Capitolo 22

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"Questa ragazza ha chiesto di Vittorio quando stavo tornando" dice mio padre entrando con una ragazza circa dell' età di Vittorio. Lei ha capelli neri, occhi marroni, la pelle un po' scura e un vestitino blu di pizzo che arriva al ginocchio con degli stivaletti corti neri.
Mi sento un po' a disagio.
Io sono in pigiama, con i capelli sparati in ogni direzione, con il mascara colato e scossa dai singhiozzi.
L'unico raggio di luce é John che sta appoggiato alla mia sedia accarezzandomi le spalle con un espressione tra il serio e il preoccupato.
"Scusate, ma ero preoccupata per Vittorio" si giustifica.
"Tranquilla, tesoro. Sto bene. Forse mia sorella no, però." Dice Vittorio con un sorrisino timido indicandomi e avvicinandosi alla sua ragazza.
Io, non sapendo che fare, inizio a piangere più forte e John si siede accanto a me e mi accarezza.
"Tranquilli. Tra un po' le passa. Comunque io sono John. Il ragazzo di Lèa. E tu sei....?" Chiede gentilmente.
"Sono Riha. La fidanzata di Vittorio." Risponde lei sorridendo e stringendo la mano al suo ragazzo.
"Molto piacere. Lei é Lèa. Mi scuso se non può parlare in questo momento, ma é rimasta molto scossa dal racconto della madre." Spiega John.
Io in tutta risposta affondo il viso ancora di più nel suo petto e continuo a piangere.

Cazzo Lèa! Riprenditi!

Piano piano inizio a calmarmi un po'. Alzo il viso e guardo John in faccia che sembra chiedere "Ehy, tutto a posto? Va meglio? Guarda che ci sono se vuoi piangre ancora. La mia camicia non é ancora del tutto fradicia."
Quanto amo quel ragazzo!
Io annuisco sorridendo come per dire "sto bene, tranquillo" . Lui capisce il mio messaggio e ricambia il sorriso.
Mi volto verso Riha e Vittorio. Mi alzo in piedi e mi avvicino.
Credo di avere una faccia minacciosa perché entrambi indietreggiano di un passo. Quindi sorrido e allungo una mano al mio neo-fratello.
"Lèa." Dico.
Lui mi stringe la mano e risponde sorridendo "piacere. Vittorio"
Poi porgo la mano alla sua ragazza e ripetiamo le presentazioni.
"Mi spiace non essere in condizioni migliori, ma....beh. è successo un casino" mi scuso sorridendo.
"Tranquilla. É comprensibile" risponde Riha imitando il mio sorriso.
Mi volto e vedo cinque paia d'occhi che mi fissano.
"Che c'é?! Mi sono presentata!" Li guardo con un espressione che cerco di far sembrare seria.
Fallendo.
Scoppio a ridere.
Ci fosse un giorno che non faccio figure di merda.
Uno.
Ad un tratto sento bagnato sulla guancia destra. Mi accorgo che John si é alzato e mi sta abbracciando con la camicia ancora fradicia delle mie lacrime. Mi accorgo che mentre stavo ridendo ho anche iniziato a piangere.
Questo spiega molte cose.
John continua ad accarezzarmi i capelli finché non mi prende in braccio e dice mentre mi accoccolo tra le sue braccia
"Credo che sia meglio se la porto a letto. Sta iniziando ad impazzire." E dopo aver salutato tutti si incammina verso le scale.
A metà delle scale mi chiede
"Ehy. Tranquilla, va tutto bene. Adesso andiamo a dormire, okay?"
Io annuisco lentamente.
Guardo in basso.
Alzo la testa di scatto.
"Fammi scendere." Ordino.
"Perché? Non...."
"Non puoi portarmi con la gamba rotta!"
"Oh la mia gambra sta benissimo. Non ti preoccupare" risponde ridendo.
Continuo a guardarlo storto, ma lo lascio fare.
Arriviamo alla mia camera e mi mette sul letto. Io mi metto sotto le coperte e appena vedo che lui fa per andarsene mi lamento.
"Non andartene" sussurro.
"Non me ne vado" dice tornando verso il letto.
"Vieni qui" gli dico facendogli posto sul letto.
Lui, ubbidiente, si sdraia e mi abbraccia.

"Lèa! Svegliati! Vuoi arrivare tardi a lezione di ballo?" Mi urla mamma.
"Mamma, ma ho sonno!" Dico tirandomi le coperte sulla testa.
"LÈA! GIÙ! ORA!" Urla in tutta risposta.
Uffi! Devo alzarmi.
Vado all'armadio e lo apro, ma non ci trovo i vestiti. Ci trovo un paese strano. Ci sono degli omini simili a gnomi alati. Sono piccoli e corpulenti. Mi guardo intorno per vedere se magari c'é la mamma. Non vedo nessuno così entro.
"LÈA!" mi volto...

Mi sveglio all' improvviso. Mi ritrovo in piedi davanti alla finestra aperta. Guardo verso il basso.
Wow. È altino!
Sento delle braccia afferrarmi e tirarmi indietro. Cado addosso a un John spaventato che mi fissa come se fossi uno spettro.
"Che diamine ti é saltato in mente!?" Chiede palesemente agitato.
"Io......non...non lo so. Stavo sognando di entrare in una specie di Narnia popolata da gnomi alati. Che cazzo succede?!"dico terrorizzata.
"Ok. Questo non lo diciamo a nessuno. Va bene?" Chiede lui terrorizzato quasi quanto me.
Annuisco.
Poi mi porta a letto, chiude le finestre e le blocca con un lucchetto e qualche incantesimo che non riesco a capire e viene a letto. Mi stringe forte finché non si addormenta.
Io resto a fissarlo per un po'.
Quando dorme ha la faccia più serena. Passo le mie dita tra i suoi capelli, sui suoi occhi, sulle labbra, sul naso, sul viso....
Poi mi rendo conto che ha ancora i vestiti di ieri. Decido di togliergli almeno la camicia. É sporca del mio trucco e delle mie lacrime.
Lentamente, per non svegliarlo, gli sbottono la camicia.
Ok.
Ricordatemi di non farlo più.
Mi trovo davanti dei muscoli scolpiti come la pietra.
Ma da dove li tira fuori?
Resto un po' scioccata.
Poi riesco a sfilargli la camicia dopo averlo fatto rotolare sul letto.
Dio che bel ragazzo che mi sono trovata!
É sdraiato a pancia in aria. Io mi sdraio su di lui e tiro la coperta fino alle mie spalle.
Dopo essermi accoccolata ed essere stata stretta da lui (poi sono io la sonnambula!) mi riaddormento.

"AAAAAAAAAAHHHHH! MA CHE CAZZO! POSSIBILE CHE NON RIESCA AD ENTRARE NELLA VOSTRA CAMERA SENZA TROVARVI DECENTEMENTE?" Urla Frank.
Apro gli occhi.
Ho la faccia sul petto di un John addormentato profondamente.
Alzo la testa e mi appoggio con i gomiti su John.
"Sssshhh! Parla piano! Cosa c'é Frank?" Chiedo.
"La colazione! E tu non presentarti con quella camicia! Chissà cosa diamine combinate da soli voi due!?" Dice un Frank esasperato. Poi esce sbattendo la porta.
Io guardo la mia maglia. Dovrebbe essere quella del pigiama, ma sopra a quest'ultima c'é la camicia di John che non ricordo di aver messo.
Mentre mi osservo le maglie sento una carezza sul viso.
"La mia camicia ti da un aria molto attraente, sai?" Dice una voce roca. Guardo John e lui mi sorride.
"Buongiorno anche a te" sorrido.
"Sai la cosa vale anche per te, ma solo se sei senza questa camicia"
Il suo sorriso si allarga e mi da un bacio sulla punta del naso.
Io torno a sdraiarmi sul suo petto e lui mi stringe più forte.
"LÈA! SCENDI! ORA!"
"Credo che mia madre ci stia chiamando per la colazione."dico senza alzare la testa.
"Già. Lo sospetto anch'io"

La ragazza di cristallo. [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora