Un dolore pulsa nella mia testa, ed è quasi insopportabile. Non so dove sono di preciso, ma so come ci sono arrivata e perché: Michael, nel vano tentativo di fare un torto a Louis. Povero illuso, se pensa che Louis ne risentirà per la mia assenza si sbaglia di grosso.
Cerco di mettere insieme i ricordi per dare una logica conclusione a ciò che è successo.
Michael stava entrando quando sono corsa fuori dalla festa intenta a tornare a casa. Ricordo solo lui che si avvicina, un fazzoletto da un forte odore e i suoi occhi chiari deridermi, prima che potessi perdere i sensi.Sono seduta e qualcosa mi tiene i polsi fermi ai braccioli di una scomoda sedia, una corda credo. Non indosso le scarpe. Tengo gli occhi chiusi, mentre sento nitidamente qualcuno parlare.
" Per quel che mi riguarda puoi anche rasarle a zero i capelli quando si sveglia, ma fino a quel momento è meglio che tu vada ad aiutare Logan. " mormora una voce maschile che non riconosco. Rabbrividisco a quelle parole.
" E se Louis la trovasse mentre non ci sono? " domanda qualcuno. Lo riconosco, è Michael.
" Non penserà mai al suo stupido vecchio nascondiglio, con tutti i posti in cui potremmo averla portata. " ride l'uomo che non conosco. Dal tono della sua voce suppongo che sia il capo di quell'idiota di Michael.
" Va con Logan e occupati di tenere impegnato Nick, mentre lui si occupa di Wendy. Una volta finito puoi tornare qui e divertirti con lei. " ordina l'uomo.
" Il giusto modo di dare il bentornato a Louis. " sghignazza Michael e l'uomo lo segue a ruota.
Rabbrividisco. Il loro modo così leggero nel parlare di farci del male per vendetta nei confronti di Louis mi da il voltastomaco. Devono essere queste le persone dalle quali Wendy e John cercano di proteggermi, anche se ora è la mia migliore amica ad avere bisogno di aiuto. Devo trovare un modo per avvisarla dell'arrivo di questi idioti prima che facciano del male a lei o a Nick.
" Si pentirà amaramente di essere tornato. " ridono prima che il forte rumore dei loro passi inizi ad affievolirsi e una porta sbatta molto forte.
Aspetto qualche istante per avere la sicurezza che se ne siano andati, prima di aprire gli occhi e sollevare il viso. Una forte e fredda luce quasi mi acceca. Proviene da una sola lampadina dondolante dal soffitto. Sono seduta in mezzo al nulla in una stanza dalle pareti e il soffitto bruciati e completamente vuota, se non per un sudicio materasso buttato oltre le mie spalle, che intravedo solo con la coda dell'occhio e un'altra sedia in legno marcio come quella in cui sono seduta. Mi sembra di essere davvero in uno stupido film d'azione, dove interpreto la poveretta che verrà uccisa per rivendicare una guerra col protagonista. Devo trovare il modo di avvisare Wendy del loro arrivo e di farle sapere che sono qui affinché mi vengano a prendere.
Ho paura lo ammetto, è normale averla. Sono appena stata rapita per colpa della mia curiosità. Come ho potuto avvicinarmi a una persona così malata come Michael per avere informazioni su Louis? Detta così mi fa sentire pazza, forse lo sono. Mi guardo intorno cercando stupidamente un modo di liberarmi, ma ovviamente non c'è nulla.
Poi lo vedo, il mio telefono, ancora nella tasca anteriore destra dei jeans.
Prendo un profondo respiro e cerco di mantenere la calma. Ho paura che se mi scoprissero potrebbero farmi del male, o peggio uccidermi, ma se resto ferma qui ad aspettare senza fare nulla posso davvero considerarmi già morta. Non è la prima volta che mi trovo in una situazione simile, devo provare a mantenere la calma, ma allo stesso tempo devo muovermi in fretta.Faccio qualche respiro profondo, poi sollevo i fianchi più che posso e mi sbilancio verso la mano destra affinché con le dita possa spingere dall'esterno il cellulare fuori dalla tasca. Mi fanno male le anche e le cosce, e devo sollevare i fianchi parecchie volte prima di riuscire a farlo uscire quanto basta per prenderlo. La corda è strettissima sui miei polsi mentre muovo quello destro afferrando il telefono. Mi resterà un segno ci scommetto.
Sblocco il cellulare e cerco il numero di Wendy chiamandola, mettendo il vivavoce.
Rispondi cazzo, rispondi.
" Dio! Chelsie dove cazzo sei? " risponde lei al secondo squillo.
" Wendy stanno venendo li! " sbraito in preda all'agitazione. L'adrenalina mi scorre nelle vene rendendo ogni mio movimento frenetico. La sento farfugliare qualcosa che non capisco e che, dall'ansia, non voglio nemmeno sentire. Stringo il telefono fortissimo per paura che possa cadermi. Allo stesso tempo sto tremando.
" Ascoltami! Michael e un tipo di nome Logan stanno venendo da te e Nick! "
" Cosa? Nick, Logan sta venendo qui con Michael! " sbraita riferendo il messaggio.
" Lei dov'è? Chiediglielo Wendy! " dice un'altra voce. È uno dei ragazzi ma non so bene chi.
" Okay, okay... Tu dove sei Chelsie? " ribatte come se ciò che le ho detto non fosse nulla di più grave che la mia scomparsa.
" Non lo so... Parlavano di un vecchio nascondiglio di Louis, io... "
Un forte colpo viene assestato sulla guancia voltandomi il viso. Il telefono mi cade dalle mani. Volto il capo indolenzita prima che il ghigno di Michael mi si mostri davanti agli occhi. Ora ho davvero paura.
" Chelsie? Chelsie! " strilla Wendy prima che il pazzo davanti a me afferri il telefono e se lo porti vicino alla bocca.
" Di a Louis che Sam è tornato e che la sua amichetta ha i minuti contati. " sibila prima di chiudere la chiamata e scagliare il mio telefono contro il muro. Merda.
Si avvicina a me con un ghigno divertito, mi afferra i capelli per scostarmi il viso e estrae dalla tasca posteriore dei suoi jeans un coltellino. Mi appoggia la lama fredda sul collo. Deglutisco a fatica. Tutta la forza o il coraggio che avevo fino a pochi minuti fa sono andati a farsi fottere quando lui mi ha dato quello schiaffo. Ho paura, tanta paura adesso, più di prima. Una lacrima mi solca il viso, ma non posso farmi vedere debole, altrimenti sono finita.
" Lo avevo detto che non c'era da fidarsi di te... Sei troppo sveglia. Ecco perché sei come una calamita per lui. " sibila al mio orecchio. Se avessi davvero coraggio ora gli tirerei una ginocchiata nelle palle, ma sarebbe come andare incontro a una morte sicura. Muovo i polsi cercando disperatamente di liberarmi, ma è tutto inutile.
" Se pensi che verrà qui per me ti sbagli di grosso. "
" Tu dici? Vi sto guardando da quando ti sono sbadatamente caduto addosso quella sera. Lui ti guarda, ti cerca, ti studia e in mia presenza ha marcato il suo territorio... Sei l'esca perfetta per far abboccare quel figlio di puttana. " ghigna. Mi viene il voltastomaco.
" Perché c'è l'avete con lui? Che vi ha fatto? " domando. La lama del suo coltellino mi sta accarezzando il collo facendomi rabbrividire. Un'altra lacrima mi solca uno zigomo. Devo stare attenta a cosa dico o sono spacciata.
" Abbiamo dei conti in sospeso... " divaga divertito.
" Che conti? " azzardo. Lui sogghigna.
" Sei un tipetto curioso eh? Vediamo... Cosa mi dai in cambio di queste informazioni? " mormora con eccitazione nella voce. La lama del coltellino scende dal mio collo verso la scollatura della camicetta, prima di iniziare a lacerarne il leggero tessuto scoprendomi. Mi divincolo mentre avvicina il viso e passa la lingua sulla mia pelle. Mi irrigidisco. Non ribatto alle sue parole, troppo spaventata per avere la sfacciataggine di rispondere a tono.
Sta succedendo di nuovo. Cazzo, no!Mi libera i polsi tagliando la corda, lasciandomi qualche graffio, ma prima che possa anche solo pensare di scappare lui mi afferra i capelli e mi butta brutalmente sul materasso sudicio dietro di me. Mugolo un lamento di dolore. Questo schifo non è morbido e non ha attutito la mia caduta. Il tessuto della mia camicetta cade lontano, totalmente lacerato.