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Vado al piano di sotto un po' ansiosa.
Incontrerò gli amici di James e non so se sono già pronta a questo, poi lui mi aveva anche detto che se volevo potevo stare in stanza. Non è che ciò era un consiglio indiretto? Forse non voleva che incontrassi i suoi amici.
Però ormai tanto vale rischiare e se c'è una cosa in cui spero è che non siano tutti misteriosi con James.
Se c'è una cosa che penso di odiare, ma che allo stesso tempo mi attrae nei ragazzi è proprio il mistero.
-Hey! Tu dovresti essere Anne!- esclama con un ghigno sulla faccia un ragazzo accanto a James con capelli biondi che vanno sul castano e occhi azzurri.
-Piacere.- gli sorrido e gli stringo la mano.
Gli altri ragazzi che presumo siano tutti amici di James scoppiano in una fragorosa risata.
Non avendo chiaro cos'hai fatto per meritare di essere derisa guardo James interrogativa.
Lui non risponde al mio sguardo, ma continua a sfoggiare un meraviglioso sorriso e gli si creano delle fossette agli angoli della bocca.
Capisco di avere fatto una figuraccia anche se non capisco come.
Pur non facendo nulla di male mi hanno derisa.
-Dai, entrate.- fa cenno James e io mi sposto andando in cucina.
Ho l'impressione che questa festa durerà per molto tempo e che sia il genere di festa di festa da studenti diciottenni in preda ad una crisi ormonale.
Sul tavolo ci sono più lattine di birra e alcolici vari che bottiglie di acqua.
Per non parlare del brutto presentimento che ho sulle stanze al piano di sopra.
Spero solamente che questa serata finisca presto.
-James mi ha detto che hai perso la memoria di recente.- mi chiede il ragazzo a cui prima ho stretto la mano.
-Esatto.-
Nel giro di cinque minuti la casa si è già riempita di ragazze che hanno vestiti cortissimi o top che lasciano vedere l'ombelico e ragazzi che prendono selvaggiamente alcolici bevendolo così rapidamente che sono certa non ne sentiranno nemmeno il sapore.
Le luci si spengono quasi del tutto e vengono rimpiazzate da del fumo che crea una specie di nebbiolina.
-Che tipo è James?- mi ritrovo costretta ad urlare contro questo ragazzo di cui non so ancora il nome, ma che mi sembra il più "quieto" fino ad ora.
-Sembra stronzo, ma in verità non lo è più di tanto.-
-Più di tanto?- chiedo assumendo un'aria interrogativa.
Il ragazzo ride e davvero non riesco a capire perché debba ridere di me.
Insomma, sono così comica senza fare nulla?
-Perché me lo chiedi?- mi sorride.
-Perché non lo capisco. Non capisco che carattere ha, l'unica cosa che ho capito è che è difficile.-
-Beh non saprei, in passato è stato fidanzato seriamente solo con una ragazza ma non ne vuole parlare... poi però incontrando te è riuscito a dimenticarla.- ammetto che la cosa mi provoca un forte interesse.
-Conoscevi la ragazza?-
-No, l'ho solo intravista un paio di volte. James è molto riservato.-
Annuisco e lo ringrazio. In fondo non è poi così antipatico e maleducato come pensavo.
È l'unico che si è avvicinato a me fra gli amici di James che si sono solo limitati a squadrarmi.
-Ora vado. Devo trovare qualcuno con cui..- si accorge che forse ha parlato più del dovuto e quindi si ferma e se ne va.
-Aspetta!- urlo per farmi sentire da lui e si volta.
-Non so il tuo nome.- gli sorrido e cerco di nascondere l'imbarazzo che sto provando in questo momento.
-Lucas.- ricambia con un sorriso sforzato e se ne va.

Cerco di farmi spazio tra la folla di persone che ballano.
Certi si limonano sul divano, certe ragazze ballano ancheggiando e mettendo in mostra il loro seno, certe coppie salgono le scale (e non voglio nemmeno pensare a cosa andranno a fare al piano di sopra) mentre certi si limitano a bere alcolici.
È talmente un caos questa festa che non so più dove cercare James.
Non riesco a intravedere la sua testa nonostante sia alto abbastanza da distinguersi da tutte queste altre persone.
La musica mi rimbomba nelle orecchie e ho un lieve giramento di testa.
Decido di dirigermi in un luogo leggermente più tranquillo e di sedermi in modo tale che non svenga.
È l'ultima cosa che voglio.
Scosto le persone che mi guardano con aria poco sobria e mi reco in bagno.
Spero di non incrociare nessuno di ubriaco anche se so che le possibilità sono poche.
James mi aveva accennato il luogo del bagno dicendo che ce n'erano due, uno al piano di sopra e uno al piano di sotto.
Dato che non ho voglia di salire le scale e di vedere persone che fanno "cose" nelle stanze, tentò di raggiungere quello al piano terra.
Ci sono una marea di corridoi, ma la cosa positiva è che la musica ha smesso di essere così insistente. Penso che sia per il fatto che mi sono allontanata di molto dal centro della festa.
Forse non incontrerò nessuno da queste parti.
Vedo finalmente una porta e barcollando la raggiungo.
La situazione sta degenerando, la mia testa continua a girare e mi sa che ho bisogno di riposo.
Sono uscita dall'ospedale solo stamattina, come posso pretendere di stare già bene come prima?
Apro la porta ma realizzo quasi immediatamente che non è la stanza che cercavo.
Al suo interno vi sono scaffali e scaffali pieni zeppi di libri impolverati. Sembra essere un'antica libreria non molto usata.
Con molta curiosità avanzo sul pavimento di legno che scricchiola sotto i miei piedi.
Tocco i libri uno per uno vedendo la scia percorsa dalle mie dita che leva via la polvere.
Di certo in questa villa non mi sarei mai aspettata di trovarmi di fronte ad una libreria nascosta.
Leggo un foglietto con su scritto: "Storie d'amore" e il che mi colpisce molto.
Magari sono tutti di James. Ma questo mi sembra impossibile, anche perché un tipo come lui che legge libri d'amore non ce lo vedo molto.
Non si addice per niente a quello che si dimostra di essere.
All'improvviso sento dei passi provenire dal corridoio e come d'istinto, mi nascondo dietro una libreria enorme.
Vedo un ragazzo che barcollante si ferma davanti alla porta e la fioca luce del corridoio proveniente dalle sue spalle lo illumina.
-C'è qualcuno?- esclama balbettando.
Cerco di evitare di pensare il peggio e mi concentro sul diminuire il fiato che si è fatto pesante per via della paura.
Dopo aver guardato un po' in giro se ne va via tornando forse da dove è venuto.
Magari era solo ubriaco e cercava il bagno come me.
Esco fuori dal mio nascondiglio e sento le mie gambe tremare ancora dallo spavento.
Mi avvicino alla porta e sbircio in entrambi i lati del corridoio per vedere se c'è ancora la sua presenza, ma fortunatamente sembra che se ne sia andato.
Tiro un sospiro di sollievo e decido di andarmene via chiudendo la porta.

Avanzo nelle mie ricerche, ma non trovo nessun bagno tra tutte le porte che ho aperto.
O erano stanze vuote oppure erano camere da letto.
Decido di ritornare indietro e andare al cercare il piano di sopra.
Sono ancora abbastanza sorpresa di aver trovato una specie di biblioteca dove si trovano libri d'amore.
Il fatto ancora non mi torna.
Penso che chiederò informazioni a James.
Non sarebbe poi così male passare una delle mie giornate a leggere libri su libri.
C'è n'erano moltissimi, più di sei librerie complete.
Mi lascio guidare dal rumore della musica, più mi avvicino, più si fa insistente come prima.
Ritorno nella sala piena di persone e non sembra essere cambiato quasi nulla da quando me ne sono andata.
Guardo l'orologio nero appeso sul muro ed indica che sono le ore undici e mezzo di sera.
Sono così stanca, sento che i miei passi si stanno facendo pesanti, ho male alla schiena e mi continua a girare la testa anche se leggermente meno di prima.

Salgo le scale che vedo sfocatamente e finalmente mi ritrovo al piano di sopra.
Senza dubbi, decido di evitare di andare al bagno e di recarmi subito in camera chiudendomici dentro.
Mi rendo conto che devo assolutamente riposare, se no mi sa che sverrò davvero.
Ricordo di avere messo le chiavi dentro la terra della pianta e così vado a prenderle, ma non le trovo.
Corro barcollante a vedere se qualcuno è entrato nella stanza e trovo la porta aperta.

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