-Papà non arriva a casa prima delle dieci mi ha detto- dice Ashton entrando in casa
-Sì lo so, ha una cena di lavoro se non ricordo male...- rispondo salendo le scale che vanno in camera
-Già...quando mi fai vedere i tatuaggi?- Ashton rimane alla base delle scale invece.
-Mi cambio e scendo-
-Quindi adesso?- chiede non avendo capito
-Sì...- entro in camera e mi tolgo le scarpe. Prendo un paio di pantaloncini e una canottiera, li indosso e scalza torno al piano di sotto.
-Eccoli...- dico entrando in sala, dove Ashton è ranicchiato sul divano a guardarsi la tv.
-Fighi!!- esclama alzandosi e avvicinandosi.
Li osserva quasi tutti, è mi fa sentire come un quadro in un museo.
-Pensi che ti ci voglia ancora molto?!- chiedo
-No...scusa, è che sono troppo belli. E poi sono ben fatti...- commenta
-Sapessi quanto ci ho speso!-
-Te ne sei pentita?!- chiede curioso mentre ci sediamo sul divano
-No, pentita no- ci penso su un momento -Magari all'inizio si. Poi papà mi ha fatto cambiare idea con i suoi discorsi-
-Me ne voglio fare uno anche io!- dice toccando un disegno intricato che ho sul braccio
-Se vuoi ti accompagno...- dico spostando lo sguardo sulla tv.
-Certo! Andiamo domani?- propone
-Quanta fretta!-
-O lo faccio ora, o non lo faccio più. Poi mi vengono mille dubbi...-spiega lui
-Mi sa che in qualcosa siamo fratelli...- mormoro e lui scoppia a ridere.
Sulla televisione c'è un programma di automobili, e tra le tante che passano se ne vede una uguale alla mia.
-La mia macchina?!- chiedo ad Ashton dopo essermi ricordata che la mia stamattina non andava
-Papà l'ha fatta portare via. Penso che domani sapranno dire qualcosa...-
-Domani?! E io a scuola come ci vado?-
-Se vuoi ti presto la mia!-
-È tu come fai senza?- chiedo
-Non ti preoccupare, tanto vado con papà...mi fa strano dire quella parola!-
-Quale?-
-Papà, per 24 anni non l'ho mai detto. E improvvisamente trovarsi a ripeterlo costantemente, sembra quasi un sogno...-
-Ti capisco...- passiamo il resto della serata a parlare e a guardarci la tv.
Alle dieci emessa circa papà rientra e si viene a sedere con noi.
-Com'è andata?- mi chiede rivolto a me
-Bene...a te?-
-Solito...-alza le spalle e continua ad osservarmi
-Che ho?- chiedo toccandomi il viso con una mano
-Ma sei sicura di stare bene?- chide con una faccia preoccupata
-Sì perché?-
-Sei pallida...- continua ad osservarmi
-E hai le occhiaie...- aggiunge Ashton
-Un giorno di questi andiamo a fare qualche esame va bene?- dice mio padre
-Non c'è bisogno papà...- protesto. Io odio gli ospedali e il dottore. Sono una razza bastarda. Gli aghi, il sangue le ferite...non mi creano nessun problema, ma i dottori, con il loro modo di fare autoritario e quel cavolo di camice bianco odioso che gli svolazza intorno alle gambe come fosse un mantello, loro proprio non mi vanno giù!
-Invece andiamo, non fare storie- si alza dal divano e ci osserva -Io non so voi, ma sono stanco e me ne vado a dormire. Ci si vede domani mattina...buonanotte!- Mi da un bacio sulla fronte a me e una pacca sulla spalla ad Ashton prima di uscire dalla stanza e salire al piano superiore.
-Forse è meglio se ci vai anche tu...- dice mio fratello
-Effettivamente sono stanca..- dico stiracchiandomi e facendo scrocchiare la schiena.
-Mio dio che senso!!- Ash fa una faccia schifata
-Non ti piace sentire questo rumore?- chiedo mentre faccio scocchiare le dita delle mani
-No!! Non lo fare mai più!- si tappa le orecchie con le mani
-Altrimenti?!- lo guardo con un sorrisino di sfida
-Troverò il tuo punto debole e ti tortureró!- non ci vuole molto per trovarlo, anzi trovarli. A me fanno lo stesso effetto le unghie sulla lavagna o sul muro, ma il peggio è il pulistirolo, mi sento sempre salire i brividi su per la schiena, e mi metto le mani sulle orecchie. È terribile!
-Provaci, tanto non lo scoprirai mai!- mi alzo decisa..
-Oh contaci!!-
-Notte fratello!- lo abbraccio ed esco dalla sala diretta in camera mia. Faccio le scale di corsa, e quando arrivo alla porta della mia stanza sono assalita da un improvviso capogiro. A fatica raggiungo il letto e mi ci butto sopra a peso morto. Ho il fiatone e sto sudando freddo.
-Tutto bene?- mi chiede Ash
-No...- rispondo affannata
-Che succede?- sento i suoi passi che si avvicinano e poi compare nella mia visuale.
-Non mi sento bene...- mi sta venendo anche da vomitare.
-Vado a chiamare papà..- Ashton si alza dal letto e fa per uscire
-No, per favore. Lascialo dormire...-
-Sei più importante tu!- dice primari uscire dalla stanza e lasciarmi li sola.
Mi sistemo meglio sul fianco e aspetto che torni. Mi sento tutta sudata e nauseata.
-Che hai?- mio padre compare a dorso nudo e con un paio di pantaloni del pigiama.
-Che hai?- fa appena in tempo a finire la domanda che con un conato rigetto parte della cena sul mio bel copriletto.
-Cazzo!!- sento esclamare da mio padre. Poi due braccia mi sollevano e mi portano in bagno posizionandomi davanti al water.
-Raggruppa le lenzuola e portale nella doccia!- ordina mio padre da dietro di me
-Ma fino ad un momento fa stava bene. Perché una cosa così improvvisa?- sento la voce di Ashton provenire dalla mia camera. Io sono con la testa posata sul braccio, che a sua volta è sulla tazza del water.
Non ho proprio la forza di tenerla su, e poi sto cercando di trattenere la nausea. Non passa molto che vomito ancora, e mio padre mi sta sempre a fianco. Quando la nausea si è placata mio padre si fa portare una maglietta e dei pantaloncini da mio fratello e nel frattempo fa per togliermi la maglietta.
-No papà...- gli mando via le mani
-Ella, non fare la bambina! Sono tuo padre, non uno sconosciuto che passa per strada. Quindi fatti aiutare a cambiarti-
Non oppongono più resistenza, non ne ho le forze. Mi lascio cambiare i vestiti da mio padre e da mio fratello. Non ho neanche la forza di arrossire e sentirmi imbarazzata. Poi mio padre mi tiene su e mi fa lavare i denti.
Quando ho finito, mi pende in braccio un altra volta e mi porta fuori dalla mia stanza. -Dove andiamo?- chiedo piano
-Dormi in camera mia- risponde deciso mio padre.Mi posa nel suo letto e va a prendere una salvietta in bagno. Mi passa il viso, le gambe e le braccia. La mette sul suo comodino e si stende dalla sua parte.
-Va un po' meglio?- Dal tono di voce capisco che è preoccupato. Faccio cenno di sì con la testa mentre mi sistemo meglio nel letto.
In quel momento mi ricordo che probabilmente Joshua sta aspettando che lo chiamo, ma prima che me ne renda conto a pieno mi addormento.
Quando la mattina dopo mi sveglio, mio padre non c'è più nel letto. Io sto bene, il giramento di testa è passato, e così anche la debolezza. Ma la nausea è rimasta, non forte come la sera prima, ma si fa ancora sentire. Mi alzo e vado in silenzio in camera mia.
Sposto il copriletto e le lenzuola in un angolo del bagno, mi faccio una doccia e poi mi preparo e scendo
-Che ci fai già in piedi?- mi chiede mio padre come entro in cucina-Devo andare a scuola...ho una prova d'esame oggi. Non posso perderla- ribatto
-Non se ne parla...-
-Dai papà! Sto bene...probabilmente mi è rimasta pesante la cena...- prendo un succo dal frigo e mi metto a berlo, sperando che non faccia a pugni con il mio stomaco già sottosopra.
-Se sto male ancora mi vieni a prendere. Anzi mi porti tu e mi vieni anche a riprendere per sicurezza-
Non è per niente convinto, ma alla fine cede -Va bene, ma se non ti senti bene vai in infermeria e mi fai chiamare. Chiaro?-
-Cristallino!!- finisco il succo e torno in camera a finire di prepararmi. Durante il viaggio a scuola mando un messaggio a Joshua in cui gli spiego perché ieri non gli ho risposto alle sue cinque chiamate. La mattina la passo tranquilla andando da una classe all'altra e rispondendo ai pressanti messaggi di mio padre. All'ultima ora, come entriamo tutti in palestra per la lezione di educazione fisica il prof ci dice di fare cinque giri di campo. Così tutta la classe incomincia a fare una corretta leggera. Da subito sento che la nausea si fa sempre più forte ad ogni passo che faccio. Cerco di tenere duro, ma quando incomincia a girarmi la testa sono costretta a fermarmi in mezzo al campo
-Che succede Hall?! Muovi il culo e torna a correre!!-
-Non credo di riuscirci....- rispondo prima di crollare a terra senza forze come la sera precedente. Subito il prof mi fa accompagnare da un ragazzo in infermeria. Mi posa su un lettino e poi va a chiamare l'infermiera
-Puoi tornare in classe ora- dice lei una volta entrata. Mi misura la pressione e mi aiuta riprendermi.
-Mi dai il numero di qualcuno che ti mando a casa?- mi dice dopo un po'.
Le do il numero di mio padre e lei esce dallo stanzino e va a chiamarlo. Poi torna da me e mi fa alzare per accompagnarmi a prendere la mia roba nello spogliatoio. Dieci minuti dopo mio padre arriva di corsa in infermeria. Entra e si mette le mani sui fianchi. -Niente scuola domani! Ti porto dal dottore. E non si discute!- mi prende la borsa e va in segreteria a firmare il permesso d'uscita anticipata. Non posso fare altro che seguirlo.