-Capitolo VII-

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Clarissa percorse le scale, arrivò in cima, si diresse verso il corridoio ed entrò nella sua camera.
Entrata cercò l'interruttore della luce, mise una mano sulla parete destra ma non lo trovò, allora provò sulla parete sinistra, a un certo punto trovò una gobba con un tastino, lo premette e si accese un gigante lampadario.
Il lampadario era formato da tantissime gocce di cristallo appese alla struttura in rame del lampadario che aveva la forma di una piramide ma molto più preziosa.
Clarissa si chiuse la porta alle spalle, ma non del tutto lasciando un piccolo spiraglio per lasciar passare meglio i rumori e sentire se accedeva qualcosa al piano di sotto.
Nel frattempo entrò Briciola che si accucciò sul tappeto e rivolse lo sguardo verso la padrona per controllare che cosa stava facendo.
Clarissa sollevò la valigia e l'appoggió sul letto, l'aprì e tirò fuori tutto quello che aveva messo dentro quando era partita da casa sua, prese una maglia e un pantalone e si diresse verso l'armadio vicino alla finestra.
Gli caddero i vestiti dalle mani, alla visione che gli si presentò davanti, c'era un lungo vestito da sera rosso fuoco abbinato a scarpe con tacco.
Lei odiava i vestiti in generale, pensare di indossare uno di quelli non le piaceva affatto, lei amava solo i suoi adorati jeans.
Clarissa si domandò se l'attività che doveva fare quel pomerigio includeva quel vestito, sperava di no.
Si affacció alla portafinestra, appena ebbe messo un piede fuori sentì subito che il balcone era bagnato, guardò bene e notò che finissime gocce venivano giù dal cielo che era di un color cenere con sfumature di azzurro.
Pensò che non poteva svolgere quest'attività all'esterno visto che stava piovendo e anche piuttosto forte, era veramente ossessionata da quella misteriosa attività.
Scostò il vestito, e dietro si rivide di nuovo quell'armadio che era simile al suo, notò che c'era incisa sempre la stessa lettera "H", c'era però anche un'altra lettera ma non si riusciva a vederla.
Subito le venne in mente la sua casa, un pó di nostalgia si insinuò nel suo cuore, ma decise di non pensarci e di non darci tanto peso visto che quella sarebbe stata la sua nuova casa, anche se non sapeva ancora per quanto tempo sarebbe rimasta li, si augurava che non fosse per molto tempo.
Aprì l'armadio e infilò i vestiti presi dalla valigia, dopo aver messo a posto i vestiti lo chiuse e si diresse di nuovo verso la valigia.
Tirò fuori tutto il restante contenuto della valigia, mettendolo in ordine dove poteva.
Appoggiò il telefono dopo averlo guardato, non aveva nessuna chiamata o messaggio che non avesse già visto, insieme alle cuffie, sul comodino.
Si rintristí molto all'idea che suo padre non le aveva ancora telefonato o che neanche le aveva mandato un messaggio, però poi pensò che forse era ancora dentro alle strutture e non a casa a vedere quello che era successo, ma sicuramente quando poi sarebbe tornato a casa un messaggio glielo avrebbe mandato.
Si ricordò che c'era quel cofanetto dall'aspetto strano che aveva già provato ad aprire ma non c'era riuscita.
Si sedette sul letto e prese in mano il cofanetto, l'osservò molto bene notando ogni minimo particolare.
Conrollò se c'erano alcuni cassetti segreti, ma non notò niente di particolare, solo che era chiuso e lei di certo non possedeva la chiave per aprirlo.
Decise di andare a curiosare un pó in giro nella camera per vedere se trovava la chiave, aprì i cassetti e guardò in ogni punto della stanza, ma non trovò nulla.
Allora decise di andare in bagno a lavarsi i denti, peccato che si accorse che non aveva portato ne lo spazzolino ne il dentifricio, così decise di lavarsi la faccia, mentre si stava asciugando, sentì un rumore provenire dalla Camera.
Un pó spaventata decise di andare a vedere chi era entrato dalla porta, forse era Briciola, anche se mai prima d'ora aveva fatto un rumore simile e soprattutto era giá in camera quando lo aveva lasciato per andare in bagno, non appena arrivò nell'altra stanza vide subito che non era Briciola, ma...

Il destino di ClarissaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora