Cap 11: Sfoghi Di Una Storia Complicata

75 5 2
                                    

#PovJustin
E se Naty gli piacesse? E se Naty ricambiasse i suoi sentimenti? Sto andando in paranoia. Non è possibile. Poi lei non credo che provi qualcosa per lui. Anche se non me ne ha mai parlato. Insomma altrimenti perché stava per farsi baciare? Forse per dimenticarlo. No. Non può essere. Butto la rivista che avevo fra le mani sul tavolino per poi uscire e prendere un bel respiro d'aria fresca e ributtarla fuori. Mi passo una mano nei capelli frustrato. Mi appoggio alla ringhiera osservando la città. Ferrara mi piace. Non è male. Intanto penso. Lo sapevo che non dovevo innamorarmi di nuovo. Io...non posso dire di essere proprio innamorato anche perché la conosco da poco però provo qualcosa per lei. E se per lei non fosse la stessa cosa...non so che farei. Sento un rumore dietro di me. Mi giro per trovare Giovanni piuttosto turbato e frustrato che si passa una mano nei capelli. Appena mi vede assume un'espressione infastidita.
«Problemi?», chiedo altrettanto irritato.
«Sì.», risponde freddo.
Risolviteli, avrei voluto rispondergli. Ma prima che lo possa fare lui inizia a parlare.
«Sai, è brutto quando ami una persona ma i tuoi sentimenti non sono ricambiati.», comincia per poi fermarsi e sospirare.
«Lei ti ama Justin. Si vede. Quindi, se dovesse succedere...abbine cura. Persone come lei non si trovano facilmente.»
Mentre lo diceva era appoggiato alla ringhiera affianco a me e guardava davanti a se. Mentre io rimango stupito dalle sue parole. Sta per andarsene ma gli metto una mano sulla spalla.
«Questa cosa ti fa onore Gio. Io se fossi stato in te avrei fatto una strage.», sorrido leggermente.
Sorride anche lui.
«Tranquillo. In fondo non è colpa tua. Non è colpa di nessuno.», conclude sorridendo.
È un sorriso triste. Mi fa un po' tenerezza. Dopodiché si gira e se ne va. Però prima si ferma un attimo e si sposta per far passare Naty che ha le braccia incrociate e lo sguardo basso e poi va via definitivamente.
#PovNaty
Mi sveglio non trovando Justin. Così mi metto seduta, mi stiracchio e sbadiglio prima di alzarmi e uscire in terrazza incrociando le braccia. Prima che potessi farlo, però, mi trovo davanti Gio. Mi guarda con sguardo triste ma allo stesso tempo freddo e distaccato. Abbasso lo sguardo e mi mordo il labbro mentre lui si sposta per farmi passare. Se ne va. Ma improvvisamente mi giro e lo afferro per un braccio. Mi guarda sorpreso.
«Perché ti dà fastidio?», chiedo assottigliando gli occhi.
Lui fa il finto tonto aggrottando la fronte.
«Cosa?»
Faccio un respiro profondo per calmarmi e resistere alla tentazione di prenderlo a pugni.
«Quello che c'è scritto sul giornale.», rispondo tenendo fisso lo sguardo nel suo che però distoglie immediatamente.
«Gio, guardami.», dico prendendogli il viso tra le mani.
«Rispondimi. Ti prego.», lo imploro.
Lo so è strano da parte mia perché sono molto orgogliosa per implorare qualcuno. In una circostanza normale non l'avrei mai fatto. Probabilmente mi sarei girata e me ne sarei andata. Ma questa non è una circostanza normale.
«Perché io ti amo.»
Le sue parole mi trafiggono. Rimango impietrita. Lascio il suo viso.
«Gio, io...»
«No. Non dire niente. Lo so.», mi interrompe sorridendo tristemente.
Mette una mano sulla mia guancia.
«Spero che andrà tutto bene con lui.», dice indicando fuori dove probabilmente c'era Justin.
Lascia cadere la mano lungo il fianco prima di andarsene. Come ha fatto ad averlo capito? Si nota così tanto quello che provo per Justin? Evidentemente sì. Mi dico. Ad un certo punto sento due braccia cingermi i fianchi e un mento appoggiarsi sulla mia spalla.
«Ben svegliata piccola.», dice per poi lasciarmi un bacio a stampo sul collo. Sorrido per per poi girarmi.
«Ciao anche a te Juss.», rispondo mettendogli le braccia intorno al collo mentre lui mi cinge i fianchi.
«Cosa ti ha detto prima Gio?», domanda continuando a guardarmi con i suoi occhi dove potresti annegare.
Io sospiro.
«Mi ha detto che...che mi ama. Ma ha anche capito che i miei sentimenti non sono ricambiati. Io non lo amo. Mi dispiace vederlo così ma non è colpa mia. Dopo quello che ho passato faccio fatica ad innamorarmi di nuovo.», mi sfogo tristemente.
Ho bisogno di sfogarmi ogni tanto. Di cacciare fuori quel peso che si accumula sempre. Io so che dopo questo mio sfogo mi sentirò meglio. Ma so anche che questo peso, inevitabilmente si accumulerà di nuovo dentro di me. Dentro il mio cuore.
