Capitolo 5.

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Harry era in piedi lì, sembrando uguale a quando l'avevo visto l'ultima volta ma anche diverso. I suoi capelli erano cresciuti molto mentre era in guerra e il suo corpo sembrava sporco, indossava ancora una grande uniforme militare. Aveva dei tagli e lividi sul viso ed era in piedi lì guardandomi debole e vulnerabile. Il mio cuore affondò un po' per come la sua, una volta, forte apparenza sembra essere scomparsa.

Mi affrettai verso di lui e avvolsi le mie braccia intorno al suo corpo, non curandomene di chi potesse vederci e cosa avrebbero potuto pensare. Il suo corpo tremò rapidamente sotto al mio tocco e non rispose alle mie azioni nel modo in cui avevo sperato. Non mi stava accogliendo a braccia aperte come avevo fatto io con lui.

"Harry, stai tremando. Hai freddo?" chiesi, ansiosa che mi mostrasse qualche sorta di emozione e non avrebbe evitato di farlo.

"Lillian." disse in un sospiro mentre ignorava la mia domanda precedente.

Guardai cauta intorno a me e potei vedere da lontano la porta dell'alloggio della Madre aperta.

"Harry, dai. Andiamo." istruii e lui esitò a muoversi ma presto seguì il mio comando.

"Dove stiamo andando?" chiese timidamente con la voce che era a malapena un sussurro. Perchè si comportava così?

"Lontano dagli altri così possiamo parlare oppurtunatamente."

"Cosa c'è da dire?" balbettò. Provai ad ignorare il suo commento offensivo mentre continuavo a camminare e lui mi seguiva dietro nonostante il modo in cui si stava comportando e mi stava parlando.

Mi fermai quando raggiungemmo il retro dell'accampamento dell'ospedale e ci sedemmo dietro i mucchi di lino che aspettavano di essere lavati nei secchi lì vicino. Era tutto in silenzio mentre pensavo a cosa potevo dire. Ma per mia sorpresa fu Harry a parlare per primo.

"Perchè sei qui?"

"Sono una volontariata, naturalmente." risposi, indicando il mio abito da infermiera.

Mi girai per guardarlo e stava ancora tremando violentemente, non sembrava freddo comunque, nonostante precedentemente avessi pensato fosse quella la ragione.

Mi mossi leggermente così che gli fossi più vicina e ora fossi davanti a lui.

"Ho le tue lettere." provai ad iniziare la conversazione e lui annuì semplicemente, mantenendo lo sguardo sull'erba su cui eravamo poggiati.

Improvvisamente, notai la benda che gli avvolgeva la parte superiore del braccio. Sembrava che il sangue stesse filtrando attraverso di essa e doveva essere cambiata.

"Harry, hai bisogno di cambiare la benda, da quanto sei fuori dal letto?" lui scrollò le spalle in risposta e potei sentire me stessa diventare sempre più frustrata e anche triste per il suo atteggiamento.

"Andiamo, dobbiamo tornare alal tua tenda Harry. Qualcuno deve cambiare questa." istruii e lui improvvisamente si alzò, fissandomi.

"No." alzò la voce. "Non farlo, per favore. No." mi pregò prima di iniziare a camminare avanti e indietro, sussurrandosi qualcosa che non riuscii a decifrare.

Lo seguii quando mi alzai e mi misi davanti a lui, posando la mia mano sulla sua spalla mentre mi dava la schiena.

"Harry, cosa c'è ch-" iniziai a chiedere, ma lui mi allontanò, togliendosi la mia mano dalla spalla e poi procedette nel camminare avanti e indietro come prima. Era fuori di sé, isterico e non avevo idea di come calmarlo.

Dopo un po' di tempo a essere stata in piedi e averlo guardato, ad aver pensato come aiutarlo, lui cadde a terra e rotolò. Corsi verso di lui e mi inginocchiai al suo fianco, provando a fermare i suoi movimenti.

1914.-H.S. (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora