciandole uno sguardo freddo. -Tempo dici? E quanto? E' un'infinità di tempo che siamo una squadra, ma che progressi abbiamo fatto?- la aggredì con rabbia, premendo con forza le dita sui tasti dai quali scaturirono altri lampi. -Sono stufo di aspettare un miracolo! Ammettilo: in questo momento siamo entrambi due deboli incapaci di portare a termine persino le missioni più semplici!-
Maka non aveva mai sentito tanto astio nella sua voce, e ne restò basita. Ma quello che la ferì maggiormente fu il fatto che la sua buki avesse sottolineato con così tanta schiettezza la loro debolezza. Nonostante quello cercò di ribattere, nel tentativo disperato di farlo ragionare. Nell'angolo, il demone se ne stava comodamente appoggiato al muro fumandosi una sigaretta tirata fuori da chissà dove, tranquillo perché certo di non poter essere colpito.
-La nostra non è debolezza, ma semplice inesperienza!- disse la ragazza. -Avanti, fai tanto il fico e poi ti abbassi a stringere i patti con uno sgorbio come quello?!- lo sgridò, indicando schifata con una mano la creatura, che le restituì uno sguardo risentito.
Soul si alzò in piedi, scostò la seggiola e si affiancò al pianoforte nero. Quando riprese a parlare, il tono di voce era più dolce di quello di prima, il suo sguardo sembrava persino più lucido. -Senti Maka, so che anche tu ci tieni a diventare più forte, e che ti senti in colpa per ciò che è successo in passato- iniziò.
La Meister sentì di nuovo una stretta al cuore come ogni volta in cui le tornava in mente il giorno in cui Soul era stato infettato col sangue nero da Chrona.
-Però non devi preoccuparti per me, capisci?- continuò il ragazzo, le fiamme delle candele che si riflettevano nei suoi occhi come la brace. -Mi hai fatto persino un piacere, donandomi un mezzo per migliorare tantissimo le mie capacità, e io te ne sono grato. In qualche modo voglio sdebitarmi con te, Maka.- Fece una pausa e allungò la mano affusolata verso la sua maestra d'armi.
-Ti prego, continua a stare con me. Diventiamo insieme la squadra più forte di tutta Death City!- la supplicò.

Eheh... chissà che sceglierà di fare la nostra adorata Maka? Lo scoprirete solo continuando a leggere! Ma mentre aspettate il prossimo capitolo commentate pure questo con le vostre opinioni ;)



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