Aprile 2012

2.4K 75 10
                                    

Harry mi ha lasciato un ricordo bellissimo di una giornata fantastica vissuta insieme. Ma è solo un ricordo. Anzi. È molto peggio. Quella giornata mi ha fatto desiderare che tra noi possa essere sempre così, che anche noi possiamo essere un ragazzo e una ragazza come tanti altri. Ma non è così. Lui è partito per l'Australia per l'ennesima tappa del tour mondiale degli One Direction, io sono rimasta a Londra a crogiolarmi nel mio dolore. Ellie cerca di rincuorarmi: "Olly ha organizzato una cosa pazzesca per te. Tu gli piaci. Non penso faccia così per tutte. Devi avere pazienza". Ma mi manca troppo, mi manca quello che non può darmi e che dopo quel giorno a Clevedon desidero sempre più. "La lontananza rafforza l'amore", mi ripete Ellie citando Lady Cocca in Robin Hood. Oppure lo distrugge, continuava Lady Marian.

***

Harry mi ha chiamata il giorno prima di partire per l'Australia. Ho cercato di essere il più naturale possibile e di non piangere al telefono, ma credo che abbia intuito il mio vero stato d'animo: "Olivia, tornerò non ti preoccupare". Le sue parole mi ricordano qualcosa che ha detto dopo aver fatto l'amore l'ultima volta, ma non ricordo bene cosa. Gli ho augurato buon viaggio, ho scherzato chiedendogli di portarmi un souvenir e gli ho ricordato di salutarmi Niall (non sono sicura che lo farà). "Mi mancherai", ho detto chiudendo la telefonata, prima che lui potesse dire altro. Poi sono scoppiata a piangere.

***

Mi sveglio con gli occhi gonfi. Quando mi presento in cucina Jessie mi guarda con aria dispiaciuta: "Oh Olly", dice abbracciandomi. Ha ragione lei, ha sempre avuto ragione lei. Mi sono innamorata di Harry Styles e ora non riesco a stare senza di lui.

"Senti stasera usciamo io e te, serata solo donne. Cosa vuoi fare?". Non ho voglia di uscire, vorrei stare tutto il giorno sotto il piumone. Ma Jessie insiste. Mi viene in mente di un volantino che mi hanno dato fuori da scuola, frugo nella tasca della giacca e lo trovo: questa sera alcuni ragazzi del mio corso che hanno una band suonano in un pub. Mi sembra un buon compromesso per uscire, almeno sono certa che dove andremo ci sarà alcool in cui annegare i miei dispiaceri.

***

"Sembri Morticia Addams", mi dice Jessie quando esco dalla stanza completamente vestita di nero. 

"Rispecchia il mio umore", dico senza troppo entusiasmo.

***

Arriviamo al pub, la serata è già iniziata. Ci accomodiamo al bancone e chiediamo subito due birre. Ho già finito il mio boccale quando mi accorgo che qualcuno si è seduto di fianco a me: è Zac. Ci mancava solo lui, penso. 

"Buonasera Olivia", esclama con uno dei suoi sorrisi a 36 denti. 

"Ciao Zac". 

Jessie rimane a bocca aperta: "Mica sarà lui il professorino figo?". Io annuisco. Dopo aver presentato Zac e Jessie, lui mi offre un'altra birra e chiacchieriamo un po' commentando la band.

I bicchieri vuoti davanti a me sono aumentati, ho perso il conto di quanto ho bevuto, so solo che a un certo punto siamo passati agli shottini di whisky. Sono decisamente alticcia: l'unica cosa positiva di essere leggermente ubriaca è che riesco a non pensare a Harry, anzi inizio a notare quanto Zac sia bello. Ha le labbra sottili, mi chiedo che sapore abbiano.

Jessie, che ha bevuto meno di me, mi comunica che sta andando al bagno e che poi dobbiamo andare a casa. Zac approfitta della sua assenza: "Possiamo considerare questa sera come un primo appuntamento?", dice avvicinandosi pericolosamente a me. Le punte dei nostri nasi si sfiorano, so che basterebbe un leggero cenno per baciarlo. 

"Diciamo che te nei sei guadagnato uno", rispondo avvicinandomi ancora un po' di più a lui. Fortunatamente arriva Jessie, prima che io possa fare qualcosa di cui domani mattina, finita la sbornia, mi potrei pentire.

          

***

Mi sveglio con un mal di testa pazzesco. Mi ricordo tutto quello che è successo ieri sera, anche dell'incontro ravvicinato del terzo tipo con Zac. Prendo il cellulare nella speranza di trovare un messaggio di Harry: "Ti ricordo che mi hai promesso un appuntamento. Zac", è l'unico messaggio che ho ricevuto. Glielo devo un appuntamento, mi ha sopportato per un'intera serata mezza ubriaca.

Sento l'odore del caffè e mi dirigo in cucina: "Allora te lo stavi proprio per limonare per benino, il professorino", dice Jessie, come sempre senza peli sulla lingua. 

"Jessie ti prego, ho troppo mal di testa per parlare con te". 

"Ma smettila, se non era per me stamattina ti trovavi nel suo letto. E poi sei una vera stronza, non mi avevi detto che era così bono". La mia adorata coinquilina continua a farmi sentire una merda: dovrò chiarire le cose con Zac. Rispondo al suo messaggio e gli propongo di vederci per un caffè. Dopo pochi minuti arriva la sua risposta.

Quando arrivo al bar dove ho dato appuntamento a Zac, lui è già dentro. È seduto a un tavolo e sta sfogliando una rivista. Appena mi vede si alza, appoggia una mano sulla mia schiena e mi saluta dandomi due baci sulle guance. È davvero gentile. 

