10.

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«Sto sanguinando, aiutami!»
Gridò la ragazza in disperazione uscendo dalla cabina della doccia, senza dar importanza al fatto di essere nuda. Si gettò addosso ad Allan in lacrime, e lui sia confuso che spaventato dall'isteria della ragazza, si pulì con l'asciugamano i residui della schiuma da barba sul mento e le guance.

«Fallo smettere per favore!»

Meredith pensò subito che la colazione che gli aveva preparato era stata avvelenata, così furibonda e terrorizzata dall'idea di morire, lo affrontò con le parole «Mi hai avvelenata! Portami al pronto soccorso o morirò!»
L'uomo portò gli occhi verso le cosce striate di scie rosse della giovane, e fu allora che capì ciò che cosa stava succedendo «Meredith, ascoltami»
La ragazza gli mostrò il sangue sulla punta delle dita e gli pregò di essere aiutata «Aiutami ti prego...» si piegò sulle ginocchia e iniziò a supplicarlo in lacrime.

«Meredith è tutto normale» disse lui guardandola in faccia, e lei disperata e ormai rassegnata al fatto che avesse ingerito del veleno, annuì per assecondarlo, senza veramente aver capito a cosa si stesse riferendo. «Hai le mestruazioni ed è normale per una femmina» Meredith restò in silenzio a singhiozzare, chiedendosi cosa mai fosse quella nuova parola da lui appena pronunciata per spiegare il sanguinamento «Stai semplicemente crescendo» disse accarezzandole il viso e guardandola in volto sorridendo «Stai diventando una donna, la mia Meredith sta diventando grande...» Meredith lo guardò smarrita continuando a porsi mille domande riguardo le parole che Allan stava dicendo, quel discorso le era così estraneo e nuovo e ancora non capiva perché stesse perdendo sangue.

«Andiamo» dolcemente Allan la prese in braccio e esciurono dal bagno, la portò nella sua cameretta al piano di sotto dove una volta messa sul letto l'avvolse nella coperta «Senti, adesso io esco un attimo» disse, Ma lei subito lo prese per la manica e gli pregò di non lasciarla «No non puoi lasciarmi qui, resta ho paura di perdere altro sangue.» «Vado un attimo al supermercato tornerò subitissimo promesso, tu però resta qui ad aspettarmi okay?» «O-okay» «Arrivo subito.» Le diede un bacio sulla fronte e se ne andò via chiudendo come ogni volta la porta, alla bambina non rimase che attendere il suo ritorno con ansia e pazienza.

Il tempo scorreve come la mia pazienza della bambina che vedeva il ritorno di Allan irraggiungibile all'orario, teneva le cosce unite tra esse per prevenire altra fuori uscita di sangue.
Dopo una lunga attesa finalmente Allan fece ritorno nella stanza, Meredith contenta di non essere più sola, scese dal letto e gli venne in contro per curiosare cosa mai ci fosse nel sacchetto della spesa che reggeva. «Che cosa hai comprato?» domandò interessata «Adesso vedrai» le rispose, e capovolse il sacchetto facendo cadere ciò che ne era all'interno «Cosa sono?» chiese Meredith chinansi e prendendo in mano uno dei tre pacchetti viola che aveva fatto rovesciare.
La memoria le diceva che li aveva già visti nel bagno di casa sua nel cassetto della mamma, e spesso apparivano in televisione come sottili pannolini indicati solamente per femmine grandi. Si era sempre domandata cosa fossero e sua madre le aveva detto che un giorno glielo avrebbe spiegato.

«Questi Meredith, sono assorbenti, e ti serviranno ogni volta che perderai sangue»

La piccola aprì la busta, tirò fuori uno degli assorbenti e lo guardò ancora ignara sulla loro funzione.

«Come si usano?» chiese aprendolo e studiandolo con lo sguardo e il tatto, l'uomo la guardò e sospirò, poi si sedettero entrambi sul letto e lui le disse.

«Adesso ti spiego»








Sette mesi dopo...

seVen YearsWhere stories live. Discover now