«Perché cos'è successo?», domanda aggrottando la fronte.
«Se posso.», aggiunge poi visibilmente imbarazzato.
«Sì certo che puoi.», acconsento ridacchiando.
«Vieni andiamo fuori.»
Mi prende per mano e andiamo in terrazza.
«Dimmi tutto piccola. Ovviamente non sei obbligata a farlo.»
Mi guarda con occhi dolci. Non c'è traccia di compassione. Più che altro di comprensione. Che è diverso. E io ne sono felice. Io della compassione della gente non me ne faccio niente.
«Tranquillo. Anzi ne ho bisogno.», dico per poi sorridergli. Lui ricambia per poi tornare serio. Faccio un respiro profondo e comincio.
«Tutto è iniziato nell'agosto del 2010. Avevo 16 anni. Andai al mare con i miei genitori. Lì incontrarono degli amici. Che però io non conoscevo. Erano una coppia. Avevano un figlio. Si chiamava Jason, Jason McCann.», sorrido pensando che aveva lo stesso nome del personaggio che ha interpretato Justin in CSI.
«Loro non erano italiani. Ma vivevano in Italia da tanto, circa una decina d'anni. Quindi parlavano bene l'italiano. Io mi innamorai perdutamente di Jason. Era davvero un bel ragazzo. Era moro occhi castano chiaro ed aveva una bella corporatura. Aveva sempre i capelli in una piccola cresta. Mi ricordo che ci metteva anni per sistemarseli.»
Ridacchio al ricordo.
«Comunque dopo 3 mesi ci mettemmo insieme. Ero felice. Lui mi rendeva felice. Aveva quello strano potere di trasformare le mie lacrime in sorrisi e i miei sorrisi in lacrime.»
Mi fermo e sorrido come una cretina mentre ho gli occhi lucidi.
«E poi? Che successe?», chiede stringendomi di più le mani come a darmi forza.
Io lì smetto di sorridere. Stringo le mani di Justin e mi irrigidisco. Guardo davanti a me.
«Dopo 3 anni che stavamo insieme notai dei cambiamenti in Jason. Non mi chiamava più, non mi messaggiava più come una volta. Diceva che era per colpa della scuola. Voleva impegnarsi per non ripetere di nuovo l'anno visto che era stato bocciato mentre io invece stavo iniziando a venire qui per lavorare. Però mi suonava strana la cosa. Perché anche la sera verso le 5:30 pm quando andavo a bussargli sua madre mi diceva che non c'era mai. Che non era tornato da scuola e restava a dormire dagli amici.»
Senza che me ne accorgessi una lacrima bagna il mio volto. Justin me l'asciuga sorridendomi. Io ricambio continuando a raccontare.
«Poi però una sera i genitori di Jason ricevettero una chiamata. Era la polizia. L'avevano arrestato perché aveva violentato e picchiato una ragazza. Dissero che era sotto effetto di stupefacenti e alcool. Fecero dei controlli in camera sua e trovarono delle bustine di droga e delle siringhe. Si venne anche a sapere che erano circa 2 mesi che non andava più a scuola. La mattina invece di andare a scuola se ne andava a spasso con i suoi "amichetti" per drogarsi o fare schifezze varie. Gli diedero 2 anni da scontare in carcere e 1 di domiciliari. Dopo 2 settimane io non volevo più vederlo. Non mi aveva detto nulla, si drogava, aveva violentato una ragazza e chissà quante volte mi aveva tradita con una puttanella di passaggio. Poi però lo andai a trovare. Così, proprio per vedere cosa aveva da dirmi. Quando entrai e lo vidi al di là di quel vetro per poco non svenni. In meno di 3 settimane era dimagrito di minimo 5 chili. Aveva la barba, gli occhi spenti e il viso scavato. Quando mi sedetti davanti a lui gli chiesi "Beh, non hai nulla da dirmi?" e lui mi rispose "No. Tu sei l'ultima persona alla quale devo dire qualcosa. Che sei venuta a fare? Potevi startene benissimo a casa. Non voglio più vederti." Detto questo si fece riportare in cella. Io iniziai a piangere tornado a casa stavo pure per fare un incidente. Da quel giorno non l'ho visto né sentito più. Non so che fine abbia fatto e non lo voglio sapere.»
Detto questo lascio libero sfogo alle mie lacrime mentre Justin si alza, fa alzare anche me per poi stringermi fra le sue braccia. Sentivo che pian piano quel peso si alleggeriva. Anche se sapevo che, prima o poi, sarebbe tornato a farsi risentire.

Spazio Autrice
Sorry Sorry e a ancora Sorry per il terribile ritardo🙊🙈. Spero che questo capitolo sia stato all'altezza di tutto questo tempo passato ad aspettare il mio fatidico aggiornamento e niente. Al prossimo capitolo babes!!
Bye bye ❤️❤️

Un Sogno E Un AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora