uguali ma diversi

Quando incomiciamo?

Alice e Andrea decisero di rilassarsi per il resto della giornata, non era stato facile affrontare tutto quello che era successo.
Soprattutto per Alice.
Mangiarono con Luca, felice di avere tutte e due i fratelli da ospitare, e, cosa più importante, non chiese a nessuno dei due il perché Alice si fosse presentata così dal nulla. E Andrea ne fu molto contento.
Andarono a dormire molto presto; Alice era molto stanca  e Andrea non sapeva cosa fare. Dormirono nello stesso letto, sia perché Alice non voleva dormire sul divano, sia perché Andrea voleva affianco a sé la sorella. Andrea non fece incubi quella notte, una delle poche notti.

Alice decise si svegliarsi presto. Doveva andare da un 'amica' e per un certo senso, non voleva che Andrea la seguisse.
Anche se al suo ritorno glielo avrebbe sicuramente detto.

Si fece una doccia veloce, mangiò un boccone di colazione insieme a Luca, che stava andando a lavorare, si incappucciò per bene, nella speranza che nessuno la riconoscesse, e uscì.
Si mise una grossa sciarpa, che le ricopriva fino al naso, gli occhi erano oscurati da occhiali da sole, bensì fosse novembre, e i capelli erano sotto un grosso cappello maschile preso in prestito da Luca. Gli abiti erano di Andrea: delle scarpe da ginnastica e pantaloni sportivi, in più un bel giaccone che ricordava molto i barboni. Non poteva evitare di farsi riconoscere, soprattutto dopo quello che era successo. Già il giorno prima aveva rischiato molto andando alla stazione in quel modo, e le era andata bene, un altro errore così non poteva permetterselo.

Soprattutto non voleva far preoccupare il fratello.

Suonò al citofono dell'appartamento e la ragazza le aprii.
Salii le scale ed entrò nell'appartamento. Andrea le aveva detto dove si trovava e lei sentiva quasi... il bisogno di parlare a quella perfetta sconosciuta.
"sei quella del negozio di di intimo, cosa vuoi?" le chiese Dafne appena chiuse la porta dietro di sè.
"posso parlarti?" chiese supplichevole Alice. La ragazza annuì e si accomodarono.

"mi stai dicendo che Antonio ha bruciato il vostro luogo di raduno?" chiese scioccata Dafne.
"be' non era proprio un posto di raduno, ci si divertiva e ogni volta che qualcuno del clan voleva sfogarsi veniva da noi dove c'era festa ventiquattr'ore su ventiquattro "
"ah" disse solamente Dafne. Era ancora stravolta da quello che era successo, Antonio, l'amico di una vita e il ragazzo della propria migliore amica aveva abbandonato tutte e due, in più Seedda, non rispondeva ai suoi messaggi da un giorno e non era cosa da lei.
"i tuoi genitori?"
"sono al lavoro, io non mi sento molto bene, o preferito non andarci." disse solamente Dafne.
"ok , ehm... ti volevo chiedere una cosa poi... in più... ma solo se vuoi" continuò Alice, era un argomento importante per lei.
"dimmi tutto"
"io e Andrea abbiamo perso la mamma due anni fa, da allora la nostra vita è cambiata tantissimo; abbiamo smesso di andare a scuola, nostro padre era finito in prigione  e in più la gente ci cercava per metterci sotto una famiglia adottiva. Ci hanno accettato nel clan e sopratutto io ne sono rimasta estasiata all'idea. Abbiamo passato molto tempo con loro, così tanto che io ho perso la concezione di quello che era la mia vita prima e quello che sarebbe potuto essere. E... ecco, io quando è andato tutto a fuoco, mi sono resa conto che non potevo continuare così... e... sì, sono sempre stata una tipa molto diretta, ma... ti volevo chiedere se ... insomma, volessi aiutarmi a ricordarmi la mia vita da ragazza normale... solo questo, per me è importante, per sapere cosa ho davvero perso"
Ci fu un attimo di silenzio. Dafne non sapeva cosa dire. tutto ciò non era normale, ma oramai la sua vita aveva smesso di esserlo da quello che secondo lei era molto tempo.
"per me è perfetto... quando incominciano?"