Mi svegliai accoccolata su di lui. Lui mi cingeva I fianchi. Mi girai verso l'orologio.
"Cazzo sono le 7:40"
"Porca troia,ho la prima ora"
"Cazzo muoviamoci"
Mi feci una doccia imperveloce, stessa cosa fece lui. Mi vestii in mezzo secondo e alle 7:50 ero pronta. Guardai Riccardo e notai che aveva la maglia al contrario.
"Capisco che in classe mia vorremmo tutti vederti senza maglia. Ma non devi necessariamente metterti la maglia al contrario solo per spogliarti in classe"
"Ho la maglia al rovescio?"
"Si"
"Porca miseria"
"Te la tolgo io..."
"None, che se me la togli tu arriviamo alle 11 a scuola"
"Eh, che sei tu"
"Che sei tu"
Incrociai le braccia in segno di offesa.
"Muoviti"
Mi diede uno schiaffo sul sedere. Uscii di casa sua e mi infilai in macchina sua. Accese il motore e partimmo.
"Dove mi lasci"
"Eh, è questo il problema"
"Il bar è sempre affollato"
"Eh mo"
"Corro a casa e dico di aver dimenticato un libro"
"Che mente che hai"
"Modestamente"
Mi accompagnò davanti casa. Aprii la porta.
"Porca miseria ho fatto tardi, il libro di storia, il libro di storia!!"
"È sul tavolo"
"Mamma ho fatto tardi, accompagnami tu"
"Si prendo le chiavi e andiamo"
Partimmo. Arrivai con 10 minuti di ritardo. Alla prima ora avevo il mio bel professore.
"Buongiorno, scusate il ritardo"
"Dovrei farle passare l'ora fuori"
"Mi dispiace"
"Va bene. Si accomodi. Spero che non ricapiti più"
"Certo"
"Va bene. Andate a pagina 147, spieghiamo un pò"
Spiegò normalmente. Suonò la campanella e tutti uscirono. Ero sola con lui.
"Non capiterà più il ritardo"
"Beh meglio per lei signorina"
"Si, infatti"
"No, aspetta. Che non capiterà più?"
"Eh, professore me lo ha consigliato vivamente lei"
"Che ne dici se alla 4° ora, che tu hai educazione fisica ci vediamo?"
"Professore adesso sa anche il mio orario?"
"Eh, si"
"Mandami un messaggio e io scendo"
"A dopo amore"
"A dopo tesoro"Uscì dalla classe e io lo seguii con lo sguardo. Il professore di fisica entrò e io mi accomodai per seguire le lezioni.
Arrivò finalmente la 4°ora. Io andai in bagno a cambiarmi. Avevo I pantaloncini per giocare a pallavolo. Non avevo le ginocchiere perchè non dovevamo giocare una partita ufficiale.
Io avevo il cellulare in tasca per sentire il messaggio. Cominciai a giocare. Sentii che entrare qualcuno dalla porta mi girai e vidi Riccardo.
Tutte le ragazze lo squadrarono, comprese le 4 stronze che mi odiavano più che mai. Li scrissi un messaggio:
"Come ora mi seguite pure"
Lui lo lesse e sorrise. Rispose:
"Certo. Avevo l'ora di buco"
Sentii la professoressa gridare.
"Dammi il cellulare"
Ecco anche il cellulare.
Gli porsi il cellulare e la professoressa lo diede a Riccardo.
Gridò ancora.
"Facciamo la partita"
Tutte le ragazze di alzarono I pantaloncini più di quanto fosse necessario e avevano un non so che di provocante. Di tanto in tanto fissavo Riccardo che mi sorrideva complice.
Per mia grandissima sfortuna ero in squadra con le 4 stronze. Amavo batterle.
Durante un'azione una delle 4 stronze mi diede una gomitata sul naso. Caddì a terra. Mi toccai il viso e sentii che ero bagnata, guardai le mani e erano sporche di sangue. Tutte erano intorno a me. Riccardo era sopra di me che mi chiamava. Provai ad alzarmi, ci riuscii ma caddi di nuovo. Riccardo mi prese in braccio e disse:
"Questa la porto in infermeria"
"Non c'è nessuno lì"
"La medico io"
"Va bene"
Andammo in infermeria.
