Capitolo 17

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Marty
-Basta!- dissi digrignando i denti,togliendomi quelle sudicie mani di dosso.
Eravamo in una specie di angusto ufficio,con Justin,Mark e i membri della sua banda.
Justin si divertiva a stuzzicarmi,mentre gli altri mi trattavano più come un cane.
Non sapevo come stavano Newt,Minho,e gli altri.
Ero preoccupata soprattutto per Chuck,e per Emma.
Era onnipresente nella mia mente,speravo non stesse patendo quello che stavo patendo io in quel momento.
-Quindi direi di usare Martina come esca.-
Mi riscossi:-cosa?-
-nessuno ti ha interpellato,tesoro.- Justin mi accarezzó i capelli,per poi tirarli leggermente.
Mi trattenni dal tirargli un calcio sui denti.
Mi rimisi zitta e composta,ascoltando attentamente:-dicevo,usiamo Martina come esca,va dentro alla struttura,ci da le coordinate ed entriamo. Semplice e pulito. Magari riesce anche a disattivare qualche porta sigillata,sempre che la sua intelligenza glielo permetta.-
Tutti si misero a ridere mentre rimanevo seria al mio posto.
-un cane ammaestrato.- commentó uno;altre risate.
Le lacrime cominciarono a pungermi gli occhi,minacciandoli di uscire:-oh povera,ora piange. Magari è meglio ricordarle cosa succede se non accetta tutto quello che vogliamo.-
Il capo,chiamato Boss dal gruppo,non più di un trentenne dagli occhi verdi,fece cenno a Mark di far entrare Newt. Aveva un occhio tumefatto,violaceo,ed era messo veramente male.
Mi morsi il labbro dove la ferita era ancora aperta,e lo morsi fino a farla risanguinare.
Justin con il polpastrello asciugó la lacrima di sangue,mentre una lacrima trasparente scendeva sul mio volto.
Questo fece gemere Newt,che tentava ancora di difendermi,mentre quello difeso doveva essere lui.
Lo riportarono indietro,mentre si rimisero a discutere sul piano da fare una volta all'interno della C.A.T.T.I.V.O.
Misero fuori dalla porta solo me e Mark,che non potevamo ascoltare.
Mark era il più giovane,sui venti anni,con i capelli rossi.
Si mise a guardarmi di soppiatto,poi sussurró:-una ragazza. Bionda.-
Il mio cuore ebbe un colpo:-cosa?- lo guardai dritto negli occhi.
-una ragazza. È nascosta nei sotterranei. È arrivata stamattina prestissimo,era messa male. Voleva entrare di soppiatto ma non ce l'avrebbe fatta. L'ho aiutata,io vi ammiro,ne avete passate tante.-
Rimasi zitta ad ascoltarlo,lui continuó:-la aiutai a nascondersi. Vuole raggrupparvi per poi scappare. Voglio aiutarvi.-
Sembrava molto convinto:-come possiamo fidarci di te? E poi...- mi prese,sbattendomi al muro:-voglio andarmene da qui,chiaro? Son tutti completamente pazzi qui. -
Annuii,e lui mi lasció.
-Bene. Ehm.- si fermó,guardando la mia faccia sconvolta.
-Lascio le vostre stanze aperte. Appena busso,aspettate cento secondi e poi uscite e andate nei sotterranei. Io prendo il più possibile.-
Se ne andó,lasciandomi da sola.




Sentii bussare alla porta.
Contai cento secondi e aprii lentamente la porta.
Mi ritrovai davanti Thomas e Minho.
-MARTY!- sussurrarono,mentre mi slanciai per abbracciarli.
-tutto okay,sto bene.-risposi vedendoli preoccupati.
-ti hanno toccata?- Gli occhi di Minho scintillarono,desiderava vendetta.
Abbassai lo sguardo.
-ci penseremo dopo,andiamo.- corremmo verso i sotterranei.
Ci ritrovammo davanti Mark,che aprì la porta: Emma era in piedi,accanto ad un tavolo. Sia io che Thomas,davanti al gruppo ormai riunito,la guardammo con le lacrime agli occhi. Il suo viso era l'insieme delle sofferenze che aveva vissuto.

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