Accartocciati, mondo

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Danzanti, le ombre
s'aggiran quiete
nella familiare penombra;
incoscienti lune
di bianco vestite
in contrasto col limpido drappo
ch'ospita loro e le loro storie...

Libbre premono sugli occhi
e sui ricordi della giornata,
sui pensanti futuri
e sui pensati passati,
aghi sulle cicatrici
della pioggia vitrea-acida
come le parole-rasoi.

Accartocciati, mondo,
non farmi pensare ancora...

Pallina di carta rotola
sospinta dal vento e
dalle lingue putriscenti
delle ombre ghignanti,
rotola assente dalla classe
nelle fauci delle belve nascoste
che non più quiete m'attendono
per danzar la polka
di Johann o Eduard,
Johann figlio o Richard, chissà
qual Giullare le danze aprirà,
se alla notte il pensier donerò
accartocciandomi al mondo
nelle stelle brillanti
o nelle fauci ombrose...

Svegliami!

Svegliami dal mio incubo
dove vengo divorata
dalle splendide fiamme!

Mi fissan nelle pupille
i rossi occhi delle ombre
ed i gialli dei mostri
con le loro candide zanne...

Che nero silenzio,
che mi ospita giacente...
Canticchio per romperlo
e s'avvicinan l'ombre.

Accartocciati sulla mia mente,
o mondo infame che mi vivi,
donami sogni sereni,
fammi scordar le ombre...

Maschera drammatica,
col tuo sereno viso dorato,
splendente di finzione,
all'alba sul mio volto cadrai
e la commedia iniziare farai...

Nuovamente.

La Realtà dei Giacinti, Libro I -IntermondiAstralcorse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora