11- sorry

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Ero appena ritornata nella mia stanza quando mi ritrovai davanti un Draco furioso. Più che furioso ribollente di rabbia come una pentola a pressione pronta ad esplodere.
"Oggi stavo passeggiando per i corridoi con Tiger e Goyle quando sento Sfregiato e Lenticchia parlare di te. In poche parole pensano che tu sia passata dalla parte Oscura perché non ti fai vedere il braccio sinistro. Quando supponevi di dirmelo Rosier?!?!?!?!?" Urlò stringendo i pugni.
"Dovevo parlartene si." Dissi calma. Questa volta avevo sbagliato io. Ero in grave pericolo e non gli avevo riferito niente.
"Scusami. Comunque te lo avrei riferito uno di questi giorni. Ed ecco perché mi metto il fondotinta babbano sulla pelle." Continuai sbuffando e alla fine abbassai di poco il capo, lo guardai con la poca visibilità che avevo.
Lui si calmò subito. Si vide dal suo atteggiamento, rilassò i pugni e e si avvicinò a me. 
Mise due dita sotto il mento e tirò su la mia testa costringendomi a fissarlo negli occhi.
La distanza fra i nostri volti era infima. Fece mezzo sorriso e sussurò.
"Mi hai fatto preoccupare. Sai che la nostra missione non è una stupidaggine." 
Annuii.
"Anche se tempo fa avevi detto che tutto era una stupidaggine?" Chiesi ironica.
"Tutto può cambiare, chiunque può cambiare. Persino un Malfoy." Sussurrò con un sorriso ammaliatore stampato in faccia.

Che carino...

Mi allontanai dopo essermi accorta di avere le guance che avrebbero potuto cuocere un filetto di manzo in cinque minuti.
Lui rise. Una risata pura e cristallina, da volerla sentire per il resto della tua vita.

Qualcosa mi fece sobbalzare e deviare i miei pensieri riguardo al biondo. Era il temporale ed io ero terrorizzata dai temporali.

Il mio patrigno quando ero piccola mi portava con lui a cacciare. Una volta uscimmo in piena notte, non sapevo quello che stava succedendo ma mi ricordai solo la sua frase: "Resterai sbalordita piccola Beres."
Poco più avanti un fulmine squarciò il cielo facendo bruciare l'albero davanti a noi. Uscimmo salvi dall'incendio, ma io portai questa paura fino ad adesso.

"Paura dei temporali?" Disse Draco che era alle mie spalle.
Annuii fissando la finestra.
"Stanotte dormi con me, va bene?" Annunciò. Sgranai gli occhi e mi girai sobbalzando quando un'altro tuono urlò nel cielo.
"No. Non se ne parla." Risposi stringendo i pugni per l'auto controllo.
Fece spallucce.
"Va bene, quando ne hai bisogno vieni da me." Disse cominciando a spogliarsi e restando a petto nudo. Poi si infilò sotto le coperte del letto e chiuse gli occhi.

Respirai profondamente e andai in bagno a lavarmi i denti. Sobbalzavo continuamente e avevo il cuore che scoppiava.
Mi misi una vecchia maglietta e uscii dal bagno infilandomi velocemente sotto le coperte.
Avevo gli occhi spalancati e tremavo dalla paura. Un altro lampo illuminò il cielo e lo vidi vicino al nostro dormitorio. Chiusi gli occhi strizzandoli e cominciai a far tremare i denti.
Un tuono vicino a noi strillò facendo squarciare il lampo in cielo.

Mi alzai dal letto e velocemente alzai le coperte di Draco.
Mi infilai dentro e cercai di chiudere gli occhi. Il suo profumo invase le mie narici: era così buono.
Sentii un braccio avvolgermi e stringermi a sè.
"Adesso si che ti servo." Sussurrò all'orecchio con voce roca e impastata. Ruotai gli occhi e sorrisi.
"Buonanotte piccola Berenice." Sussurrò ancora baciando i miei capelli.
" 'Notte Draco." Borbottai.

* * *

Draco stava tastando la parte di letto che avevo occupato per l'intera notte.
"Dov'è?" Si chiese da solo. Aveva ancora gli occhi chiusi e io lo stavo guardando divertita seduta a gambe incrociate sul mio letto.
"Giorno." Dissi ridendo.
Lui aprì gli occhi a forza e mi guardò sorridente.
"Mi sarebbe piaciuto svegliarti piccola Berenice." disse ributtandosi sul letto.
"Sono una ragazza mattiniera non posso farci niente." Feci spallucce e mi alzai avvicinandomi al suo letto.
"Sveglia biondo!" Urlai alzando le coperte e buttandole ai piedi del letto.
Lui prontamente si alzò e mi guardò torvo.
"Mai farlo a me, Rosier."poi mi prese di peso, mi buttò sul letto e rise.
"Vendetta." Esclamò incrociando le braccia.
Mi alzai e mi avvicinai alla porta della stanza.
"Ah scusa siamo in ritardo di 15 minuti." dissi e poi sgattaiolai fuori dal dormitorio ridendo.

***

Biblioteca. La Biblioteca non era mai stata così silenziosa. Hermione stamattina mi aveva chiesto di incontrarci là per parlare di una cosa seria.
Ed io adesso stavo camminando avanti ed indietro aspettando la mora per la discussione. La vidi entrare tenendo gli occhi per terra e stringendo il suo libro di Rune Antiche sotto il braccio.
Si sedette è appena si accorse di me fece cenno di avvicinarmi.
Mi sedetti di fronte a lei.
E la ragazza trasfigurò dal nulla tre tazze contenenti diversi liquidi.
"Bevine una ti sentirai meglio." Disse indicandone una per una.
"Ma io non-" venni interrotta da un piccolo urlo di rabbia proveniente dalle sue labbra. Poi si calmò.
"Fidati della tua migliore amica: The, Succo di Zucca o Caffè?" Chiese stringendo i pugni.
C'era qualcosa che non andava. C'era qualcosa che non andava in lei.
Decisi di trascinare la tazza di The verso di me.
Il mio subconscio mi avvertì.
Non berla Berenice. Fai finta di berla.

Gli occhi nocciola di Hermione viaggiavano veloci su di me. Stava aspettando che io ne bevessi un sorso.
Veritaserum?
Era questa la domanda che il mio piccolo amico si era fatto.
Così lentamente appoggiai le labbra sul bordo della tazza di ceramica bianca e feci finta di berla bagnandomi solo l'esterno delle labbra.

La ragazza davanti a me sospiró.
"Okay adesso che hai bevuto e ti sei rilassata. Ti posso fare una domanda?" Chiese giocherellando con la sua bacchetta.
Annuii.
"Sai Ron e Harry si stanno ponendo molte domande riguardo a te. E quindi mi hanno costretto a chiederti questa semplice domanda. E so che non mi mentirai perché tu sei la mia migliore amica." Continuò guardando le sua mani.

"Sei una Mangiamorte?" Sussurrò quella domanda come se fosse proibita.
Era il Veritaserum. Il mio subconscio si rispose da solo.
Negai e le dissi che era veramente insulso chiedere una cosa del genere ad una come me.
"E perché non mi fai vedere il braccio sinistro?"
Disse mentre mi prese con forza il braccio sinistro.

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