Chapter 8: Trust me.
Quel giovedì sembrava proprio non essere giornata. Il vecchio professor Turner, di ginnastica, aveva dato le sue dimissioni e al suo posto era venuta una donna, sulla quartina d'anni, in perfetta forma fischia. I capelli biondi erano legati in una coda alta e la tuta verde smeraldo della Nike, sembrava risaltare i suoi occhi azzurri.
In palestra aveva messo in fila tutti gli studenti della sua classe.
-Nessuno di voi ha la tuta?- chiese lei.
I ragazzi si guardarono fra di loro, come per vedere se qualcuno avesse improvvisamente iniziato a portarla.
Con Turner non la portavano mai, i ragazzi spesso giocavano a calcio come erano vestiti, mentre le ragazze qualche volta facevano qualche partita a pallavolo, ma spesso si sedevano sui tappetini e si facevano i fatti loro.
-Perfetto- commentò seccata la donna -d'ora in avanti, voglio vedere tutti con la tuta durante la mia lezione. Chi non la porta riceverà un meno, a tre meno segue una F nella valutazione- disse seria.
Gli alunni la guardarono sorpresi, odiando internamente il professor Turner per averli abbandonati.
-Non voglio rimanere di certo con le mani in mano. Perciò oggi farete ginnastica così. Siamo privi delle palle da pallavolo perciò giocherete tutti a calcio. Decidete le squadre miste. Voglio vedervi giocare seriamente-
Le ragazze iniziarono a sbuffare e a lamentarsi, mentre i ragazzi si abilitarono per le squadre.
Abbie fece un passo avanti.
-Mi scusi- iniziò, la donna la guardò -io non posso...giocare- disse.
-Perché? Hai qualche permesso speciale che te lo vieta?- chiese acida la donna.
-Non può- intervenne seria Sasha.
La donna alzò il foglio che teneva in mano.
-Se non le dispiace signorina, sono io l'insegnate e decido io. La sua compagna non fa eccezione riguardo le mie regole-
Luke che aveva assistito alla scena, si allontanò dal caos che stavano facendo i suoi compagni e si avvicinò alle ragazze.
-Diglielo- le sussurrò Luke vicino.
Abbie si guardò introno, aveva attirato l'attenzione della maggior parte delle sue compagne di classe, che la guardavano male. E di sicuro non solo per il fatto che non volesse fare ginnastica, accanto a lei c'era Luke e ciò sembrava infastidirle.
-Non posso- disse tristemente, guardando Luke negli occhi.
-Abbie- disse lui quasi incredulo.
-Oh, ci penso io- disse Cammie facendosi spazio e raggiungendo la donna, per parlarci da vicino.
I tre la guardarono mentre le spiegava la situazione con voce estremamente bassa. Ma la donna sembrava impassibile, guardò le carte e poi portò lo sguardo a Cammie, scuotendo la testa.
Ora i suoi occhi andarono a Abbie.
-Mi pare che tu abbia una bocca Evans- la riprese -in più ricorrere a certi argomenti ti sta solo facendo perdere punti. Ho una scheda su ognuno di voi. Qui non mi pare che ci sia scritto qualcosa-
-Lo so, ma...- iniziò Abbie.
-Voglio vederti correre insieme a tutti gli altri. Ah e complimenti sei la prima della quale mi ricordo nome e volto e non in senso buono-
Cammie guardava al donna, incredula, così come Sasha e Luke e poco distanti da loro, persino Michael, Calum e Ashton assistevano esterrefatti. Il resto delle ragazze invece se la rideva sotto i baffi.
Abbie guardò con terrore Luke.
-Non c'è l'ho qui. Se mi succede qualcosa, non ho con me il...- non disse il nome, ma non c'era bisogno, lui capì.
-Forza, voglio vedere le squadre- urlò la donna.
-Quella è una pazza!- disse Sasha, mentre Cammie raggiungeva nuovamente i suoi amici.
-Cerca di non correre, stai ferma in difesa. Ogni volta che tocca a te, ci penso io- la rassicurò Luke.
