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Stash pov

Non vedevo l’ora di attraversare la porta dell’ospedale. Non volevo far capire a William che dentro di me c'era odio e rabbia. Volevo che mi sentisse, con calma, e facesse una scelta razionale lasciando sua che sua figlia decida il proprio destino. Volevo che lei scegliesse me. Volevo che lui non interferisse. Ma lo volevo anche nella vita di Megan. Volevo che le cose funzionassero, stupidamente, realizzai che volevo tutto ciò che era stato distrutto dopo il problema di Carmen. Non volevo nessuno ostacolo. E sapevo che non era la realtà.

Ma, ancora, voglio la fine perfetta. Non voglio la realtà. Voglio Megan. Ed ero incazzato con William per aver cercato di portarmela via.

Ora ho la possibilità. Non la sprecherò. Questa volta.

I miei occhi trovarono quelli di William. Questo è l’uomo che mi ha salvato la vita. Questo è l’uomo che ha creato Megan. Non solo in forma fisica, ma mentalmente. William a tutto a che fare con la bellissima ragazza che è lei oggi. Non voglio mancare di rispetto.

Qualcosa dentro di me mi diceva di andarci piano, di eliminare lo sguardo di rabbia. Così mi tranquillizzai… un po’.

"Salve Signor Hayes." Lo salutai, con rispetto. Notai che c’erano due cuscini sulle coperte del suo letto, nascondendo il vuoto presente.

Ma William sembrava infastidito del fatto che fossi entrato nella sua stanza. Cercai di ignorarlo.

"Stash." Disse con freddezza, incrociando le braccia e guardando la TV, come se una pubblicità fosse più importante di quello che avevo da dire.

"Papà." Megan era dall’altro lato, alla sua sinistra. Lei sembrava arrabbiata.

"Cosa?" Lui disse, guardando solo Megan, non me.

"Stash vuole parlarti." Lei prese il telecomando e spense la TV, "Voglio che ascolti."

William sbuffò e io dimenticai tutto ciò che dovevo dirgli in un secondo. Andai nel panico, ero perso. Megan lo percepì, sempre attenta alle emozioni… e sempre pronta ad aiutarmi… a guarirmi.

"Allora, ecco cosa faremo, papà… Stash." Lei fissò entrambi, "Questa è una terapia di famiglia. Tutti avranno la possibilità di parlare… e tutti ascolteranno… papà."

Questa è un’idea geniale! Perché non ci ho pensato prima? Ma poi William sospirò, le sue braccia sempre incrociate.

"Lui non è la famiglia, Megan." William disse, eliminandomi con solo quattro parole.

Ma lei mi difese in due secondi.

"Io lo amo, papà, è della famiglia." Lei si spostò arrabbiata ma continuava a parlare, come Dr. Megan fa sempre, "Ora libera le braccia. Sono un meccanismo di difesa. Significa che nessuno entrerà in te. Non voglio vederlo."

E, come per miracolo successe… William liberò le braccia e le appoggiò ai lati.

"Stash… siediti per favore." Megan prese posto e io mi innamorai di lei ancora e ancora.

Mi sedetti in una sedia vicino al letto ed ero felice che gli occhi di William fossero al mio stesso livello. Avrei odiato aver dovuto alzare lo sguardo, quasi inginocchiato sotto di lui, e pregandolo di darci una possibilità.

Ho pensato di pregarlo, l’altra sera, e sapevo che era il modo sbagliato per un approccio con William. Avrebbe pensato che io fossi un debole. Lui pensa che io lo sia. Ma è tutto ciò che so adesso. Prego se voglio davvero qualcosa. E alcune volte, se prego bene, lo ottengo. Non voglio dover pregare ancora. Solo Megan o mia figlia mi faranno pregare ancora come un cane. E se fallirò, probabilmente lo farò, anche se Megan non approverebbe.

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