Fleur, tu es plus ici?

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  Traffitto un'ulteriore volta da un pugnale, con tanto di veleno sulla punta della lama, il quale lentamente s'irradia per tutto il corpo.
E' sempre bello leggere di come la ragazza per la quale hai una cotta ti scriva con gli occhi brillanti di una ragazza bellissima vista qualche ora fa e per la quale sembra si stia invaghendo per come ne parla.
Se mai qualcuno avrà bisogno di me, mi troverà in un angolino buio della mia mente, con una luce pendente da un soffitto immaginario, forse anche inesistente, che, ad intermittenza, illumina il piccolo posticino dove staglia una figura d'un ragazzino. 
Sporco, dagli abiti strappati.
Ai suoi piedi vi è un libro di poesie appartenenti al poeta maledetto Charles Baudelaire ed un libro di racconti dell'orrore di Edgar Allan Poe. 
Da qualche parte, in un posto labirintico della sua mente, scappa da morte certa un piccolo prezioso, rappresentante ciò che lui credeva dopo anni ed anni ed anni di solitudine, bugie e sofferenza.
Ma ogni giorno viene messo da parte, lui assieme al prezioso, calpestati brutalmente e feriti, senza poter mostrare le loro lacrime, costretti a sorridere o a rispondere con rabbia velenosa, così dal tenere tutti alla larga. 
Oh, altre parole giungono in questo luogo remoto ed avvolto dalle tenebre: amore platonico e quant'altro.
Oh.
Il petto, è stretto in una morda glaciale, il respiro si fa letteralmente più corto, sembra quasi mancare.
Fleur. 
Lo eri.
Eri un piccolo fiore colorato che si distingueva in mezzo a questo creato.
La mia mera figura dovrà rimanere tale e solitaria.
Abbraccio Baudelaire, al quale vengo sempre accostato e tra i piaceri della vita, donne di strada ed alcol, la mia suddetta andrà smarrita.  

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