Capitolo 49

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L'unico pensiero che passava per la mente di Sabrina era: Devo trovare Valerie. Solo Sabrina poteva sapere quanto poco fossero al sicuro i vampiri insieme ad Eric. Lui non era un vampiro come tutti gli altri e gli occhi dorati le confermavano che non era cambiato affatto.
Quando trovò la traccia di Valerie la seguì senza farsi vedere, ma Eric era più vecchio e più abile di lei.
<<La conosci?>> chiese a Valerie, Eric indicando Sabrina sul tetto di un piccolo edificio.
<<Sabrina. Che ci fai lì? Mi stavi spiando?>> chiese arrabbiata.
Sabrina scese dal tetto con un salto, cadendo ad un metro dalla macchina di Eric.
<<Sei anche tu un vampiro>> esclamò Eric facendo finta di non conoscerla <<Wow, credo che questo posto mi piacerà da matti>>
<<Lo spero>> disse lei guardandolo sognante, poi si riprese <<Lei è Sabrina, la vampira che mi ha trasformata e che ora pensa sia di sua proprietà>> disse fulminando l'amica.
Sabrina non poteva restare a guardare, ma non poteva nemmeno attaccare Eric in mezzo alla strada, anche perché, per come si era messa la situazione, Valerie avrebbe difeso Eric mettendosi contro Sabrina.
Quindi lei decise di andare via e aspettarla a casa per raccontarle tutta la verità su Eric.
<<Ma che le prende?>> chiese ingenuamente Eric vedendo Sabrina scappare.
<<Lascia stare, lei fa sempre così, pensa che in cento anni non mi ha mai fatto conoscere nessun vampiro. Tu sei il primo che conosco>> lo diceva come se fosse assurdo è come non far conoscere gli zii ad un bambino.
Eric annuì, ora capiva come aveva fatto a sfuggirgli per così tanto tempo e non c'era mai nessuno a cui potesse chiedere sue notizie. Poi disse <<Mi dispiace, forse avresti preferito di meglio, non so se sono all'altezza>>
<<Ma no, sei fantastico. Non potevo sperare in qualcuno migliore>> rispose lei imbambolata.
Eric si era reso conto che da Valerie poteva avere molte più informazioni su Sabrina, di quante ne avrebbe avute facendola seguire e questo giocava a suo favore. Inoltre Sabrina non mostrava punti deboli evidenti, ma uno c'era: Valerie.
<<Credo che sarebbe meglio se ti riportassi a casa ora, sto cominciando ad avere paura delle conseguenze. Sabrina sembra una vampira molto forte e io non tocco sangue da settimane, sono molto debole>> finse Eric e poi ammiccò <<Comunque se vuoi vedermi, puoi trovarmi nell'albergo che mi hai consigliato, stanza 45>>
<<Settimane?! Fantastico. Io non ho più motivo di fare questi lunghi periodi di digiuno. Non devo rubare sacche dall'ospedale... Sono fortunata>> rispose Valerie, anche lei sapeva resistere per settimane, ma non era così in forze come sembrava Eric.

Quando Valerie tornò a casa, Eric aveva preferito rimanere in macchina, sbatté la porta. Era infuriata.
Non rivolse la parola a nessuno e Sabrina non poteva raccontarle niente se lei era in questo stato o avrebbe pensato lo dicesse solo per metterlo in cattiva luce.
Era sera e Alessandro aveva acceso la TV, se nessuno parlava non doveva fare il tramite, ma subito dopo Sabrina si sedette accanto a lui e Valerie, indispettita, fece lo stesso.
Le prime parole che si sentirono in casa furono di Valerie <<Alex, puoi dire a Sabrina che oggi mi sono sentita offesa?>>
Alessandro sbuffò <<Sabrina, Valerie dice che oggi si è sentita offesa>>
<<Puoi dirle che non è stata una mancanza di fiducia nei suoi confronti, ma in quelli di Eric>> disse Sabrina.
<<Sabrina dice che non si fida di lui, ma di te si>> ripeté Alessandro.
<<Io mi fido di lui, è un ragazzo fantastico. Non capisco perché ogni volta deve essere così diffidente. Non lo conosce nemmeno>> si alterò Valerie.
Alessandro sbuffò di nuovo non gli andava di dire che Eric fosse un ragazzo fantastico, ma ripeté quello che aveva detto Valerie.
Sabrina scosse la testa e sospirò <<Non m'importa quello che pensi di lui>> si alzò e se ne andò.
Alessandro ripeté <<Dice che non le importa quello che pensi di lui, ma non puoi più vederlo per nessun motivo al mondo>>
Valerie lo guardò corrugando la fronte e poi mise il broncio <<Non ha detto questo>>
<<No, ma l'ha pensato>> si affrettò a giustificare Alex.
Valerie non aveva voglia di discutere sulle sue capacità di sensitivo e andò nella sua camera.

La mattina dopo e nei due giorni successivi Eric andò sempre a trovare la vittima dell'incidente causato da lui, ma in realtà entrava nell'ospedale per incontrare Valerie, che, ovviamente, era sempre felice di vederlo.
Eric aveva imparato molto su come si spostavano ogni poco tempo per far perdere le tracce e sul fatto che viaggiassero portando poche cose e nessun ricordo di ciò che erano nel luogo precedente. Avevano addirittura comprato una casa che usavano come una sorta di ripostiglio e, all'occorrenza rifugio, in Alaska.
Un posto a cui Eric non avrebbe mai pensato.

<<Sabrina è proprio meticolosa. Sembra quasi che stiate scappando da qualcuno. Ti ha mai detto da chi?>> chiese Eric, ma forse già conosceva la risposta.
<<Veramente non so nulla della sua vita da umana e nemmeno cosa ha fatto prima di conoscere me. Non ne parla e io rispetto la sua decisione, anche se vorrei che si fidasse di me>> disse Valerie triste.
Eric annuì, ma senza farsi vedere sogghignò, era una preda fin troppo facile.

Alessandro aveva chiesto a Gabriella di tenere d'occhio Valerie e lei prendeva questo compito molto seriamente, aveva sempre sognato di fare l'investigatrice privata ed era arrivato il suo momento. Ogni volta che incontrava Eric, lei chiamava Alessandro per avvisarlo. Alessandro avrebbe voluto risolvere la questione da solo, ma non poteva fare nulla contro un vampiro, doveva chiedere aiuto a Sabrina, anche se l'avrebbe preso in giro.

Sabrina non fece commenti, non lo prese in giro. Era solo arrabbiata e doveva mettere in chiaro le cose con Eric.

Sabrina, non avendo più un lavoro, aveva un sacco di tempo libero e cominciò a fare qualche ricerca per scoprire l'alloggio di Eric. La stanza numero 45. Era lì che era diretta.
Bussò con una forza tale che avrebbe potuto buttare giù la porta, ma Eric aprì prima che ciò accaddesse.
<<Sapevo che, prima o poi, saresti venuta>> Eric la fece entrare. La camera era anonima, molto diversa dalla vecchia base che conosceva.
<<Devo solo parlarti>> rispose lei.
<<Siediti. Posso offrirti qualcosa da bere?>> disse prendendo due calici.
<<Non credo di avere i tuoi stessi gusti>> lui fece spallucce e si versò un po' del sangue che teneva in un piccolo frigo.
Le lanciò un'occhiata mentre sorseggiava il sangue, come se fosse vino <<Non dirmi che mi biasimi ancora per... la mia dieta insolita>>
<<Dieta insolita? È così che chiami uccidere i vampiri per prendere il loro sangue?!>> ringhiò lei e il solo pensiero di averlo aiutato le faceva rivoltare lo stomaco.
Un altro sorso <<Devi capire che non faccio nulla che sia contro natura. È solo la catena alimentare. I vampiri si nutrono degli umani e io dei vampiri>>
<<La nostra stessa esistenza è contro natura>> ribatté Sabrina. Ormai non aveva più paura di lui, anche se Arthur non era lì per difenderla.
<<Stai pensando ad Arthur, vero?>> disse lui <<Se penso che è morto senza assaggiare il tuo sangue, non posso che provare pena per lui, ma sapevo che non ti avrebbe addomesticata>> rise bevendo un altro sorso.
<<Non ci sei riuscito nemmeno tu>> rispose lei sicura di sé.
<<Hai ragione, con te non ci sono riuscito, ma potrei riuscirci facilmente con Valerie>>
<<Non voglio che ti avvicini più a lei, senza che io sia presente>>ordinò.
<<Ma se sarà lei a venire da me?>> chiese.
<<In quel caso non le farai niente, continuerai a fingere. Preferisco che ti creda straordinario e non che ti conosca come il mostro che sei>>
Eric si finse offeso <<Non sei cambiata per niente, ti credi così forte, ma sai che non hai nessun diritto per chiedermi questo. Non hai niente da darmi>>
<<Facciamo un patto>>
Questa era una svolta inaspettata anche per Eric, alzò un sopracciglio e la guardò di sbieco.

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