How many nights have you wished someone would stay?
[Infinity - One Direction ]
Sto diventando matto a sostituire la cinghia di distribuzione di questo catorcio di auto del signor Nelson, l'orafo del paese.
Lui è uno dei peggiori, uno di quelli che odiava mio nonno e mio padre per non essere cristiani, ed è uno di quelli che addita Louis per la sua sessualità e mette cattive dicerie sul suo e sul mio conto.
Forse è per questo che proprio non riesco, il ponte lo sta usando Louis e quindi a me è toccato usare il cric e lavorare infilandomi dalla parte della ruota del passeggero, tocca sempre a me fare questi lavori tremendi, perché sono il più esile, lo odio.
- Zayn quanto ti ci vuole ancora? - mio padre si affaccia al cofano e mi guarda incastrato in mezzo alla macchina, lo fulmino - il tempo che ci vuole! - borbotto.
- C'è il signor Payne che avrebbe bisogno di un tagliando veloce all'auto, non è che potresti fermarti un attimo e farlo tu? - allora, già le parole signor Payne e bisogno, mi fanno venire voglia di rispondere no, ma il lavoro è lavoro, quindi mi faccio forza ed esco dall'auto.
- Subito? - lo guardo truce.
- Dobbiamo partire nel pomeriggio. Quest'anno io, Maura e i ragazzi passiamo il Natale dai miei genitori a Wolverhampton - tutte le chiavi che ho in mano mi cadono con un rumore che rimbomba per tutta l'officina.
- Zayn! - mi ammonisce mio padre e - scusate - dico mortificato, è da ottobre che non vedo Liam, cosa vuol dire che non passeranno Natale a casa?
- Niall e Liam non tornano nemmeno? - sento la voce di Louis, informarsi. So che lo sta facendo per me.
- No, non ha senso che viaggino fino qui per poi tornare indietro. Sbrigano gli ultimi impegni e ci raggiungono a Wolverhampton - perfetto, dritti in prigione senza passare dal via. Buon Natale Zayn!
Mi muovo di scatto per andare verso la macchina del dittatore Payne e senza volerlo urto uno dei carelli degli attrezzi, faccio cadere qualcos'altro e di nuovo il rumore inonda il negozio.
- Senti Malik, sei sicuro che la macchina me la debba guardare proprio il ragazzo, non puoi farlo tu? Gradirei arrivare sano e salvo a destinazione - simpatico, mamma mia troppo, veramente troppo simpatico, devo contenermi dal ringhiare. Mi limito a guardarlo male ed abbassarmi per raccogliere tutto.
- Avanti Zayn torna pure al tuo lavoro, qui ci penso io - mio padre sospira.
Guardo Louis e lui mima un respira che non mi aiuta per nulla, mi abbasso di nuovo accanto alla mia auto e mi infilo al posto della ruota anteriore, inserisco le mani alla cieca e - Cazzo! - impreco. Con tutto lo spazio che c'era mi dovevo bruciare appoggiando il dorso della mano al copri lampada che uso per farmi luce, che da bravo imbranato non ho spento allontanandomi quando mio padre mi ha richiamato.
Esco di nuovo fuori e corro in bagno, sbatto la porta, rischiando di inciampare due o tre volte prima di arrivare a destinazione e non prima di sentire - Cos'ha tuo figlio oggi, Yaser? -
Suo figlio ha che ti odia, tu e le tue stupide idee di passare il Natale lontano da Whiteby, brutto pezzo di imbecille.
Apro l'acqua fredda e ci metto la mano sotto, aspetto di sentire sollievo e intanto apro l'armadietto del pronto soccorso cercando la crema per le bruciature, non è una gran cosa, mi è andata via solo la prima pelle, ma se non la disinfetto bene mi verrà un'infezione con tutta la sporcizia che c'è in questo posto.
Qualcuno sbatte alla porta - Tutto bene, Zaynie? - la voce di Louis è preoccupata.
- No, vattene! - dico brusco. Lo sento provare a spingere sulla maniglia, ma ho chiuso la porta a chiave e non ho intenzione di aprirgli.
Mi siedo sulla tavoletta del water e sbuffo, apro il disinfettante girando il tappo con l'aiuto dei denti e me lo faccio colare sulla mano, stringendo gli occhi per il bruciore. Tampono, spalmo la crema e fisso la mano arrossata.
Esco dopo un bel po', Payne non c'è più e nemmeno Louis; torno alla mia auto ma trovo mio padre incastrato al mio posto - Lascia finisco io... - dico senza enfasi, lui si sposta e mi lascia passare, sembra che voglia dirmi qualcosa, ma non lo fa.
I giorni successivi è sempre così, mi taglio, mi pungo, sbatto ovunque, non riesco a fare niente, ho un pensiero fisso nella mente e l'arrabbiatura facile, soprattutto perché Liam non si è degnato nemmeno di dirmi che non tornerà. Non credo sia giusto da parte sua.
È quasi ora di pranzo, Louis mi saluta con una pacca sulla spalla e mi dice che ha il pomeriggio libero, mi invita a giocare alla play da lui nel caso io abbia voglia di sfogarmi un po'. Lo ringrazio ma non ho granché voglia di giocare.
- Sai Zayn - mio padre mi arriva alle spalle - stavo pensando che per Natale potresti andare da tua madre a Brandford. È tanto che non stai con lei e le tue sorelle. Di lavoro non ce n'è molto e mi possono aiutare Lou e Sandy. Perché non vai un po' a svagarti, figliolo? - mi sorride.
Non lo fa quasi mai, di solito è taciturno e severo, però non è un uomo cattivo.
- Credi che ti lascerei da solo il giorno di Natale? -
- Zayn, per me non significa nulla e se le ragazze ti mancano un quarto di quello che mancano a me, ci andrai! - lo guardo indeciso - Va da loro, tanto Liam hai sentito anche tu, non verrà - lo guardo malissimo. Ma sì, mettiamo il dito nella piaga, non ci penso già abbastanza da solo che lui me lo deve ricordare. Non dico nulla, inizio ad armeggiare nel carrello di fianco a me, provando a riordinare, ma finisco solo per far cadere altra roba e provocare altro rumore - avrei dovuto immaginarlo - mi guarda con occhi strani, sembrano comprensivi.
- Cosa? - dico fra i denti.
- Zayn, tuo padre non è nato ieri e... - e non voglio certo sentire qualche predica sul fatto che Liam è un Payne, che è un uomo, che le voci girano, bla bla bla.
- Se tu finisci qui io vado a fare la spesa, vuoi qualcosa di particolare per cena? - improvvisamente mi sento braccato.
- Mi fido di te! - mi fa l'occhiolino e inizia a raccogliere le cose che ho fatto cadere.
Annuisco ed esco velocemente da lì, non mi fermo finché non giro l'angolo, poi mi appoggio al muro, chiudo gli occhi e respiro forte. Forse dovrei veramente prendere in considerazione l'idea di andare da mia madre per un po'.
*
Esco dal supermercato con tre sacchetti pieni che mi coprono la visuale sulla strada, tanto conosco ogni sasso di questo posto, così posso abbandonarmi tranquillamente ai miei pensieri.
Sto rimuginando ancora sulle parole di mio padre, penso alle mie sorelle, a mia madre; il Natale con loro sarebbe sinonimo di coccole e affetto e ora come ora, anche se non lo ammetterò mai, ne avrei veramente tanto bisogno.
Assorto come sono quasi mi faccio investire dall'autobus che non ho sentito arrivare, mi accosto più possibile al muro e sì, effettivamente per mio padre il Natale non è un'occasione importante e ci saranno i Tomlinson a fargli compagnia quindi - Zayn! - sento una voce chiamarmi e torno in me, mi giro piano - Zaaayn! - mi chiama di nuovo e - Lee? - allontano le mani per crearmi uno spazio per vedere meglio e quando me lo vedo apparire davanti, due grandi valigie ai lati e uno zaino in spalla, non credo ai miei occhi.