Ma Abbie lo guardava terrorizzata. Terrorizza dal avere un attacco davanti a tutti.
-Fidati di me- le disse portando le sue mani sulle sue spalle guardandola dritta negli occhi. Abbie annuì.
-E noi lo aiuteremo- aggiunse Cammie.
Abbie prese un bel respiro prima di raggiungere la sua postazione.
Giocarono per cinque minuti buoni così, Abbie si muoveva pochissime volte, ma non aveva corso. Ciò sembrò attirare lo sguardo dell'insegnate.
-Evans, tu prendi il posto di Fray- urlò la donna, facendole chiaramente capire che doveva andare in attacco.
Il cuore di Abbie prese parecchi battiti, prima di deglutire e prestarle ascolto.
Ogni qualvolta qualcuno le passava la palla, Luke prontalmente la prendeva prima di lei.
La professoressa fischiò, all'ennesima palla rubata da Luke.
-Hemmings- urlò per farsi sentire.
Il ragazzo si fermò tenendo la palla sotto al piede e guardando verso al sua sinistra.
-Non mi interessa se vuoi dare una mano alla tua fidanzatina. Un altra volta che ti vedo rubarle la palla, sei fuori. E se non ti vedo muovere un muscolo Evans, stai sicura che una F non te la faccio mancare, come anche una nota-
Abbie guardò Luke, che sembrò solo infuriarsi a quelle parole, ma non poteva fare altro, doveva prestarle ascolto.
Vani furono anche i tentavi di Cammie e Sasha, dato che Abbie iniziò a muoversi, con il cuore a mille e la paura che si era impossessata di tutto il suo corpo.
Solo allora la professoressa sembro soddisfatta e iniziò a guardare con più attenzione tutti gli studenti e il gioco che loro stavano facendo.
Venti minuti, mancavano solo venti minuti alla fine di quella tortura, ma Abbie non ce la faceva più.
Si fermò, portando una mano sul ginocchio e l'altro sul petto. Sentiva un nodo alla gola stringersi sempre di più.
Se avesse continuato a correre avrebbe peggiorato le sue condizioni. Quello che le stava succedendo ora, era un chiaro segno che aveva bisogno del broncodilatatore, che si trovava nella borsa all'interno del suo armadietto.
Non voleva più correre, non ce la faceva più. Quella sua rabbia si tramutò in lacrime mute, che rigarono il suo viso, facendo cadere le sue lacrime al suolo.
Non doveva piangere, piangere le avrebbe solo reso le cose più complicate. Con la mano cercò di asciugarle.
-Abbie-
La ragazza avvertì una mano sulla sua schiena, prima di vedere Luke chinarsi alla sua stessa altezza e guardarla negli occhi.
Luke aveva il respiro accelerato ed uno lieve strato di sudore gli copriva la fronte.
-Non ce la faccio- disse Abbie con gli occhi lucidi, provando a prendere un respiro profondo, cosa che sembrava troppo difficile. Il respiro le si bloccò in gola.
-Andiamo- disse lui prendendola per un braccio.
-Dove?- la sua voce era un sussurro affannato.
-In infermeria- disse.
-Così ci rimetti anche tu. Vado...da sola-
-Da sola? Abbie ti rendi conto in che condizioni stai?- le chiese guardandola con occhi sgranati.
Abbie provò nuovamente a prendere un lungo respiro, nulla da fare.
-Hemmings, Evans. Sono stanca- urlò la professoressa.
-Quella oggi mi ha rotto- disse Luke fra i denti -Abbie andiamo. Non tardiamo ulteriormente-
Abbie si limitò ad annuire, seguendolo.
-Ce la fai?-
Abbie annuì nuovamente.
Il suo viso mostrava chiaramente che era stanca e non stava bene. In più ogni qualvolta provava a respirare dalla gola sembrava uscire un fischio. Chiaro segno che qualcosa non andava.
Il respiro sembrava bloccarsi, sempre di più.
Luke si voltò preoccupato, le portò una braccio a circondarle i fianchi.
-Reggiti a me. Giusto il tempo di uscire dalla palestra-
Abbie portò una mano sulla sua spalla.
Entrambi fin troppo concentrati sui loro gesti e su ciò che stava loro accadendo, ignoravano i richiamo della professoressa.
Non appena furono sul corridoio, Abbie si fermò portando la mano sul muro, scuotendo la testa.
-Abbie- la chiamò preoccupato Luke.
-Vai tu- sussurrò -547- era la combinazione del suo armadietto.
La professoressa uscì nel esatto momento che Abbie si sedeva per terra.
-Torno velocemente, cerca di respirare lentamente- le disse lui prima di guardarla un ultima volta negli occhi e iniziare a correre velocemente verso l'armadietto di Abbie.
-Evans- la donna guardò Abbie, che alzò stancamente il viso. Il fatto che respirava a faticare ora era ben visibile.
-Oh mio dio- la professoressa le corse incontro, abbassandosi alla sua altezza. E le prese piano il viso fra le mani per vedere quanto fossero gravi le sue condizioni.
Luke non ci aveva messo molto ad arrivare all'armadietto quando lo aprì, prese subito la borsa, chiudendo con un tonfo l'armadietto e iniziando a correre verso Abbie.
Notò che la professoressa di ginnastica era accanto a lei.
-Evans devo subito portarti in infermeria- le disse
-Non ce ne bisogno- disse Luke inginocchiandosi davanti alle due e buttando praticamente l'intero contenuto della borsa per terra.
-Hemmings che diavolo?-
Non appena Luke trovò il piccolo apparecchio provo a fare come aveva visto Cammie, ma Abbie non glielo permise, lo prese lei, facendo da sola.
La donna guardava Abbie e poi Luke.
-Ora le crede?- chiese Luke serio e arrabbiato allo stesso tempo.
Abbie prese un respiro profondo, che questa volta riuscì a raggiungere i polmoni.
-Non c'era scritto nulla nella sua cartella- si giustificò la donna.
-Quale studente rincorrerebbe a certe scuse per non fare ginnastica?- le chiese Luke incredulo.
I suoi occhi azzurri andarono a Abbie, che si portò una mano sulla fronte.
-Ora...andiamo in infermeria- disse.
Abbie portò i suoi occhi nocciola/verdi nei suoi azzurri.
-Sto meglio- disse piano.
-Stai da schifo invece. Questa volta mi ascolti e non accetto repliche-
-Luke-
-No!- lui scosse la testa serio. Mentre rimetteva i libri dentro la borsa.
-Hemmings ha ragione Evans- disse seria l'insegnate.
Quando Luke si alzò, aiutò anche Abbie. Che odiava il modo in cui reagiva il suo corpo dopo ogni attacco.
Il tragitto verso l'infermeria fu silenzioso. E quando arrivarono fu Luke a spiegare l'accaduto, mentre Abbie seduta sopra il lettuccio ascoltava in religioso silenzio.
L'infermiera le fece solo un breve controllo con ciò che poteva. Dicendole poi che era meglio che rimaneva sdraiata per qualche minuto.
Quando dal piccolo separé vide spuntare Luke, si portò il braccio sugli occhi.
-Che ti ha detto?- le chiese.
-Che devo scavarmi una fossa per l'umiliazione- rispose Abbie.
-Smettila!- le disse serio lui.
Abbie abbassò il braccio guardandolo.
-Senti, so che tutto questo ti fa provare vergogna. Ma tu non hai colpe, non l'hai voluto, ma purtroppo hai questa...- Luke sospirò -ciò che voglio dirti è che non puoi farci niente. E non devi provare vergogna in mia presenza. Non ti ho mai dimostrato pena, preoccupazione si, ma mai pena-
Abbie si portò seduta.
-Vorrei solo che facessi come fanno le mie amiche, fingere che non sia successo- disse lei guardandola le pieghe dei suoi jeans.
-Non posso- disse Luke sedendosi accanto a lei sul lettino.
Abbie portò il mento sulle ginocchia -perché?- gli chiesi.
-Perché fingere sarebbe come ignorare. E io non ignoro qualcosa che potrebbe farti del male-
La ragazza nascose del tutto il viso sulle ginocchi -non voglio essere vista come una ragazza malata- disse.
-Non lo sei- le disse Luke portando una sua mano su quella di Abbie.
Lei alzò il viso.
-Non ti tratterò mai come tale, te lo prometto- disse accarezzandole la mano.
Gli occhi di Abbie rimasero incatenati a quelli azzurri di Luke.
Si sentì un gran casino, prima che dal separé si vedessero i loro amici.
Luke sottrasse subito la mano da quella di Abbie.
-Tesoro- Sasha le si fiondò addosso, abbracciandola forte.
-Sha, sto bene tranquilla- le disse.
-Certo che stai bene, mi stupirei del contrario- disse Cammie avvicinandosi e guardandola. La sua frase non mascherava la preoccupazione dei suoi occhi però.
-Tutta colpa di qual arpia della Gallowsh. Fortunatamente quando è rientrata in palestra ha detto solo che ti eri sentita male, nient altro- disse Sasha.
Abbie sospirò di sollievo.
-Che ha detto l'infermiera?- chiese Ashton guardandola.
-Sono ritornata stabile, Luke è intervenuto in tempo. Ma devo fare delle analisi, ho avuto due attacchi, uno dopo l'altro in brevissimo tempo- spiegò tristemente.
-Perciò devi dirlo ai tuoi- constatò Cammie
Abbie annuì tristemente -non voglio nemmeno pensare a come reagirà mia madre- la fronte di Abbie ritornò nuovamente sulle sue ginocchia.
-Tua madre la fa tragica su tutto- disse Cammie sbuffando.
Direttamente dopo ginnastica Abbie non raggiunse la lezione successiva, bensì uscì da scuola con sua madre che già la attendeva li.
A nulla era servite le sue parole di conforto e i suoi frequenti -sto bene, davvero-
Mary Evans era entrata del tutto nel panico e aveva chiamato il medico rendendo la situazione più tragica di quanto lo fosse.
***
In una casa poco distante dal centro, sei ragazzi erano riuniti all'interno di una camera.
-Che palle, non risponde nemmeno ai messaggi- Sasha sbuffò scocciata.
-Ti pare che se si trova a fare le analisi può rispondere ai tuoi messaggi?- le chiese Michael.
-Qui il punto non è questo, le analisi le ha finite di sicuro. Ma di sicuro sua madre la tiene sott'occhio e le sta facendo un altra ramanzina scassa...-
-Sha- la fermò Cammie in modo serio.
Sasha sospirò -scusa e che. Odio quando succedono queste cose-
-Non sei l'unica, ma non puoi reagire di certo così- le disse Cammie accomodandosi accanto a lei.
In quel momento il telefono di Cammie la informò dell'arrivo di un messaggio. Quando lo tirò fuori dalla tasca dei jeans, vide che il mittente era Paul.
Corrugò la fronte prima di aprire il messaggio.
"Abbie sta bene. La sto aiutando io per farla uscire di casa. La porto da te o da Sasha?"
-Chi è?- le chiese Sasha.
-Paul, sta aiutando Abbie a fuggire dalle grinfie dei suoi. Li dico di portarla qui?- chiese guardando i ragazzi, che a loro volta guardavano Michael.
-Per me non è un problema- rispose quest'ultimo.
-Posso chiederti un favore?- chiese Luke guardando Michael.
-Spara-
-Fai andare me ad aprire la porta- disse il biondo con un sorrisino sul viso.
Michael scosse la testa divertito -fai pure-
Ashton che era seduto accanto a Luke, portò lo sguardo a Cammie che stava rispondendo al messaggio. Non appena vide che riportava il telefono in tasca decise di parlare.
-Cammie-
La bionda portò di scatto il suo sguardo a lui.
-Possiamo parlare un attimo?-
Lei annuì e vedendo che Ashton si alzava lo imitò. Sotto lo sguardo di tutti, raggiunsero nuovamente la postazione dietro la batteria.
-Dimmi- lo incoraggiò lei.
Ashton guardò per un attimo la cucitura sopra lo sgabello, poi portò i suoi occhi a quelli azzurri della ragazza.
-Domani sera sei libera?- le chiede direttamente.
Cammie rimase sorpresa da quella domanda e questo Ashton lo vide.
-Perché?- chiese piano.
Ashton si strinse nelle spalle accennando un sorriso che Cammie non riuscì a non trovare dannatamente adorabile.
-Per uscire, io e te-
Cercò di fare il possibile per tenere la mascella ben salda, dato che avrebbe volentieri raggiunto il suolo dalla sorpresa.
Un uscita implicava un passo in più in quella loro strana amicizia. Un passo in più stava a significare che forse...forse lei a lui piaceva realmente.
Ashton la guardava speranzoso, con quel sorriso gentile su viso.
-Ti va?- le chiese notando che era rimasta in silenzio per fin troppo tempo.
Cammie sorrise e annuì -si- rispose.
-Davvero?-
La ragazza non riuscì a trattenere una risata.
-Sarà divertente- rispose.
-Facciamo alle sei davanti al Daily?-
Cammie annuì.
-Forse sarebbe il caso di scambiarci i numeri, sai per cercare di aver un modo per poterci mettere d'accordo- aggiunse Ashton.
Entrambi tirarono fuori i telefoni e si scambiarono i numeri di cellulare.
Il suono del campanello fu udibile anche all'interno di quella stanza. Luke sorrise sadico, pregustando una piccola rivincita su Paul.
Michael lo guardò e in quel momento lui si alzò.
-Gli ospiti sono arrivati- disse.
Paul e Abbie aspettavano pazientemente davanti alla porta.
-Davvero Paul non c'è bisogno che aspetti- disse Abbie cercando di liberarsi del cugino. Sapeva che avrebbe dato di matto se avesse Michael, ecco perché sperava ardentemente che venisse ad aprirgli la madre.
Paul la guardava strano -te lo scordi. Di chi è poi questa casa?-
-Ehm...- Abbie deglutì a vuoto. Non fece tempo ad aggiungere altro che la porta si aprì e in quel momento avrebbe volentieri voluto scavarsi una fossa e buttarsi dentro. Ad aprirle la porta era stato Luke che sorrise quando li vide.
-Ehilà- salutò sorridente.
Paul guardò Abbie chiaramente furioso.
-Questa è casa sua?- le chiese indicando il ragazzo davanti alla porta.
-Veramente è casa di Michael. Non ti hanno detto che è cattiva educazione indicare?- Luke a braccia conserte si appoggiò allo stipite della porta.
Paul concesse un sguardo freddo a Luke, mentre Abbie si portava una mano sulla fronte.
-Ok sali nuovamente in macchina- disse a Abbie.
-Cosa?- chiese la rossa.
-Non ti ho aiutato a uscire di casa per vederti con Hemmings e i suoi stupidi amichetti- disse Paul.
-Attento a come parli Evans- li disse Luke concedendogli uno sguardo di ghiaccio.
-Paul per favore, non la fare così tragica. Qui ci sono anche Cammie e Sasha- disse Abbie.
-No- Paul scosse la testa.
-Senti, non vogliamo mica ucciderla. Non c'è bisogno che aspetti, la riporto io a casa-
Abbie li fece cenno di stare zitto.
Paul sembrò infuocarsi ancora di più.
-Ah, ora sa pure dove abiti?-
Abbie aveva la malsana tentazione di andare vicino al muro e sbatterci la testa varie volte.
-Quando diavolo di tempo hai passato insieme a lui Ab? Mi pare che una volta lo odiavi- disse Paul.
-Non lo odiavo. Io non ho mai odiato nessuno. Non ci andavo d'accordo e lo trovavo antipatico, narcisista, pieno di se...-
-Il concetto è chiaro- disse Luke.
Abbie lo guardò, pareva seccato. Lei sospirò e ritornò a Paul.
-E ora ci vai d'accordo? Siete amici per la pelle?- chiese in modo sarcastico alla cugina.
-Ci sopportiamo- rispose lei.
-Io non vado a casa di un ragazzo che sopporto-
-Che palle che sei Evans. La sua amica è fidanzata con Ashton perciò siamo costretti ad andare d'accordo. Contento?-
Abbie guardò Luke in modo strano, come a dirgli "che diavolo vai farneticando?". Approfittando del fatto che Paul non li presta attenzione, Luke le fece l'occhiolino, chiaro segno che doveva stare al gioco.
-Davvero?-
Abbie accennò un sorriso innocente. Odiava mentire a Paul, ma sapeva quando lui odiasse Luke, mentre lei...beh aveva iniziato ad apprezzarlo.
-Cammie- disse.
-Cammie con Irwin? Povera ragazza-
Luke alzò gli occhi al cielo.
-Ok è stato divertente, ora abbiamo da fare se non ti dispiace, alla prossima- disse Luke allungando il braccio per prendere Abbie e trascinarla dentro.
-Ehi!- disse indignato il moro.
Luke accennò un sorriso furbo, prima di abbassarsi per dare un bacio sulla guancia a Abbie e chiudere la porta in faccia a un sconvolto Paul.
Dopo quel contatto, Luke posò la fronte sulla spalla di Abbie scoppiando a ridere. La rossa sembrava ancora incapace di collegare qualcosa di sensato. La sua guancia sembrava arde nell'esatto punto dove lui l'aveva baciata, mentre quella risata li, proprio accanto a lei, aveva mandato uno strano input al suo cuore che iniziò a battere più veloce del solito.
Luke si allontanò di poco per guarda Abbie, ancora ridendo.
-La sua faccia era epica- disse.
-Mi ammazza. Povero Paul e povera me- disse lei indicandosi.
-Tranquilla ti vendicherò io- disse lui portando un braccio introno alle sue spalle e trascinandola dove si trovavano tutti.
- - -
-Tu non capisci. È un dannattissimo codice rosso!- disse Cammie mentre nervosa prendeva i libri, dell'ultima ora prima del pranzo.
-Non è un codice rosso- disse Sasha -i nostri codici rossi implicano "allarme moda", "allarme scuola", "allarme ho perso il mio reggiseno preferito", "Allarme quel figo da paura mi sta guardando, ma sono vestita da barbona e ho il trucco sbavato"- iniziò ad elencare la mora sulle dita.
-Sasha ha ragione. Il tuo codice è "bacio a mezza notte"- disse Abbie facendole l'occhiolino.
Cammie concesse uno sguardo assassino a entrambe.
-Simpatiche- disse ironica.
-Che c'è è vero- disse Sasha stringendosi nelle spalle.
-Certo, certo. Ora se non vi dispiace devo andare. Ci vediamo a pranzo- disse Cammie chiudendo con uno scatto l'armadietto e voltando le spalle alle sue due amiche.
-Amo vederla in crisi. È così carina quando è infatuata di qualcuno- disse Sasha con un sorriso sul viso. Abbie rise.
-Spero solo che vada tutto bene. Non voglio che Ashton la illuda, non è forte come sembra- disse Abbie tristemente.
-Ab- la chiamò Sasha.
La rossa si voltò verso la mora, che sorrise e incrociò le dita, Abbie la imitò.
-Preghiamo per vederla al più presto fidanzata con quel fusto-
Abbie scosse la testa divertita, prima di salutare a sua volta la ragazza e raggiungere la classe di matematica.
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Chasing feelings!// Luke Hemmings
FanfictionÈ un nuovo anno al Norwest Christian college, e Abbie ha un solo obbiettivo, goderselo, in modo da poter narrare più vicende possibili nel suo diario. Non aveva fatto i conti però, con l'arrivo di Luke nella sua vita. Che non solo scoprirà il suo se...