Capitolo 9

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Indietreggiai di un paio di passi, lasciando a Saiko piena libertà di movimento, ed esprimendo chiaro e tondo che io non avrei avuto alcuna voce in capitolo riguardo al combattimento che stava per avere luogo. Lei non si prese neanche la briga di girarsi: si concentrò esclusivamente sulle due donne, allargando il suo ghigno già sproporzionato rispetto alla faccia.

-Bene bene, vedo che siete riuscite quantomeno a tenere testa a Haru. Questo vuol dire che siete delle opponenti con cui vale la pena ingaggiare un duello, anche se due contro uno. - scoppiò a ridere sadicamente, -Ci sarà da divertirsi, anche se durerà ben poco. -

Provai a stabilire un contatto visivo con la mia addestratrice per cercare di comunicarle che quelle due erano avversarie anormali rispetto a dei comuni Deus, ma non ci fu nulla da fare. Quando Saiko si accaniva su un soggetto, diventava peggio di un cane che non vuole mollare l'osso, ce ne voleva per farla distrarre.

Questi pensieri futili furono più pericolosi di quello che potreste pensare: non mi accorsi infatti, che Finnian si era avvicinato da dietro, con la chiara intenzione di ferirmi il più mortalmente possibile. Dopo questo atto quasi degno di un eroe fiabesco, dovetti riconsiderare nuovamente l'opinione che avevo di quel ragazzo. Dopotutto, anche lui aveva un minimo di fegato.

Nonostante ciò, le mie riflessioni non mi impedirono di disarmarlo all'istante mettendogli un braccio dietro la schiena e rendendolo inoffensivo.

-Se ti azzardi a fare qualcosa, anche solo a starnutire, giuro che questo braccio te lo ritroverai penzolante ad un centimetro dalla faccia. Intesi? - sibilai minacciosamente, strattonando leggermente il suddetto braccio e facendo cadere sulle ginocchia un Finnian parecchio tremante. Naturalmente non gliel'avrei staccato davvero, era solo un bluff, ma se il ragazzino era così stupido da crederci, tanto meglio.

La mia attenzione poté così ritornare a Saiko, la quale aveva già ingaggiato le due "gemelle" in un combattimento quasi del tutto invisibile all'occhio umano. Addirittura, per seguire gli scambi di fendenti dovetti affidarmi agli scintillii delle lame che si incrociavano. Ci fu un solo momento i cui tutte e tre divennero visibili.

La prima ad uscire dallo stato di invisibilità fu Saiko, che dovette bloccare il fendente dall'alto della donna più mingherlina, parare con la gamba sinistra il calcio della stessa e intercettare un pugno diretto verso la sua faccia un attimo prima che le rompesse il naso. Beh, riflessi incredibili, non c'è che dire. Non potevo aspettarmi di meglio da lei.

La sorpresa poi, doveva ancora arrivare, perché Saiko si liberò dalla posizione in bilico in cui si trovava e lanciò, letteralmente, la Deus che le aveva sferrato il pugno verso di me e Finnian. Ora, mi si presentavano due scelte: potevo saltare ed evitarla, lasciando che si schiantasse contro il ragazzino, oppure potevo contrattaccare il lancio e scagliare a mia volta Finnian contro la donna. Optai per la seconda, anche perché mi ero stancato di tenere il ragazzino come ostaggio e potevo rimanere nella stessa posizione nella quale mi trovavo adesso, sprecando meno energie.

Concluso soddisfatto questi miei calcoli, attuai il piano prestabilito. I due corpi non fecero un bel rumore scontrandosi, dovevano essersi rotte un paio di ossa. Chiesi mentalmente scusa per non essere stato più accorto della rotazione con la quale avrebbero dovuto incontrarsi. Appena me ne sarebbe ricapitata l'occasione, avrei rimediato a quell'errore.

Ero sicurissimo che quei due fossero svenuti dall'impatto, pertanto rimasi scioccato quando la donna afferrò Finnian a mezz'aria, un attimo prima che questi colpisse il terreno, atterrando agilmente e senza strattonare in alcun modo il ragazzino.

Naturalmente presi subito le distanze, andandomi a posizionare nuovamente di fianco a Saiko, anche lei leggermente sconvolta, e sguainando la spada precedentemente rinfoderata. Il mio occhio cominciò a pulsare di una luce violacea, ed anche la mia arma sembrava volermi avvisare di un imminente pericolo. Non che ci fosse bisogno di dirmelo...

D'un tratto, il mio sguardo sembrò appannarsi. Non era mai successo nei precedenti allenamenti con la spada, quindi avvertii un brivido attraversarmi la schiena. Prima che me ne rendessi conto, davanti ai miei occhi non c'erano più Saiko e i Deus, ma solo il buio dell'incoscienza.

-x-

Eh?

Mi guardai intorno stupito, sebbene fossi circondato da una fitta oscurità. Dovevo per forza aver perso conoscenza, eppure percepivo chiaramente ogni singola fibra del mio corpo. Provai addirittura a muovermi, tentando di alzare un braccio fino all'altezza degli occhi, e quello rispose senza problemi, andandosi a posizionare perfettamente come se fossi ancora cosciente.

Ma cosa...

Provai a verificare ancora il mio stato di salute, eppure nulla sembrava diverso. Alla fine supposi che fossi, ipotesi assurda, dentro il mio stesso corpo, e quello che si stava muovendo non era il mio corpo ma solo la mia anima.

-Nah... Ci sei andato piuttosto vicino, ma la prima parte è completamente sbagliata! -

Sobbalzai sentendo una voce squillante e allegra rimbombare tutto intorno a me. Mi voltai freneticamente, cercando di capire da dove provenisse la voce e soprattutto, se era amica o no. Ma d'ovunque mi girassi, vedevo solo quelle inquietanti tenebre che mi accerchiavano.

-Tranquillo, non ti voglio ferire o trucidare, sono amica. Se avessi voluto farlo, saresti già morto da un bel pezzo ormai! -

Strinsi i denti, mangiandomi una rispostaccia. Che bella faccia tosta che aveva, a scherzare in un momento del genere. Avrei preferito evitare battute e frecciatine.

-Okay, okay. Certo che anche tu sei parecchio permaloso eh? Sembra che sia destinata a trattare con gente così per il resto dei miei secoli... -

Mi congelai sul posto, iniziando a sudare freddo. Secoli? Da quando in qua la vita di una persona si contava in secoli?

-Oh beh, ma io non sono una persona. Sono quella cara arma che tu hai definito "avere una bella personalità". Ovviamente penso tu lo stessi pensando in senso ironico, visto il colore e la forza delle tue parole. Devo dire che per quello mi sono offesa un po', ma d'altra parte... -

Smisi di seguirla all'inizio di quello che sembrava un lungo monologo, analizzando attentamente le informazioni ricevute sino ad ora. La voce aveva parlato di aver vissuto per secoli, e di doverne ancora vivere; la voce era di donna, ma la stessa aveva affermato di non essere umana, ma bensì un'arma; e io mi ritrovavo all'improvviso in uno spazio buio ma ancora cosciente. Quella affermava inoltre di potermi leggere nel pensiero, e di essersi offesa perché io l'avrei definita... Permalosa?

-Esatto! Penso che con il tuo bel cervellino sveglio che ti ritrovi, tu possa già aver capito chi sono... Mi sbaglio? -

Collasso dei Mondi: la Maledizione di un SaviourDove le storie prendono vita. Scoprilo ora