"Cazzo quanto sanguini"
"Ti sto sporcando?"
"La maglia da bianca è diventata rossa"
"Mi dispiace"
"Sai quanto cazzo me ne fotte della maglia"
"Mi gira la testa"
"Su, dai, siamo arrivati"
"Va bene"
Entrammo in infermeria. Mi poggiò sul lettino. Mi medicò il naso.
"Ecco, pulita e disinfettata"
"Grazie"
Mi stampò un bacio sulle labbra. Mi cercai di alzare.
"Ma perchè ho anche il pantalone rosso"
"Ehm...problemi femminili..."
"Scemo. Se avevo dei problemi femminili, come dici tu, non ero sporca alle ginocchia"
"Scusami non sono una donna"
"Fammi vedere cosa ho fatto"
Alzai il pantalone e vidi che mi sanguinavano le ginocchia.
"Le partite..."
"Come te lo disinfetto?"
"Con le mani"
"Togliti I pantaloni"
"Qui non è il caso"
"Cazzo spogliati, te la devo disinfettare"
Mi tolsi I pantaloni. Mi vergognavo.
"Ti vergogni?"
"Non mi piace il mio corpo"
"È stupendo"
"Non dire cazzate Riccardo. Sono grassa"
Tolse la garza dal mio ginocchio.
Mi buttò di spalle sul lettino. Lui si mise sopra di me.
"Non dire queste cose. Mi fai incazzare"
"È la verità"
"Se non la smetti vedi che ti faccio"
"Cosa?"
"Ricordati che hai solo le mutandine"
"Ricordati che siamo a scuola"
Si alzò da sopra di me e si avvicinò alla porta, la chiuse a chiave.
Si rimise di nuovo sopra di me.
"Siamo soli, niente pericoli"
"Uhh, ora ho proprio paura"
"Devi averne"
Si avvicinò al mio collo e cominciò a fare I suoi soliti giochetti.
"Come sei prevedibile"
"Io prevedibile, mo vedi che ti faccio"
Mi tolse la maglia in mezzo secondo. Ridevo ma mi vergognavo.
Mi diede un bacio sulla pancia. Io mi vergognavo sempre di più.
"Riccardo per favore smettila"
"Cosa?Ora hai paura"
"Riccardo"
"No, ora non ti lascio più"
"Riccardo lasciami, ti prego"
Cominciai a piangere. Lui mi lasciò subito. Mi rimisi la maglietta e I pantaloni. Cercai di alzarmi, ci riuscii, ma caddi a terra. Lui si sdraiò accanto a me.
"Peggio delle bambine delle bambine dell'asilo sono"
"Ma cosa dici amore mio"
"Mi dispiace"
"Ho esagerato scusami"
"Ma cosa"
"Mi dispiace, non avrei dovuto"
"Sono io che non mi accetto"
"E io ti costringo anche se non sei pronta"
"Non ti devi preoccupare, sono io che sono un cumolo di insicurezze"
"E io sono un animale"
"Tu metti a tacere I miei demoni"
"Se sono io il tuo demone peggiore"
"Sh, non dire più niente. Dammi parole d'amore, che solo tu sai spiegare. Scioglimi e accarezzami"
"Spingimi a superare l'inferno"
"Se siamo insieme l'inferno non conta"
"Ti sto buttando nel ciglio del baratro"
"Voglio ballare con I demoni se tu ci sei"
Cominciò a piangere.
"Non piangere amore mio, io son con te"
Rimanemmo lì incapaci di distinguere se quelle ombre eravamo noi o soltanto presenze oscure.
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Presa da te
RandomSara è una giovane ragazza di 16 anni. Si trasferisce da Palermo per venire ad abitare in un piccolo paese della Basilicata. Ma non sa che la nuova scuola le riserverà belle sorprese...