5.5 "Diario di Luke"

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8 Dicembre 2012

Ricordo ancora molto di quello che è successo e sta succedendo,mentre mio padre si sta facendo in quattro affinché io scordi ogni singolo dettaglio.

Ho già fatto quattro terapie e una seduta falla psicologo per pianificare il mio "Corso di Formazione Della Personalità",o almeno così la chiamano quelli del centro specializzato.

La struttura per la terapia di recupero è fuori città,nascosta tra le foreste di conifere che si estendono a sud,responsabili del fresco estivo e del gelo invernale.

Ha parcheggiato e mi ha accompagnato fino al quarto piano,lasciandomi entrare in una stanza ampia e stracolma di ragazzi,miei coetanei,tutti gay.

Mi hanno squadrato da capo a piedi,soffermandosi sui lividi del collo e degli zigomi che,ovviamente,non sono ancora svaniti del tutto.

Loro stanno lì,impressi sulla mia pelle,a testimoniare il mio passato,marchiandomi,in attesa di essere dimenticati.

Un ragazzo moro mi guarda dritto negli occhi,venendomi vicino non appena mi sono seduto su uno sgabello di ferro.

«Sei nuovo?» mi ha chiesto leccandosi nervosamente le labbra screpolate e rosse.

«Si,prima seduta»
«Stai attento,qui ci vogliono tutti morti. Prima ti fingi etero,prima te ne andrai da questo inferno. Sei gay,vero?»

Ho annuito leggermente,abbassando lo sguardo,incontrando la punta consumata delle mie All Star nere.

«Anche io,sono qui con il mio ragazzo,Miguel» ha detto indicando un ragazzo di colore dall'altra parte della stanza.

«Tu hai un ragazzo?»
«Si»
«È qui?»
«Ben è a casa,i suoi genitori sono d'accordo,non sono omofobi,anzi.»

Il ragazzo mi ha guardato negli occhi e ha leggermente sorriso.

«Sono Zed,piacere» mi ha stretto la mano energicamente.
«Luke»

La terapia si è conclusa dopo due ore di spiegazioni,diapositive e proiezioni di filmati su maxischermi.

Ci hanno spiegato che,noi tutti,siamo starai creati per generare prole,per riprodursi,che l'amore vero è quello etero perché porta alla nascita di nuovi individui.

Ci hanno mostrato i dati recentemente raccolti,mostrando l'aumento di adolescenti omosessuali in America e Canada,hanno spiegato quanto sia importante aprirsi con la famiglia,cercare una soluzione al "problema" il prima possibile.

Gli psicologi si sono presentati come i maggiori esperti del settore,raccontandoci delle loro più grandi soddisfazioni,i loro successi,titoli di studio e attestati,come se volessero dimostrare che,loro,sono davvero i migliori in campo.

Uno di loro ci ha raccontato del suo passato,evidenziando la sua prevenente omosessualità e sottolineando i metodi e i procedimenti che l'hanno riportato allo "stato iniziale".

Zed è scoppiato a ridere nel bel mezzo del suo monologo,alzando la voce e protestando,urlando frasi contro gli omofobi.

Da quello che ho capito,Zed,segue questa teoria da sei mesi insieme al suo ragazzo perché,a quanto pare,entrambe le famiglie sono contrarie alla loro relazione.

Ben è fortunato in questo,ha una famiglia aperta e moderna,consapevole della realtà che ci circonda.

Poi ci sono loro,quelli come mio padre,che non capiscono quanto forte sia anche il "nostro amore",non sanno che il sentimento da noi provato sia lo stesso che sentono "loro" nei confronti di una donna o di un individuo del sesso opposto.

Loro non sanno molte cose,ma pretendono di insegnarcele,pretendono di cambrici e renderci ciò che vogliono.

Loro credono di avere in pugno la verità,credono di essere nel giusto,non rendendosi conto di aver appena consegnato le vite dei loro figli nelle mani di macellai.

Non vogliamo cambiare,ma siamo costretti a farlo.

La terapia è dura,o così hanno detto gli specialisti,sottolineando il fatto che comunque vada,ne usciremo "purificati e rinati".

Zed dice che loro sono una sorta di setta,un gruppo di pazzi furiosi che credono di agire in nome della scienza,un insieme di folli pronti a tutto.

Papà è tornato a prendermi,mi ha chiesto come fosse stata la terapia e sono stata o molto schietto,raccontandogli di quanto fossero odiosi gli psicologi,di quanto sia lunga.

Lui ha sorriso,dicendomi che tutto ciò è l'unico mezzo per raggiungere il nostro obbiettivo.

Il mio scopi è quello di essere felice,ma me lo state impedendo.

Cosa dovrei fare?

Ha messo in moto e mi ha riportato a casa,spiegandomi che la terapia è un vero e proprio toccasana.

Non lo capisco,non capisco i l'iro discorsi strani e contorti,non capisco il loro modo di pensare e vedere le cose,il mondo che ci circonda,la realtà in qui siamo costretti a vivere.

Mamma non mi ha chiesto nulla,comportandosi come se nulla fosse accaduto,sorridendo come al solito,preparando la cena come sempre,affiancata dai miei due fratelli modello.

Theo mi ha chiesto quanto fosse faticosa ed io gli ho risposto che sta adira arrivare alla fine,ma che tutto può essere ancora deciso.

Io voglio scappare via,proprio come dice Ben.

L'ho chiamato,oggi,raccontandogli della mia giornata tormentata,spiegandogli le modalità di "guarigione",ovvero quelle che gli specialisti definiscono cure.

Lui si è arrabbiato,è scollato in lacrime e ha riattaccato,concludendo la chiamata con un "ciao".

Come posso sopportare ancora auto questo?

Ho trattenuto le lacrime per pochi secondi,crollando poco dopo sul mio letto,con la testa storto al cuscino e le mani davanti agli occhi.

Ben,sai che ti amerò per sempre?
Ben,tu sei sempre starai la mia unica ragione,ricordalo sempre.

Se non dovessi farcela,sappi che ti ho amato alla follia.

Ciao Ben

Per sempre tuo,

Luke :-)

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