Inciampai numerose volte, guadagnandomi qualche risatina e occhiata da parte di Giovanni.
Arrivati su una panchina un po' più lontano rispetto le altre, cerchiata da alti pini ed illuminata dalla luce brillante della luna.
"E' abbastanza tranquillo?" si volta a guardarmi.
"Va bene, è così bello." Sospiro e inizio a godermi quella pace che in questa serata non era affatto prevista.
"Ti rendi conto che è la seconda volta che stiamo insieme e non sappiamo niente l'uno dell'altra?" il suo tono è del tutto piatto.
"Cosa vuoi sapere?" non smetto di fissare il cielo.
"Non lo so, qualcosa tipo che scuola frequenti, cosa ti piace fare, cose normali."
Perché mai dovrebbe interessargli qualcosa di me? La mia vita è così noiosa, io sono così noiosa.
"Io non sono normale. Io non sono socievole, sto ore a leggere o ad ascoltare musica, mi piace anche scrivere. A scuola ho voti molto alti, di più per compiacere i miei, sono al quarto anno e appena finirò il liceo vorrei andare all'università. Non mi piace la confusione e odio le persone pettegole e altezzose. Quasi tutti alle elementari mi prendevano in giro e mi escludevano e credo che sia per questo che col tempo ho iniziato ad escludermi da sola. Non voglio sentirmi un peso o qualcosa del genere, voglio che siano le persone a decidere di stare con me, non voglio costringerle ad avermi intorno." Cerco di prendere fiato. La mia piccola confessione è stata spinta per di più dai drink che avevo bevuto alla festa, in tempi normali non avrei mai detto nemmeno la metà delle cose che ho appena dichiarato.
Quando mi volto a guadarlo noto che anche lui sta facendo lo stesso. Stiamo così per quella che sembra un'infinità di tempo e poi inizia ad avvicinarsi in modo da annullare la distanza tra di noi.
Indugia un po' prima di poggiare le sue labbra sulle mie.
E' un bacio così tenero, così pieno di emozioni, le stesse che per lungo tempo avevo cercato ovunque e adesso eccole qua a perforarmi l'anima. Porto le mani tra i suoi capelli e lui avvolge la mia vita con le sue braccia salde e calde. Non riesco a fermarmi, non riesco a fermare le ondate di brividi che percorrono la mia spina dorsale.
Solo dopo qualche attimo mi balena in mente l'espressione di Sara. Lei non poteva essere solo una semplice amica, qualcosa dentro di me stava cercando di dirmi che dovevo saperne di più. Con una certa riluttanza mi ritrovo a staccarmi da lui, che sta cercando di capirne il motivo.
"Cosa c'è tra te e Sara?" lui si stacca immediatamente e ritorna composto alla posizione iniziale.
Ahia.
"Ascolta, io non voglio che tu fraintenda oppure che ti arrabbi con me, è semplicemente che mi sono fatto trasportare e..." si blocca "lei è la mia, beh, in un certo senso, è la mia ragazza."
Stupida, cretina, idiota, illusa, ingenua che sono! Vorrei prenderlo a botte, vorrei prendermi a botte. Lo conosco da due giorni, che mi aspettavo? Che mi amasse? E' fidanzato ed è stato solo un bacio privo di significato per lui, si è "fatto trasportare". Oh, Dio. Sto iniziando a sentirmi male, per me, per lei. Subire un tradimento da una persona a cui tieni è una cosa che non può essere nemmeno spiegata a parole. Mi sento così in colpa, così sporca, anche se io non ho fatto nulla di male, a differenza dello stronzo che mi sta seduto accanto in attesa di una mia qualche risposta. Dovrei prenderlo a calci e massacrarlo di parolacce, ma non riesco nemmeno a parlare. Mi alzo e mi dirigo a lunghi passi verso la sua auto, non sarei dovuta venire qui con un semi sconosciuto. Non smetterò mai di insultarmi mentalmente per questa dannata sera.
Prima che possa aprire lo sportello dell'auto, mi tira per un braccio e mi fa girare verso di lui.
"Parlami." Dice tra i denti.
"Non ho niente da dire." Cerco di disfarmi della sua presa, ma lui continua a stringere. "Toglimi le tue sporche mani di dosso!" mi ritrovo ad urlargli in faccia a tarda sera in un parco isolato.
"Ti piacevano fino a qualche minuto fa." Sputa con arroganza.
"Sei un bastardo." Dico con tanta di quella rabbia e sono sicura di avere lo stesso colore di un peperone, ma poco importa. Non avrei dovuto baciarlo, lasciarmi toccare, almeno non prima di sapere qualcosa in più che il suo nome. Riesco finalmente a liberarmi dalla sua presa, soprattutto perché l'ha allentata, così entro come un fulmine in macchina e sbatto la portiera con una violenza disumana.
Sale anche lui e iniziamo ad andare e per l'ennesima volta non so dove, adesso vorrei solamente tornarmene a casa e non uscire finché gli alieni non avranno preso il controllo del pianeta Terra.
Non lo guardo nemmeno quando sento che sta parlando, probabilmente a telefono e nel giro di dieci minuti sono di fronte casa di Laura. Esco furiosamente dal veicolo per scontrarmi con le mie due amiche e Dario, tutti e tre con un'espressione interrogativa, con la differenza che subito dopo quest'ultimo sale sulla Mercedes e noi ci avviamo in casa.
La notte passa con me che racconto dell'accaduto e loro che fanno dei commenti abbastanza pesanti su Giovanni. Come non potrebbero? Laura non ha fatto altro che scusarsi, perché tecnicamente se lei non me l'avesse presentano tutto questo non sarebbe successo, ma continuavo a dirle che sono stata io a volerlo baciare. Adele, invece, si limitava a dire "Non avresti dovuto farlo, perché adesso soffri per uno che nemmeno conosci". In realtà non stavo soffrendo, so bene cos'è la sofferenza, questa è solo rabbia. Rabbia per essere stata così avventata e per essermi lasciata trasportare in un qualcosa – non so bene cosa - così velocemente. Mi ero ripromessa che se mai fosse arrivato qualcuno dopo Cristian io sarei stata paziente e mai, e dico mai, mi sarei fatta abbindolare da parole dolci. Il punto è che qui di parole dolci non ce ne erano state e che la sola presenza di questo ragazzo così taciturno mi aveva travolta come un uragano.
Il solo pensiero mi annebbiava la mente. Forse non avrei mai smesso di pensare alla sera appena trascorsa.
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No sense
RomanceVirginia, diciassette anni, in continua lotta con se stessa e con una vita che sembra procedere tranquilla. Tutto cambierà e lei dovrà affrontare non solo i demoni del passato, ma anche quelli del presente.