"Zac, volevo chiederti scusa per ieri sera. Ho bevuto troppo e forse ti ho dato dei segnali sbagliati". Non sono mai stata così in imbarazzo in vita mia. 

Ma Zac mi stupisce ancora una volta: "Non credo. Siamo rimasti d'accordo che ci saremmo rivisti. Ed eccoci qui". Zac ha il potere di mettermi sempre a mio agio, il suo sorriso smagliante è sempre così dolce. Non riesco a trattenere una risata. Chiarita la questione chiacchieriamo un po' del mio lavoro di tesi e del concerto dei Coldplay che ci sarà tra un mese a Londra. 

"Ho comprato i biglietti un secolo fa", dice Zac. 

"Se te ne avanza uno, fammelo sapere. Mi piacerebbe un sacco vederli dal vivo". Stiamo organizzando un nuovo appuntamento? Forse sì. Quel che è certo è che quando sono con Zac riesco a non pensare a Harry.

Quando torno a casa Jessie non c'è. Mi metto a smanettare un po' sul computer alla ricerca di qualche notizia del viaggio degli One Direction in Australia. Ed eccolo lì, apparire sullo schermo del mio computer in costume, mentre si tuffa da un barca. Ogni foto è una pugnalata al cuore. Ma non riesco a smettere di guardarle. È bellissimo, anzi è bello da morire. Il suo corpo è ormai quello di un uomo, non più quello del ragazzo che ho conosciuto quasi due anni fa. Solo una settimana fa le sue braccia era intorno a me. Oggi sono a migliaia di chilometri di distanza. Una distanza che mi sembra incolmabile.

***

Mentre gli One Direction sono in Australia, io e Zac ci vediamo quasi ogni giorno. Non ci siamo dati dei veri e propri appuntamenti, ma alla fine ci siamo sempre incontrati al bar. Zac mi ha fatto capire chiaramente di essere interessato a me, ma non mi pressa. Non ha mai fatto niente per mettermi a disagio o per affrettare i tempi. Mi piace stare con Zac, non solo perché abbiamo molte cose in comune, ma perché è un ragazzo premuroso, sempre disponibile. Così vicino, ma mai invadente.

Jessie continua a fare allusioni, a cui cerco di non badare troppo. Ma capisco di dover prendere una posizione: non posso "sfruttare" le attenzioni di Zac, solo quando Harry non c'è per colmare la sua mancanza. Non potrei sopportare che qualcuno lo facesse con me.

Chiamo Ellie, ho bisogno di sapere cosa pensa: "Sai Olly, io sono un'inguaribile romantica e spero che tu Harry un giorno vi sposerete. Ma capisco che tu abbia delle esigenze e dei desideri. Se con Zac stai bene dovresti dargli una chance. È stato Harry a dire che vi sareste frequentati senza impegno. Vedrai che capirà la tua decisione". Ellie è davvero un'amica stupenda.

Chiamo Zac e gli dò appuntamento al solito bar. Lo aspetto seduta al bar mentre faccio una composizione con le bustine di zucchero. Zac arriva e capisce subito che sono nervosa: "Senti Zac... voglio essere sincera. Tu mi piaci e mi piace stare con te. Ma prima di iniziare a frequentarci devo fare una cosa, ti chiedo di avere pazienza ancora qualche giorno". 

Gli occhi di Zac brillano, mi sembrano più azzurri del solito: "Certo Olly". Ormai anche lui mi chiama così. "Tutto il tempo che vuoi". Mi dà un leggero bacio sulla guancia e se ne va. Mando subito un messaggio a Harry chiedendogli di vederci quando tornerà dall'Australia: "Non staremo molti giorni a Londra, partiamo subito dopo per la Svezia. Ti chiamo quando arrivo in Inghilterra". Vorrei parlargli di persona, guardalo negli occhi, ma non so se sarà possibile.

***

Niall mi ha detto che sarebbero tornati il 24 aprile dall'Australia. Sono passati già due giorni ma Harry non si è ancora fatto vivo. Prendo coraggio e lo chiamo, non posso più aspettare in questo limbo, non posso più far aspettare Zac. 

"Ciao Olivia", avevo quasi dimenticato il suono della sua voce. 

"Ciao Harry. Scusa se ti disturbo. Ti ho chiamato per dirti che....", non so come dirgli che non possiamo più frequentarci come abbiamo fatto fino a ora. 

"Dimmi", la sua voce è più tesa di un attimo fa. 

"Harry, mi dispiace. Ho conosciuto una persona. Prima di iniziare a frequentarlo volevo chiarire con te le cose. Non possiamo più vederci come prima. Voglio fare le cose bene con lui". Non era proprio così che mi ero immaginata di dirgli, ma penso che il messaggio sia stato chiaro.

 "Certo Olivia, capisco. Nessun problema, siamo stati bene insieme. Ma non c'era niente di serio. Ti auguro di essere felice con Zac". La sua voce sembra quella di un disco registrato, senza alcun tipo di emozione. Sto per dire qualcosa, ma mi accorgo che ha già riattaccato. Come ha fatto a capire che si trattava di Zac? Mi sento più leggera ora che ho parlato con lui, ma allo stesso tempo mi sembra di aver perso un pezzo del mio cuore.

Dopo aver riposto un cassetto la collana che Harry mi ha regalato e il claddagh nella speranza che i ricordi a cui sono legati restino chiusi con loro, mando un messaggio a Zac: "Ci vediamo domani sera?".

Perfect [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora