Capitolo 1

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Svob:"Ehi! Che dici sono andati via?"

Teo:"Aspetta... non riesco a vedere devo andare un po' avanti "

Si muove

"Ok possiamo andare ma facciamo presto andiamo al garage lì dovremmo essere al sicuro".

Era stata una brutta sera per Teo e Svob le cose non andavano per il meglio. Ormai la voce si era sparsa e a qualcuno non andava bene quello che avevano scoperto

Pioveva a dirotto tra le vie di Minland, le pozze d'acqua vicino ai marciapiedi inondavano i passanti allo scorrere delle auto . L'atmosfera era cupa e le nuvole ricoprivano di grigio i tetti, ma la città continuava a vivere. Locali affollati, come al solito nei venerdì sera, con gente sorridente che chiacchiera della giornata appena passata e si rilassa pensando che l'indomani non si lavora.

Teo e Svob, finalmente arrivati al garage in via Foppa, entrano e si chiudono all'interno. Il garage ha una serranda metallica con una porta blindata per entrare. Dentro, la luce fioca e il lampadario piegato illuminano a stento i tavoli macchiati da un liquido nero. Su uno dei tavoli in fondo alla stanza, un attrezzo metallico di forma circolare; a prima vista sembrava una navicella arrivata dallo spazio ma all'interno conteneva resti di frutta, ossa di animali e altro. La "Cellula" veniva chiamata ma non le assomigliava affatto.

L'odore di qualcosa di oleoso pervadeva l'ambiente, una puzza nauseabonda da far venire il mal di testa. Era l'odore di quel liquido nero corvino che sembra va cera attaccato ovunque.

Teo si siede su uno sgabello togliendosi il cappotto sudicio e le scarpe zuppe d'acqua. Svob cerca di accendere la stufetta, visto il freddo che faceva, dicendo:

Svob:"Maledetta stufa! Quando serve non va mai? Ma cosa c'è che non va?"

Teo: "Comunque oggi c'è andata bene; ce l'abbiamo fatta per un soffio, quelli volevano farci fuori!"

Svob:"Cosa vuoi che ti dica... non stiamo molto simpatici a qualcuno "

Teo:"Ma veramente? Lo avevo capito, scienziato (ironicamente), non c'era bisogno che me lo dicessi tu!"

Svob:"Dobbiamo contattare quella azienda a cui interessava la cosa, almeno loro ci proteggeranno."

Teo:"Beh si , credo sia l'unica via d'uscita. Il biglietto da visita ce l'hai tu?"

Svob:"Si, domani mattina lo chiamiamo. Spero solo che ci risponda."

Teo:"Beh gli interessi intorno alla cosa non sono pochi. Gli Stati hanno paura per la loro produzione e la loro economia."

Svob:"Beh la cosa è più che seria. Non dico che sia come la "Relatività" di Einstein ma poco ci manca. Il problema che in questo caso genereremo squilibri immediati in tutto il mondo. Lo capirebbe anche un allevatore di pecore mentre Einstein lo avevano capito in pochi."

Teo:" Sicuramente non c'è da star tranquilli. Domani chiamiamo.. urgentemente!"

Ormai si erano cambiati. I vestiti pieni d'acqua Teo li aveva riposti a sgocciolare e ad asciugare vicino la stufa accesa finalmente da Svob.

Due piccole brandine erano poste sul lato destro della stanza e su queste i due avrebbero passato la notte.

Teo aveva la capacità di dormire all'istante appena appoggiato sul letto. Svob, invece, Pensava a cosa fare l'indomani e almeno ci volevano dalle due alle tre ore per riuscire a dormire.

Quella notte pensò a come tutto era cominciato; quella storia iniziata quasi per scherzo, per passare il tempo libero, stava ormai diventando un vero e proprio problema. Ancora non era consapevole di come sarebbero andate le cose, ma adesso temeva per la sua vita. Ma ormai era troppo tardi; la notizia era arrivata ad alti livelli ed ormai era impossibile tornare indietro.

L'unica cosa da fare era affrontare la realtà e cercare di fare il meglio.

" Ma come faceva a dormire Teo" pensò, un secondo ed era già in sonno perenne, come se non fosse successo nulla in quei giorni. Non riusciva a spiegare la sua tranquillità la sua rilassatezza.

Sulla finestra si sentiva ancora battere l'acqua di quel venerdì, che avrebbe cambiato molto nella sua vita.

Il fuoco sul cespuglioWhere stories live. Discover now