era tutto coperto da una coltre di nubi, ma la pioggia non scendeva mica.

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Terzo QuartoNon era lui a prosciugare i sentimenti, e neppure la tavola, eravamo solo noi a riempirci d'amore e poi ad esplodere.





Avrei voluto, non averti amato da subito, avrei voluto aspettare, non donarti l'amore come se nulla fosse.
Avrei voluto, fare piccoli passi guardandoti, e poi perdermici– nei passi, che tanto mi perdo sempre, avrei voluto, aspettare, vivere in ogni tuo respiro, pure quelli trattenuti, e invece no, è stato semplice, immediato.

E invece.

E invece, mentre ti guardavo faceva più male, col solo rumore dei respiri tra di noi, lo sentivo subito, netto, il petto, il cuore che scoppiava.
Intendo,
intendo cosa? non lo so mica, perché iniziavo sempre frasi con te, sempre, senza poi finirle.

"Ma cosa disegni?", così, alla cazzo.

"Lo sai cosa disegno, disegno i tuoi occhi ora.",non mi guardava per disegnarli però.

"Ma se manco mi guardi!"

"Questo lo pensi tu.", poi appoggiò il pennello e, "per oggi faccio una pausa e ti osservo meglio.", mi sorrise, senza preavviso, e non è sano, non è giusto, perché faceva male, cazzo se lo faceva.

"Parlami di te, Luke Hemmings.", si alzò e mi venne vicino, gli artisti sono esuberanti, strani. – diceva spesso la mamma.

Avevo sfiorato le mie guance, poi, con una leggera pressione, io ero finito lungo, con la schiena sulla spiaggia calda, la palma a farci ombra e le foglie a bosco come scudo da occhi curiosi.
E lui, lui con la testa sul mio petto.

"Cosa ti piace fare Luke?", tante cose, tante cose mi piaceva fare, eppure, al tempo, –prima che tutto accadesse – mi bastava solo fissarlo, bastava solo lui, nelle mie giornate, per renderle piene, o perlomeno, non vuote.

"Suonare.."

"E cos'altro?"

"A volte cantare.."

"Mi piacerebbe tu cantassi per me, o scrivessi qualcosa per me."

"Non sono bravo però.."

"Non ci credo mica."

Il cielo ricominciò ad annuvolarsi, ma il freddo non lo sentivo, non con lui nel suo maglioncino sopra di me, non sentivo i muscoli irrigidirsi.

Poi, però, si alzò un poco, le sue labbra leggere sulle mie palpebre.

"È strano sa, intendo che, anche se tieni gli occhi chiusi vedo chiare e limpide le tue pupille che mi parlano."

"Cosa intendi?", avevo sussurrato, ancora perso nel suo respiro dolce e mi scioglievo, in quel pomeriggio cenereo, che il mare a distanza di passi, e respiri, e impronte lasciate da noi si confondeva perfettamente con il cielo, con i nuvoloni carichi di tristezza pronti a scoppiare, magari a far cadere lacrime pesanti sulle spalle e graffiarci sottopelle.

"Lo vedo bene il dolore che cola dai tuoi occhi, che sfiora le tue gote e che graffia le tue labbra, e lo nascondi così bene." aveva detto solo questo, poi, ricadendo giù, le sue mani si allungarono fino alla mia gola, carezzandola, premendo il pollice sulla clavicola, e poi, sottovoce cominciò a contare i battiti del mio cuore.

"Quando sei con me, batte forte." - il cuore intendeva, che io, ero stato scettico, perchè appannato dal suo odore non capivo mica inizialmente.

"Quando sto con te sto bene.", avevo sussurrato, sistemando i capelli, grigi questa volta, tutto il buio della giornata, tutti i miei mali e le mie paure erano state riversate in lui, e lo vedevo trattenersi dallo scoppiare, ad ogni passo, ogni movimento, era instabile, anche lui nascondeva bene il dolore.





***



Poi, due settimane dopo, senza preavviso, come fosse normale,

trovarselo nel letto, la mattina, fino alla sera tardi, tu che parli e lui che ascolta perchè 'ho fatto il voto del silenzio quando sto con te', aveva scritto sul fogliettino, e poi erano susseguiti risolini isterici, che io, come facevo senza la sua voce?, e poi lo avevo baciato, che oltre a scacciarmi non poteva urlarmi contro, etro quasi morto quando me lo aveva mimato con le labbra, - senza voce, - rosse del bacio e umide, e dolce e amare, e piene di sensazioni e colori che mi facevano male: ancora, ancora, ancora, ancora.

E gliene avevo dati cento, e mille, e cento ancora, e mille e cento, lo avevo amato senza parole, perchè, per quanto amasse la mia voce, di ascoltarla non c'era stato tempo.

Nei quattro mesi seguenti, pieni di baci, non aveva piovuto, per quanto la coltre di nubi ci oscurasse, la pioggia non cadeva, non lo faceva.

n/a

la 'citazione' a inizio capitolo è mia lol, nessuno caga più questa storia, ma idg a fuck, perchè i muke sono bgsdcbhsjx e io amo scrivere di loro. addio

Alba Fragmenta (Muke Clemmings)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora