Quante volte vi è capitato di fare un incontro così stano da stravolgervi tutto?
Quante volte avete creduto che uno sconosciuto avrebbe potuto conoscervi meglio di quanto vi possono conoscere i vostri genitori o per lo più i vostri amici più stretti?
Quante volte vi siete fidati di qualcuno?
Quante volte avete perso questa fiducia?
E quante volte ve ne siete pentiti e avete creduto che il tempo avrebbe aggiustato tutto?
Una sola volta nella mia vita mi sono fidato ciecamente di qualcuno e quel qualcuno mi ha pugnalato alle spalle.
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Aprii il frigorifero e vedii che era completamente vuoto.Decisi allora di andare al supermercato, sapendo perfettamente che, se non lo avessi fatto io, non lo avrebbe mai fatto nessun altro.
Salutii mio padre prima di uscire e lui per tutta risposta disse "Compra altro whisky! Sta finendo!" Urlando il più possibile per farsi sentire da una stanza all'altra per poi versarsi le ultime gocce nel solito bicchiere di cristallo.
'Quanto ne avrà bevuto?' Continuavo a chiedermi camminando sempre dritto verso il supermercato più vicino.
Non faceva altro che bere da mesi.
Credeva che così facendo i suoi problemi potevano affondare nell'alcol, e purtroppo non era così, era ovvio che non era così, l'unica cosa che stava per affondare nell'alcol era il suo fegato.
Sapevo già le parole che avrebbe detto la mamma se avesse saputo che anche dopo cinque anni papà non si era ancora disintossicato del tutto, ma so anche come sarebbe andata a finire la questione.
Era triste ammetterlo, ma forse mi mancava mia madre, mi mancava mia sorella.
Non le vedevo da cinque anni e non sapevo neanche il motivo per cui non ero con loro, ma se c'era un motivo di sicuro era colpa mia.
Io avevo deciso di rimanere con lui e era compito mio stargli accanto.
Perché era il mio obbiettivo aiutarlo, ero fatto così, davo tutto senza fregarmi di ciò che mi sarebbe stato riconosciuto.
Ed ero anche consapevole del fatto che in tutto il mondo persone così si potevano contare sulle punte delle dita.
Finalmente vidii il grande cancello del supermercato, attraversai velocemente la strada per poi entrare.
C'era tantissima gente.
"Perché sono venuto proprio nel giorno sbagliato?Volevo evitare le persone non incontrarle tutte d'un colpo" sussurrai prendendo un carrello all'entrata.
Vedii Beth, Jade, Robert e Patty da lontano.
Robert era con un braccio intorno alle spalle di Patty, non stavano insieme, ma Patty era pazza di Robert, mentre lui la voleva solo portare a letto.Beth e Jade erano migliori amiche da sempre, erano così pettegole che le avrei prese a schiaffi fino a farle tacere, ma ahimè non ne ebbi mai l'occasione.
Gli oltrepassai e ringraziai il cielo che non mi abbiano fermato o molto probabilmente avevano fatto finta di non vedermi.
Ma mi interessava poco.
Se l'avevano fatto apposta tanto di cappello miei cari amicinemici, del vostro saluto me ne faccio un baffo.Passai vari settori e arrivai finalmente al famoso 'settore dell'alimentazione', quanta fantasia per chiamare un settore così.
Presi tantissime buste d'insalata e degli hamburger, passai per il reparto di macelleria e il signor Hope mi regalò tre alette di pollo.
Lo ringraziai e pensai che forse lui poteva far parte di quelle persone che davano tutto e non ricevevano nulla. E allora decisi di dargli un posto in quel piccolo gruppo.
Adesso dovevo trovare solo le altre nove persone.
Presi di velocità la frutta, riempendo quasi mezzo carrello e infine andai al bancone.
Inizii a posizionare tutte le varie cose sul fasciato che girava portando tutto alla cassa.
Porsi i soldi alla ragazza che si trovava alla cassa che mi sorrise gentilmente, cercai di sorriderle di rimando, ma fallii completamente.
Presi le numerose buste imbarazzato e lascai il carrello alla cassa.
"Perché sono venuto a piedi se avevo tante cose da comprare?" Mi domandai.
Cercai di camminare nel modo più normale possibile, ma inutilmente ero completamente storto.
Scommetto che se mi avessero fatto un video e lo avrebbero messo su YouTube, sarei diventato lo zimbello della città e volevo solo evitare altre attenzioni, soprattutto dopo tutto quello che già mi era successo.
Ero quasi giunto a casa quando girai l'angolo e andai a sbattere contro qualcuno.
«Merda»
dissi a voce bassa mentre il ragazzo biondo non faceva che scusarsi.Iniziò a raccogliere con me le varie cose sparse per terra e in poco tempo tutto era nuovamente nelle buste.
«Grazie»
Gli dissi sorridendo, lui alzò lo sguardo e lo guardai bene negli occhi.Erano blu scuro ed iniettati di sangue, avrà pianto da poco, immaginavo.
Aveva un aria così dolce che lo avrei voluto abbracciare, ma il fatto che era un semplice sconosciuto mi fermava.
«Niente è il minimo, scusami ancora... Ti serve ancora aiuto?» Chiese tirando su col naso.
«Uhm... Si, se... se puoi... dovrei portarli in casa» indicai i vari pacchi «ma se mi aiuti anche solo a portarli sulla soglia, mi faresti un grande favore»
Dissi sospirando e guardando le buste, lui senza aggiungere altro prese due buste e le portò pian piano davanti alla soglia, io feci lo stesso e mi fermai a ringraziarlo.«Di niente, davvero, tanto mi trovo anche per andare a casa... Ehm abito proprio qui di fronte, sono Niall Horan piacere»
disse porgendomi la mano e il la strinsi«Piacere Harry»
Sorrisi per poi guardarlo meglio, ci pensai due minuti e dopo collegai il tutto.«Aspetta, ma tu sei Niall.. Niall Horan che lavora al mc?»
E dopo questa mia ultima frase scoppiò a piangere.«Si, beh, sì lavoravo lì... Mi hanno licenziato oggi...»
Gli tremava la voce e io mi maledivo per averglielo ricordato.
Appoggiai una mano sulla sua spalla massaggiandola.«Scusami io non sapevo...»
Cercai di dirgli.
"Vorrei tanto sapere perché dico sempre le cose sbagliate nel momento sbagliato" pensai come sempre tra me e me.«Non ti preoccupare, era solo perché.. Ok il mio capo aveva ragione, ma se sua figlia me lo fa diventare duro non ci posso fare niente»
Disse singhiozzando e io per poco non mi misi a ridere.Dopo averlo un po' tranquillizzato, tornò a sorridere e io mi sentii subito meno in colpa.
Mi raccontò tutto e in un momento persi il filo perché il suo modo di fidarsi così tanto di uno sconosciuto mi ricordò tanto me.
Ma io forse non ero uno sconosciuto per lui. Forse ero già qualcuno.«Non ti preoccupare si aggiusterà tutto!»
Gli urlai infine quando lui già stava uscendo dal cancello.Entrai finalmente in casa con le buste e sospirai.
Vidii la bottiglia di whisky a terra frantumata e so che avrei dovuto costringerlo a pulire il tutto, ma non lo avrebbe mai fatto quindi o lavavo io o la casa avrebbe avuto quel orripilante puzza di whiskey per sempre.
Iniziai a spazzare via i vetri sperando che da un momento all'altro sarebbe ritornato a casa o avrei dovuto chiamare nuovamente Bob per andarlo a cercare.
Da quando avevo finito erano passate varie ore e non ancora tornava, mi preoccupava il fatto che se ne era andato ubriaco a vagare per la città, ma cercavo di tranquillizzarmi pensando a quante volte era già successo.
Sentii bussare alla porta, il tempo di arrivare all'entrata che la porta si spalancò senza che io abbia toccato la maniglia.
Zayn, il mio vicino, entrò portando a peso morto mio padre, che continuava a dire cose senza senso.
«Harry, figliolo mio, perché sei ancora sveglio?»
Mi chiese mio padre mentre io lo facevo appoggiare alla mia spalla portandolo sul divano.«Grazie mille»
Dissi al mio vicino e lui mi sorrise semplicemente senza aggiungere altro.
Lo accompagnai al cancello.«Non smetterò mai di ringraziarti per tutte le volte che lo hai aiutato, grazie davvero»
Dissi per la millesima volta, sorridendo al moro.«Harry, non ti preoccupare, sai che puoi contare sempre su di me, ma cerca di tenerlo a bada perché se lo vede la polizia ridotto così...»
Annuii, perché non potevo dargli torto, aveva ragione, ma alcune volte non ero capace di badare a me stesso, figuriamoci se potevo badare a mio padre."Dovrebbe essere il contrario"
Pensai tra me e me.Salutai Zayn che ormai era fuori dal cancello e rientrai in casa.
Sospirai e vidi mio padre che mi chiamava dal divano, mi avvicinai e mi accorsi che cercava di dirmi qualcosa che io non capivo.
«H...Hannah ho vist..»
Girò la testa e vomitò sul divano, feci finta di non aver sentito ciò che mi aveva detto.Era più volte che me lo diceva, ma io non ci credevo.
Feci alzare mio padre dal divano e lo portai nella sua camera, l'indomani sarebbe stata una lunga giornata per lui siccome doveva ritornare a lavoro... O lo avrebbero licenziato.
Andai a pulire e dopo aver spazzato anche un po' a terra riuscii finalmente a respirare aria più pulita, entrai in camera e chiusi a chiave.
Mi svestii e entrai nel letto, l'indomani non solo per mio padre sarebbe stata una lunga giornata.